“Cerchiamo la pace. Anche Usa e Russia si devono parlare”

“Cerchiamo la pace. Anche Usa e Russia si devono parlare”

07. 01. 2020 Off Di admin

“La missione della Ue può incontrare Al Sarraj e Haftar anche in un’altra sede, e ora parla con la voce dell’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell”. In un’ intervista a Il Fatto Quotidiano il titolare del dicastero della Farnesina, Luigi Di Maio, afferma che in una Libia in cui è in corso una guerra con “interferenze esterne”, oggi l’obiettivo dell’Italia è di “ricondurre tutti gli attori che hanno influenza su questo scenario, dalla Turchia alla Russia fino all’Egitto e agli Stati Uniti”. Poi il ministro avverte: “Il vero punto è che un conflitto si aggrava quando arrivano le interferenze esterne, e dobbiamo lavorare innanzitutto su questo. Ma noi parliamo anche con Haftar. Dopodiché perché si sblocchi la situazione è fondamentale che si parlino Stati Uniti e Russia”.

Di Maio non nasconde che “la situazione sul piano della sicurezza è difficile” ma la missione è in corso “e lavora a un incontro con le due parti”. Facendo un passo a ritroso nel tempo, il ministro degli Esteri sostiene che tuttavia “è stato scellerato bombardare la Libia nel 2011” cosicché “ora ci ritroviamo con una nuova Siria”. E poi Di Maio parla anche di “responsabilità” dirette nella gestione del caso Libia, che sono poi quelle di un Matteo Salvini che da ministro degli Interni del governo gialloverde “avocò totalmente a sé il dossier libico, puntando solo sull’immigrazione per farne un tema da campagna elettorale”. Una scelta che Di Maio definisce “del tutto sbagliata”.

Insomma, sulla Libia un Salvini che protesta e lamenta lentezza nell’intervento e nelle prese di posizione “non può dare lezioni”, afferma Di Maio, “perché la sua unica preoccupazione era non far partire migranti”. “Ma qui, se la guerra continua – incalza il ministro – i rischi saranno ben altri, con la proliferazione di cellule terroristiche a pochi chilometri dalle nostre coste”. Per il momento, assicura, “non ci sono minacce dirette per il nostro Paese” perché “la nostra intelligence e le nostre forze dell’ordine monitorano tutto”, tuttavia “queste cellule di terroristi stanno proliferando” afferma il capo della nostra diplomazia nel mondo, per il quale l’unica soluzione è continuare a credere “a oltranza nella soluzione diplomatica” in quanto “la guerra porta guerra”, riflette il responsabile della politica estera, “e l’unica soluzione è il cessate il fuoco”.

Ma per far riuscire la conferenza di pace convocata al tavolo di Berlino, assicura Di Maio, “dobbiamo includere paesi come Algeria, Tunisia, Marocco”. Poi però chiosa che la politica internazionale “non si fa con i post e con i tweet” ma con la necessità di tenere ”un profilo basso”.

 

 

 

 

 

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