Chi sono i sardoni e cosa vogliono
16. 01. 2020Non si rassegnano a restare chiusi in casa costretti ad un riposo forzato. Così ‘rianimati’ dal movimento ittico nato a Bologna sono pronti a scendere in piazza per portare sotto i riflettori temi spesso “dimenticati” legati al welfare o alle politiche per gli anziani e per i disabili. Parliamo dei ‘sardoni‘, pensionati tra i 70 ed i 90 anni, che si definiscono “genitori’ o “nonni” delle sardine. Sono anziani ma non vogliono rinunciare alla cittadinanza attiva. La platea di nonni, ancora da quantificare compiutamente, non nasce come movimento anti-Lega ma come un fenomeno che ambisce ad avere contorni nazionali, parallelo alle sardine “ammirate” per la loro capacità di riportare gente in piazza.
La città dei sardoni è Ravenna: l’obiettivo è organizzare una manifestazione proprio nella città romagnola, in piazza del Popolo ‘condivisa’ tra ‘nonni’ e ‘nipoti’ ognuno con le proprie istanze da comunicare. E il primo banco di prova per testare il neo nato movimento sarà venerdì prossimo quando i sardoni si guarderanno in faccia per la prima volta e si conteranno per capire se avranno la forza per nuotare.
Padre ‘giovane’ dei pescioloni è Daniele Perini, 60enne, dipendente Ausl attivo da anni nel volontariato per gli anziani e consigliere comunale della lista civica “Ama-Ravenna” che nelle ultime elezioni comunali ha appoggiato il centrosinistra. “Delle sardine – ha detto all’Agi – ci è piaciuto il fatto che hanno riempito le piazze in maniera pacifica mentre al giorno d’oggi ci si parla solo attraverso i telefonini, le email, o i social. Negli ultimi anni c’è stata una rivoluzione culturale silenziosa: sono milioni in Italia gli anziani tra i 70 ad i 90 anni che non hanno piu’ punti di riferimento.
La nostra società li vorrebbe a riposo e a letto. Invece – ha spiegato il fondatore dei sardoni – in molti vogliono ritornare in piazza per dare ognuno il proprio contributo di esperienza oltre a rilanciare temi, ormai dimenticati, legati al welfare, alle pensioni flessibili o ai disabili. I sardoni rappresentano le sardine nate durante il fascismo o nel Dopoguerra. Hanno valori immensi da esprimere ma nessuno gli ascolta”.
Lo spunto per coinvolgere in una esperienza di cittadinanza attiva proprio gli ultrasettantenni è arrivato da una bambina. “La bimba – ha raccontato Perini – ha fatto un disegno di un grande pesce e ha detto a suo nonno: ‘se io sono una sardina tu sei un sardone’. Questa bambina – ha concluso – mi ha trasmesso l’idea di poter coinvolgere una popolazione sempre più anziana che la società vorrebbe a riposo ma che invece non vuole stare a letto perché ha ancora tanto da dire”.
E proprio a Ravenna, il 10 gennaio si è tenuta la prima uscita pubblica dei ‘Sardoni’. All’incontro hanno partecipato alcune centinaia di persone che si sono radunate nella sala convegni Silvio Buzzi. “Le sardine hanno aperto una prospettiva nuova in una crisi della democrazia dove al posto della partecipazione c’è il populismo cioè l’identificazione col capo”, ha detto all’Agi Stefano Bonaga, che già collabora con le sardine bolognesi.
“La democrazia – ha aggiunto – ha bisogno di cittadini impegnati, la terza età si allunga sempre di più, secondo me non deve essere una rinuncia alla vita, si perde la gioia della giovinezza ma si può acquistare il piacere della consapevolezza. I ragazzi che si sono mossi con le sardine hanno dato un grande segnale: si tratta di tenere in piedi questa attenzione alla società. Gli anziani non devono essere emarginati, deve esserci un orgoglio dell’anzianità per partecipare alla cosa pubblica”, ha concluso.