Dopo la Gregoretti, in Aula il caso Open Arms

Dopo la Gregoretti, in Aula il caso Open Arms

17. 02. 2020 Off Di admin

Archiviato il caso Gregoretti, con il via libera definitivo alla richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, il Senato riprende ad occuparsi della vicenda Open Arms. Entro oggi il segretario della Lega dovrà comunicare alla Giunta per le immunità se intende presentarsi davanti al collegio dei 23 senatori. In alternativa potrà depositare una memoria scritta – come già fece per le vicende Diciotti e Gregoretti.

Nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, il Tribunale dei ministri di Palermo ha chiesto a Palazzo Madama l’autorizzazione a procedere per “plurimo sequestro di persona aggravato” e “di rifiuto di atti d’ufficio”, per aver impedito lo sbarco dei 107 migranti trattenuti lo scorso agosto a bordo della nave della Ong spagnola. Martedì Maurizio Gasparri, relatore del caso e presidente della Giunta, illustrerà la sua proposta per l’Aula mentre le sedute del 19, del 20 e del 25 saranno riservate al dibattito. Il voto finale ci sarà il 27, poi la parola passerà all’Aula, che entro trenta giorni dovrà riunirsi per la decisione finale.

“È un caso differente e più complesso” dei precedenti, aveva detto Gasparri dieci giorni fa, subito dopo aver ricevuto il fascicolo. Nelle oltre cento pagine inviate al Senato, i magistrati siciliani accusano Salvini di avere “nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 107 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto”.

Lo scambio di lettere con Conte

I giudici citano anche uno scambio di lettere tra l’ex ministro e il premier Conte. In una comunicazione del 14 agosto Conte chiede all’allora titolare del Viminale di “adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti sull’imbarcazione”, due giorni dopo il capo del Governo ribadisce “con forza la necessità di autorizzare lo sbarco” e aggiunge “di aver già ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità di una pluralità di Stati a condividere gli oneri dell’ospitalità dei migranti della Open Arms, ‘indipendentemente dalla loro età'”. A questo invito, scrivono i giudici, Salvini rispondeva “assicurando che suo malgrado avrebbe dato disposizioni tali da non frapporre ostacoli allo sbarco dei ‘presunti’ minori” a bordo della nave “provvedimento che definiva, comunque, come di ‘esclusiva determinazione’ del Presidente del Consiglio”.

Lo sbarco dei minori avvenne il 18 agosto, quello di tutti gli altri migranti due giorni dopo, su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento.

Il caso Open Arms arriva in Senato pochi giorni dopo il verdetto definitivo dell’Aula sulla vicenda Gregoretti. I magistrati, dopo il sì alla richiesta di autorizzazione a procedere presentata dal Tribunale dei ministri di Catania, potranno ora decidere se rinviare a giudizio il leader della Lega o se archiviare. Salvini, mercoledì scorso, in Aula si è difeso sostenendo di aver agito nell’interesse della Patria e ha chiesto – nonostante la contrarietà dell’avvocato e collega di partito Giulia Bongiorno – di essere giudicato da un giudice.

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