Come dovremmo usare lo smartphone in vacanza

Come dovremmo usare lo smartphone in vacanza

05. 07. 2019 Off Di admin

Se il nostro smartphone non ha più segreti riguardo ciò che può fare e, si sospetta molto presto, nemmeno più limiti, qualche problema riguardo la loro presenza nella nostra vita di tutti i giorni, resta. Lo utilizziamo mentre camminiamo per strada, ci stiamo abituando a guardare il mondo attraverso le sue lenti, ai concerti le torce hanno sostituito gli accendini e riusciamo a farne un utilizzo smodato perfino quando siamo alla guida. Ma come ci dobbiamo comportiamo in spiaggia con il telefono sempre a portata di mano?

Samsung ha deciso in questo senso di intervenire, costituendo, dopo un accurato studio, quello che ha chiamato “Galateophone”, ovvero una serie di semplici regole legate all’utilizzo degli smartphone durante la stagione estiva. Non leggi, consigli, una modalità diversa, più rilassata, di approcciarci a quella che è considerata a tutti gli effetti la nostra personalissima scatola nera, affinché la convivenza tra spiaggia e tecnologia sia del tutto pacifica.

 Il Trend Radar di Samsung ha condotto una ricerca con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su 1.500 giovani compresi tra i 25 e i 35 anni, in una parola i famigerati millenials. Lo smartphone si conferma in assoluto il compagno di viaggio preferito in vacanza (88%), l’oggetto da portare sempre con sé in spiaggia, seguito dal tablet (55%) e dall’e-Reader (44%). I giovani lo portano con sè per restare informati su cosa succede nel mondo (85%), per l’aiuto che può dare durante il viaggio (71%), per scattare foto e video (65%) e per restare in contatto con i familiari (59%).

Le app più cliccate tra un bagno e un altro comunque restano quelle dei social network (85%), ma naturalmente c’è chi lo usa per fare telefonate (77%) e chi per ascoltare la musica (58%). Sempre secondo lo studio, un millennial su tre lo utilizza tra le 5 e le 6 ore al giorno, il 25% arriva addirittura fino a 8 ore. E in vacanza? Sicuramente in maniera diversa che a casa: il 49% infatti dichiara di limitarne l’uso. È più la voglia, rispondono gli intervistati, di godersi le vacanze staccando dal resto del mondo (68%), oppure perché hanno paura di rovinarlo al sole (61%), ma non manca un 51% che cerca di non esagerare per non disturbare gli altri e un 47% che evita di portarlo con sé per paura di dimenticarlo in giro.

Limitarne l’uso, di fatto, significherebbe spegnerlo in spiaggia (41%), lasciarlo a casa quando si è fuori (28%), metterlo in modalità aerea (19%) oppure togliere la connessione internet (12%); ma come possiamo notare le percentuali che riguardano opzioni che comportano l’accantonare l’oggetto per qualche ora si abbassano notevolmente. È a questo punto della storia, una volta preso atto che le nostre cattive abitudini sono diventate ormai una regola, che va composto un Galateo, dare delle coordinate precise affinché ciò che sta diventando sempre più naturale, ovvero una forte dipendenza dagli smartphone, lo sia sempre meno, perlomeno in spiaggia durante l’estate.

Ecco allora arrivare il Galateophone con le sue prime cinque semplici regole:

1 – No alla suoneria alta che infastidisce i vicini di ombrellone, stop agli sms continui e agli squilli: la parola chiave in spiaggia è “silenzioso”;

2 – Stop al vivavoce, esistono gli auricolari, amatissimi dai millennials, che li definiscono l’accessorio più utilizzato proprio al mare (84%);

3 – No a video e musica a tutto volume, canzoni in spiaggia sì, ma solo al tramonto, meglio se con speaker di ultima generazione, altro accessorio amatissimo da un millennial su tre;

4 – Stop gli occhi fissi sul telefono: il paesaggio merita di essere contemplato, per rilassarsi, pensare e, perché no, magari sognare un po’. Ma soprattutto per imprimere le immagini delle vacanze nella propria mente!

5 – Privacy is the key: stop alle videochiamate con il rischio di filmare inavvertitamente il vicino di ombrellone.

Niente di eccezionale in effetti, norme di comportamento che non avrebbero bisogno di essere raccolte e diffuse, ma delle quali, a quanto pare, abbiamo forte necessità. Il Trend Radar di Samsung ha anche analizzato nel dettaglio in che modo i giovani utilizzano lo smartphone in spiaggia. L’89% degli intervistati per scattare foto e video, meglio se sul bagnasciuga (34%), sdraiati sul lettino (29%), sotto l’ombrellone (25%), e anche in acqua (12%).

Il 54% scatta selfie, Il 68% chatta con gli amici, il 61% cerca eventi e ristoranti da provare in vacanza, il 57% ascolta musica e il 53% controlla le mail. Il timore maggiore è che il nostro smartphone si bagni (73%), ma anche che la batteria si scarichi più velocemente (68%) o si surriscaldi (56%), oppure semplicemente di perderlo (51%) o ancora di rovinarlo con la sabbia (47%).

Per il 68% del campione, le più ossessionate dallo smartphone in spiaggia sarebbero le donne contro il 38% degli uomini. “E’ giusto limitare l’uso dello smartphone per una civile convivenza sotto l’ombrellone – commenta la psicologa psicoanalista Raffaella Conconi, coordinatrice del Servizio Tutela Minori di Lecco e provincia –  soprattutto in contesti già sociali come quello della spiaggia, in cui l’uso eccessivo del telefono può limitare i rapporti umani. Non dimentichiamo, inoltre, che il viso incollato sullo schermo o la telefonata in viva voce sono fastidiosi non solo per il vicino di ombrellone, ma anche per chi è in vacanza con noi. Abituiamoci, insomma, all’idea di non avere lo smartphone sempre sott’occhio. Cerchiamo di fare attività variegate, dalla lettura di un libro a una bella passeggiata”.

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