Come cambierebbe l’Iva con la rimodulazione delle aliquote

Come cambierebbe l’Iva con la rimodulazione delle aliquote

01. 10. 2019 Off Di admin

Ok alla completa disattivazione dell’aumento dell’Iva per il 2020 ma non si esclude una sua riforma aprendo anche a “scenari di rimodulazione che complessivamente non aumentano” l’imposta sul valore aggiunto. Lo ha spiegato ieri, durante la conferenza stampa dopo il varo della Nadef, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Al momento sono ancora in corso simulazioni sugli effetti di un intervento complessivo. Intervento di cui si è fatto solo un breve accenno a Palazzo Chigi e che domenica sera ha provocato uno scontro tra Italia Viva e Pd. Quindi per vedere nero su bianco la strada che il governo perseguirà bisognerà attendere la legge di bilancio.

Al momento, le aliquote applicate in Italia sui beni e servizi sono:

  • 4% (aliquota minima) da applicare ad esempio alle vendite di generi di prima necessità (pane, pasta latte, olio), pasti nelle mense scolastiche e per gli indigenti, apparecchi ortopedici, autoveicoli non di lusso per invalidi, canone radio e tv, periodici
  • 10% (aliquota ridotta) da applicare ai servizi turistici come alberghi, campeggi, bar, ristoranti, ma anche a determinati prodotti alimentari (carne, caramelle, birra, crostacei, biscotti, cacao), medicinali, a particolari operazioni di recupero edilizio, animali vivi, apparecchi per la fornitura di energia termica per uso domestico, canone per trasmissioni codificate da satellite o via cavo, concerti, francobolli, 
  • 22% (aliquota ordinaria), da applicare in tutti i casi in cui la normativa non prevede una delle due aliquote precedenti. 

Le ipotesi allo studio:

  • Sconto per i pagamenti tracciabili

Tra le ipotesi allo studio c’e’ il ‘cashback’, ovvero il meccanismo di rimborso sugli acquisti effettuati con pagamenti elettronici. Chi effettua pagamenti con moneta elettronica avrà una restituzione di una parte dell’Iva. L’aliquota del 4% potrebbe scendere fino all’1% e quella al 10% fino al 7%. L’obiettivo dell’esecutivo è recuperare 7 miliardi di euro di euro dalla lotta all’evasione. L’Iva viene evasa in Italia nettamente di più che nel resto d’Europa. Se infatti la media di evasione dell’Iva nella Ue, come risulta dal report della Commissione sul tema, è pari all’11,2 per cento, in Italia si arriva (i dati piu’ recenti sono riferiti al 2017) a più del doppio (23,8 per cento).

  • Rimodulazione dell’imposta

Abbassare l’Iva su alcuni prodotti e alzandola per altri. In sostanza, questa sarebbe la rimodulazione delle aliquote dell’imposta sul valore aggiunto. Il premier Conte, alla vigilia del varo della Nadef, aveva annunciato l’obiettivo di voler “abbassare all’1% l’Iva su prodotti alimentari come il pane, la pasta, il latte e la frutta” che oggi è al 4%. Lo scopo è dare la possibilità alle famiglie meno abbienti di comprare beni di prima necessità. Conte ha anche assicurato di stare lavorando all’abbassamento dell’Iva sulle bollette per portarla dal 10 al 5%. Ma queste sono solo ipotesi allo studio. Per avere un quadro su quali saranno i prossimi passi bisognerà attendere la manovra. 

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