Come funzionerà il taglio del cuneo fiscale
19. 01. 2020Sommario
Dal primo luglio le buste paga di 16 milioni di lavoratori dipendenti saranno più pesanti. Con il taglio del cuneo fiscale, infatti, i dipendenti con redditi tra 8.000 e 39.000 euro incasseranno un beneficio economico che andrà dai 1.200 euro a 192 euro all’anno.
Le nuove regole sul taglio delle tasse in busta paga allo studio del governo sono state presentate ieri a Palazzo Chigi al termine del tavolo con i sindacati che hanno mostrato il loro apprezzamento. Adesso si entra nel vivo.
Il provvedimento che renderebbe operativo il tutto sarà con ogni probabilità un decreto legge che potrebbe approdare in Cdm già a fine mese. Per quanto riguarda la riforma complessiva del Fisco invece, secondo quanto riferiscono fonti di governo, si dovrà attendere e probabilmente si procederà di pari passo con la legge di bilancio 2021.
Taglio per i redditi fino a 40 mila euro
Nello specifico, a partire dal primo luglio 2020, il Bonus Irpef salirà fino a un massimo di 100 euro netti al mese e verrà corrisposto fino ad un reddito annuo complessivo pari a 40.000 euro, con un allargamento della platea dei percettori, che passa da 11,7 a 16 milioni di lavoratori (4,3 milioni di lavoratori in più).
Nel dettaglio, l’importo di 100 euro mensili (ad integrazione dell’attuale Bonus Irpef) verrà corrisposto interamente al di sotto di un reddito di 28.000 euro; al di sopra di tale soglia, l’importo decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro in corrispondenza di un reddito di 35.000 euro. Superato tale livello, l’importo del beneficio continua a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 40.000 euro di reddito. Per questo obiettivo in legge di bilancio erano già stati stanziati 3 miliardi per il 2020, che aumenteranno a 5 nel 2021.
Le prossime tappe
Raggiunto l’accordo con i sindacati e tutte le forze politiche ora è tempo di stabilire la road map. Per il taglio del cuneo, si va verso un decreto legge (che andrà a modificare le norme esistenti in materia) che potrebbe approdare in consiglio dei ministri già entro la fine del mese, mentre per la riforma complessiva del fisco si pensa a una legge delega. Secondo la viceministra dell’economia, Laura Castelli, sul taglio fiscale ai lavoratori “concorderemo un testo già la prossima settimana con tutte le forze della maggioranza. Potrebbe avere la forma del decreto legge. Per la riforma fiscale invece pensiamo a una legge delega”.
Secondo quanto riferiscono all’AGI fonti di governo, la riforma complessiva “è un tema che si svilupperà nel corso del 2020, ci vorrà qualche mese perché necessita di un’ampia discussione e va coordinata con la manovra 2021 perché vanno trovate le coperture”, ci saranno poi i decreti delegati che hanno però un percorso più snello.
Il taglio del cuneo, che partirà da luglio di quest’anno, “è solo la premessa a una più generale riforma dell’Irpef che stiamo studiando da alcuni mesi e che porterà risparmi ancora più consistenti per il ceto medio, senza dimenticare i pensionati e gli incapienti (coloro che non pagano tasse perché percepiscono redditi molto bassi)”, spiega sul suo blog il M5s.
E proprio sul fronte degli incapienti, oltre 4 milioni di persone, Castelli ha assicurato che si tratta di “un tema molto importante, trascurato dalla politica per anni, a partire proprio da chi ha costruito quegli 80 euro. L’Italia non può chiudere gli occhi di fronte a queste persone, sia lavoratori che pensionati. Posso garantire che saranno al centro della nostra riforma fiscale. Magari come destinatari di un assegno ad hoc. Il taglio delle tasse che stiamo definendo e’ solo una misura spot. Per noi non c’e’ cuneo senza riforma dell’Irpef”.
Gli altri interventi allo studio
Il tema degli incapienti e’ un tema complicato, infatti, secondo quanto si apprende da fonti di governo, un intervento in merito “va coordinato con il reddito di cittadinanza”. Non potendo erogare entrambi i sostegni “bisogna fare una scelta: se riorientare il reddito di cittadinanza per i lavoratori poveri o rimanere in ambito fiscale”, una opzione quat’ultima che andrebbe “inserita nella riforma dell’Irpef”.
Il governo, inoltre, sta studiando altri interventi “come il salario minimo dando efficacia erga omnes alla parte salariale dei Ccnl comparativamente più rappresentativi eliminando la concorrenza al ribasso fra i lavoratori, il contrasto al part time involontario che colpisce soprattutto le donne, una detassazione dei rinnovi contrattuali e, ultima ma non meno importante, una riforma del sistema fiscale, soprattutto l’Irpef, da cui traggano reale beneficio anche i pensionati”, ha spiegato la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.
“Il 27 al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – ha aggiunto – continueremo il confronto con i sindacati per realizzare una riforma delle pensioni improntata su una maggiore equità e flessibilità”.
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