Germania: cala oltre le stime l’indice Pmi manifatturiero. Hcbo “un disastro”
22. 08. 2024AGI – L’economia tedesca è rimasta in contrazione ad agosto, con un calo dell’attività commerciale per il secondo mese consecutivo e a un ritmo leggermente più rapido, come risulta dall’ultimo sondaggio Pmi “flash” Hcob elaborato da S&P Global. L’occupazione è diminuita al ritmo più veloce degli ultimi quattro anni, poiché le imprese hanno espresso un minore ottimismo sulle prospettive di crescita per il prossimo anno. Per quanto riguarda i prezzi, le spese medie per beni e servizi sono aumentate al ritmo più rapido degli ultimi sei mesi, anche se ancora ampiamente in linea con la media della serie di lungo periodo.
L’indice Hcob Flash Composito si è attestato in territorio di contrazione al di sotto di 50 punti per il secondo mese ad agosto. L’ultima lettura di 48,5 punti è scesa rispetto ai 49,1 di luglio, segnalando cosi’ una leggera accelerazione del tasso di contrazione dell’attività economica. Le attese erano per un dato a 49,2 punti. Il Pmi manifatturiero ha segnato 42,1 punti dai 43,2 di luglio, sotto attese per 43,5. Il Pmi Servizi è sceso a 51,4 da 52,5 con previsioni a 52,3 punti.
Hcbo, numeri sono un disastro
I numeri dei Pmi di agosto “sono un vero disastro. La recessione del settore manifatturiero tedesco si è aggravata in agosto, senza alcuna ripresa in vista”. Così Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, ha commentato i dati Pmi flash tedeschi.
“In effetti – ha osservato – i nuovi ordini hanno subito un brusco calo rispetto al mese scorso, soprattutto a causa di una flessione significativa della domanda estera, segnalando ulteriori problemi. Non sorprende quindi che le aziende stiano aumentando i tagli al personale e riducendo le scorte in modo ancora più aggressivo di prima”. E ha aggiunto: “Le difficoltà del settore manifatturiero iniziano a ripercuotersi sul comparto dei servizi, altrimenti stabile. Per il terzo mese consecutivo la crescita dell’attività dei servizi è rallentata. Le nuove attività sono cresciute a malapena e gli arretrati sono diminuiti ancora una volta. Il lato delle esportazioni dei servizi, compreso il turismo, non sta offrendo un grande sostegno, con una contrazione ancora più rapida rispetto a luglio”.
“La ripresa prevista per la seconda metà dell’anno non riesce a prendere forma – prosegue l’esperto – c’erano buone ragioni per essere fiduciosi, la riduzione dell’inflazione e l’aumento dei salari sembravano la ricetta perfetta per un aumento dei consumi. Inoltre, l’industria globale aveva iniziato a riprendersi, cosa di cui la Germania beneficia. Ma sembra che l’incertezza sulla politica economica abbia frenato la spesa dei consumatori, mentre la ripresa del settore manifatturiero globale si è inasprita prima che le aziende tedesche potessero sentirne la spinta. Al contrario – ha concluso – le probabilità di un secondo trimestre consecutivo di crescita negativa sono aumentate, il che significa che presto potremmo tornare a parlare di recessione in Germania”.
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