ArcelorMittal sospende lo spegnimento degli altiforni

ArcelorMittal sospende lo spegnimento degli altiforni

18. 11. 2019 Off Di admin

ArcelorMittal ha sospeso la procedura di spegnimento degli altoforni: lo rendono noto i sindacati. L’azienda, spiegano i sindacati, ha convocato i coordinatori Rsu di Taranto in contemporanea con l’inizio dell’incontro dei leader di Cgil, Cisl e Uil, con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ha comunicato la sospensione della procedura di spegnimento degli altiforni in attesa della sentenza del giudice di Milano. 

L’azienda che aveva previsto la sospensione del treno nastri 2, ha dichiarato che riprenderà l’attività e questo significa, spiega il sindacato, che riprenderanno gli ordini e l’attività del settore commerciale. Secondo quanto si apprende, è previsto alle 18 e 30 di venerdì un nuovo incontro tra i vertici dell’azienda e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

LA NOTA DELL’AZIENDA

ArcelorMittal InvestCo “seguirà l’invito del Tribunale a interrompere l’implementazione dell’ordinata e graduale sospensione delle operazioni in attesa della decisione del Tribunale” di Milano, si legge in una nota dell’azienda. “Tale processo – aggiunge – è in linea con le migliori pratiche internazionali e non recherebbe alcun danno agli impianti e non comprometterebbe la loro futura operativita’”.

“A seguito della recente richiesta dei Commissari dell’Ilva al Tribunale di Milano volta all’ottenimento di provvedimenti provvisori relativi all’acciaieria di Taranto, – dice ancora la società – AM InvestCo Italy prende atto e saluta con favore l’odierna decisione del Tribunale di non accogliere la richiesta di emettere un’ordinanza provvisoria senza prima aver sentito tutte le parti. L’udienza in Tribunale è fissata per il 27 novembre”. 

MATTARELLA: “GRANDE PROBLEMA NAZIONALE CHE VA RISOLTO”

La vicenda ArcelorMittal è un grande problema nazionale che va risolto sia per i risvolti sull’occupazione che per quelli sull’intero sistema industriale italiano. Sergio Mattarella accoglie la richiesta dei sindacati di essere ricevuti al Quirinale per rappresentare la loro posizione sulla crisi dell’ex Ilva e ascolta con grande attenzione l’allarme e le richieste dei rappresentanti dei lavoratori. Pochi i suoi interventi, anche perché non spetta a lui individuare le possibili soluzioni, questo compito è tutto in capo al potere esecutivo, cioè al governo.

Ma certo la preoccupazione è alta al Quirinale per questa crisi aziendale, così come per altre del resto, che investe pesantemente il tema dell’occupazione. Ma in questo caso le implicazioni sono certamente importantissime sul piano occupazionale ma investirebbero anche l’intero sistema aziendale italiano. Per questo il Capo dello Stato, senza entrare nel merito delle varie misure, ha convenuto sul fatto che il problema vada risolto ed ha sollecitato tutto l’impegno e la determinazione possibili.

LE REAZIONI DEI SINDACATI

La notizia della sospensione della procedura degli impianti a Taranto “è un primo risultato importante: ora non c’è tempo da perdere”, ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolineando che ora “è il momento della responsabilità”. Annamaria Furlan della Cisl parla di decisione “importante” e auspica che l’incontro dei sindacati con il capo dello Stato “sia il primo di una serie che porterà” al rilancio di Taranto.

“Nel pomeriggio si è svolto un incontro tra i vertici di ArcelorMittal e i rappresentanti dei lavoratori dello stabilimento di Taranto, durante il quale l’azienda ha comunicato la sospensione del programma di spegnimento e fermata degli impianti, annunciato lo scorso 15 novembre, in attesa della decisione del Tribunale di Milano sul ricorso d’urgenza presentato dai Commissari. Riteniamo che questa comunicazione sia un primo passo importante per poter avviare un confronto serio e impegnativo per scongiurare un disastro ambientale, occupazionale e industriale”, afferma Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.

“Come abbiamo richiesto oggi insieme alle altre organizzazioni sindacali – dichiara il leader Uilm – ora si deve aprire un tavolo tra sindacati, azienda e governo per risolvere questa situazione che riguarda 20 mila lavoratori, partendo dall’accordo del 6 settembre 2018”. “Continueremo – conclude – a svolgere le nostre azioni, coinvolgendo tutte le istituzioni italiane, affinché questo spiraglio possa portare a una rapida risoluzione che garantisca risanamento ambientale, tutela dei livelli occupazionale e continuità industriale”.

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