Il mercato delle auto in Italia sprofonda per il quarto mese di fila

Il mercato delle auto in Italia sprofonda per il quarto mese di fila

02. 11. 2021 Off Di admin

AGI – Sprofonda anche a ottobre, per il quarto mese consecutivo, il mercato automobilistico italiano. Le immatricolazioni sono state 101.015, il 35,7% in meno rispetto alle 157.188 dello stesso mese del 2020.

Il saldo sui 10 mesi resta comunque positivo, grazie al buon andamento registrato nella prima meta’ dell’anno. Tra gennaio e ottobre sono state vendute 1.266.629 auto, il 12,7% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, quando furono 1.123.523. Il dato di ottobre segue il -32,7% di settembre, il -27,3% di agosto e il -19,4% di giugno.

Stellantis ha immatricolato a ottobre 35.664 veicoli, il 41,7% in meno rispetto a un anno prima. La quota di mercato scende al 38,9% dal 35,3%. Nei 10 mesi le vendite sono pari a 481.653 unita’, in crescita dell’11,3% rispetto alle 432.587 dello stesso periodo del 2020.

La quota in questo caso diminuisce al 38% dal 38,5%. Dati negativi si registrano per tutti i grandi gruppi: Volkswagen cala del 40,1%, Renault del 37,2% e Mercedes del 36,1%.  

Unrae, pesa la crisi dei microchip 

Il calo di ottobre porta a quasi 360.000 veicoli il saldo negativo tra i primi 10 mesi di quest’anno e lo stesso periodo del 2019, prima del Covid. Lo rileva l’Unrae, sottolineando che “la persistente carenza dei componenti elettronici, che continua a rallentare pesantemente il flusso delle consegne, non fa intravedere possibili miglioramenti a breve, tanto da rendere realistica una chiusura del 2021 con un volume complessivo non superiore a 1.500.000 unità, pari a 417.000 auto in meno del 2019, un calo del 21,7%”.

Secondo l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli elettrici, “l’efficacia degli incentivi per lo sviluppo delle motorizzazioni a basse, bassissime e zero emissioni è dimostrata dai risultati del mercato che, seppur compressi dalla crisi dei microchip, indicano in ottobre una quota del 12% per le auto ‘alla spina’ (Bev al 7% e Phev al 5%), sia pure in leggero calo rispetto al 13,2% di settembre, e per le ibride Hev il 35,2%, in sensibile crescita sul 31,3% di settembre. Effetti che tenderanno a svanire una volta evasi i contratti acquisiti con incentivo, a causa dell’esaurimento dei fondi”.

Tuttavia, prosegue l’Unrae, “i provvedimenti estemporanei varati a più riprese dal Governo, secondo una logica tipicamente emergenziale e con fondi sempre largamente insufficienti, non riescono ad incidere con efficacia sulla ripresa del mercato, come dimostra il recente stanziamento di 65 milioni di euro a favore delle vetture della fascia di emissioni 0-60 g/Km di CO2 esaurito nell’arco di un giorno, dalle 10:00 del 27 ottobre alle 14:00 del giorno dopo”.

“Non ci stancheremo di ripetere che gli incentivi per l’Ecobonus debbono essere rifinanziati seguendo una strategia di lungo periodo”, afferma Michele Crisci, presidente dell’Unrae. “Ciò che deve guidare le scelte è una logica basata sulla transizione, sul percorso di decarbonizzazione e sullo svecchiamento del parco circolante. Dobbiamo imparare dai fatti e dall’esperienza, non servono interventi ‘stop & go’”, aggiunge.

Secondo le stime Unrae, in assenza di interventi, il 2022 chiuderà di poco al di sopra del 2021, con circa 1.600.000 immatricolazioni. “In questa situazione – sostiene Crisci – suscita forte sconcerto l’assenza nella bozza di Legge di Bilancio di qualsiasi misura per l’automotive, nonostante alcuni Ministri e Viceministri abbiano assicurato un imminente piano triennale di sostegni”.

E ancora: “Noi continuiamo a contare sulla manovra finanziaria come strumento idoneo per un intervento strategico di medio periodo secondo le tre direttrici indicate da Unrae: rifinanziamento dell’Ecobonus; revisione della fiscalità, in particolare per la categoria delle auto aziendali; un piano per lo sviluppo capillare e omogeneo sul territorio delle infrastrutture di ricarica, con stazioni ad alta potenza nelle autostrade”.

Centro Studi Promotor

La “pesantissima contrazione” registrata dal mercato automobilistico italiano a ottobre “è dovuta soprattutto alla crisi nelle forniture di microchip che ha determinato fermate produttive e forti rallentamenti nelle consegne di autovetture ai concessionari e conseguentemente ai clienti finali. Questa situazione non è destinata a risolversi a breve e se nei prossimi due mesi si determinasse, come è altamente probabile, un calo analogo a quello di ottobre, il mercato italiano delle autovetture chiuderebbe il 2021 con 1.432.000 immatricolazioni e quindi con un calo sui livelli precedenti la pandemia, cioè sul 2019, del 25,3%, che confermerebbe l’andamento del mercato dell’auto a tre cilindri”. È quanto rileva il Centro studi Promotor in una nota.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “è del tutto evidente che la scarsa disponibilità di auto, sia nuove che usate, rende meno urgente il problema del rifinanziamento degli incentivi necessari per compensare gli effetti negativi sul mercato dell’auto della pandemia.

Il settore si attendeva che la proposta di Legge Finanziaria per il 2022 prevedesse un intervento organico per superare la fase di stop and go degli incentivi e per varare un piano per favorire la transizione ecologica nel mondo dell’auto. Così non è stato, ma il problema resta sul tavolo anche per evitare che i proclami sull’ambiente restino proclami e non abbiano invece immediati e significativi riscontri nella realtà quotidiana della gente”.

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