I 160 tavoli di crisi che il nuovo governo deve affrontare 

I 160 tavoli di crisi che il nuovo governo deve affrontare 

06. 09. 2019 Off Di admin

I tempi stringono e i lavoratori di aziende in difficoltà non possono aspettare. Lo hanno ribadito i leader di Cgil, Cisl e Uil chiedendo al nuovo governo una sollecita convocazione, per affrontare le circa 160 crisi che giacciono ai tavoli del ministero dello Sviluppo economico.

Il decreto ‘salva imprese’ (Misure urgenti per la tutela del lavoro e la risoluzione di crisi aziendali) firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella contiene norme importanti per le vertenze ex Ilva e Whirlpool (nonché per le crisi aziendali in Sicilia e in Sardegna e per i rider) ma non ha tranquillizzato i sindacati.

In particolare, è stato scongiurato il rischio che ArcelorMittal abbandoni il siderurgico di Taranto dal 6 settembre, ma resta la cassa integrazione prorogata per 1.011 operai. Per il colosso degli elettrodomestici, le nuove norme restano “insufficienti”:  è arrivata una convocazione su “importanti aggiornamenti” a Fim, Fiom e Uilm che invocano il tavolo al Mise “prima che sia troppo tardi e che la multinazionale assuma scelte unilaterali”.

Nessuna novità invece per Alitalia (che non è un tavolo di crisi ma è seguita dal Mise) che adesso passa all’esame dei ministri Patuanelli e De Micheli. L’agenda del Mise è fitta di appuntamenti che erano già stati fissati per settembre dal precedente esecutivo: tra questi l’incontro su Cmc per verificare lo stato di avanzamento del piano concordatario dell’azienda; il tavolo Invatec, per la presentazione dell’investitore identificato per la reindustrializzazione del sito; la riunione su Bekaert di Figline Valdarno per l’individuazione dell’investitore. In attesa di un prossimo incontro anche le vertenze Jabil Italy, dopo la decisione dell’azienda di sospendere la procedura di licenziamento collettivo per i 350 lavoratori del sito di Marcianise; La Perla, dopo la sospensione dei 126 licenziamenti in attesa del nuovo piano industriale; Mercatone Uno, dopo l’incontro di luglio con i fornitori; Azienda Ferrosud, in vista della presentazione del piano industriale; Jsw (ex Aferpi) in attesa del piano industriale, di interventi sui costi energetici e di azioni sull’area di crisi complessa; Sider Alloys (ex Alcoa) in attesa di soluzioni sui costi dell’energia; Candy Hoover per il monitoraggio del processo di rilancio del sito di Brugherio. (

Queste le situazioni più critiche: 

ALITALIA

il Mise ha fissato al 15 settembre il termine per la presentazione dell’offerta vincolante avanzata da Fs assieme a Delta, Atlantia e Mef, e del piano industriale. Ma con ogni probabilitò la data slitterà. Si attende ora (sembra che ci sia un Cda di Fs la prossima settimana) la definizione di una nuova scadenza, e poi sempre la prossima settimana potrebbe tenersi l’atteso incontro (che era stato precedentemente fissato per fine agosto) tra Fs, Atlantia e Delta.  I nodi di un eventuale accordo con la compagnia americana sono legati alle rotte transatlantiche. I sindacati temono esuberi e vogliono avere certezze sulla liquidità della compagnia e sul suo futuro.

ARCELORMITTAL:

il decreto legge che ripristina, in una nuova veste, l’immunità penale (ma solo per il piano ambientale), ha rassicurato l’azienda dell’acciaio, che continuerà ad operare oltre il 6 settembre “pur continuando a monitorare gli impatti giuridici, normativi e operativi relativi all’impianto di Taranto per quanto concerne la sua attività”. Ora però l’azienda deve affrontare la questione dello spegnimento che è stato ingiunto per l’altoforno numero due. I commissari straordinari dell’Ilva as hanno presentato al Tribunale di Taranto una nuova istanza. La priorità è scongiurare lo spegnimento il 10 ottobre ed appare quindi necessario che il Tribunale del Riesame si esprima il più velocemente possibile.

Resta poi il nodo della cassa integrazione prorogata per 13 settimane: la prossima settimana ci sarà un primo incontro tra azienda e sindacati. Questi ultimi chiedono però un “confronto urgente” al Mise sul futuro industriale, ambientale e occupazionale di tutti i siti produttivi di ArcelorMittal.

WHIRLPOOL

L’ultimo incontro al Mise è del 1 agosto. In quella sede, i rappresentanti dell’azienda avevano illustrato cinque opzioni per garantire la salvaguardia dello stabilimento di Napoli, che vede coinvolti 410 lavoratori ed era stato deciso di proseguire il confronto a livello tecnico con i sindacati. E’ stato pubblicato il 4 settembre il decreto che permette alla società di accedere a una decontribuzione per circa 17 milioni di euro per 15 mesi (10 milioni per il 2019 e 6,9 milioni per il 2020) con sgravi fiscali sugli oneri relativi ai contratti di solidarietà.

Ma l’azienda giudica questa misura “insufficiente” e ribadisce che l’unica soluzione e’ “avere una nuova missione produttiva”. Whirlpool ha inviato alle sigle sindacali una convocazione “per condividere importanti aggiornamenti relativi allo stabilimento di Napoli”, in “assenza di una prossima convocazione del tavolo in sede ministeriale”. La riunione si terra’ a Roma lunedì 16 settembre alle ore 10.30.

BLUTEC 

Il decreto legge emanato ieri prevede lo sblocco dei fondi per la cassa integrazione per le aree di crisi complessa e quindi la copertura anche per gli ammortizzatori destinati ai lavoratori Blutec di Termini Imerese fino al 31 dicembre. Il 31 ottobre il commissario giudiziario dovrà presentare il piano industriale, trovando una nuova missione produttiva che possa rioccupare i 670 lavoratori nonché i 300 dell’indotto. Per i sindacati la vertenza “può e deve essere un svolta per il nuovo governo”: la richiesta è di fare “atti concreti” che vadano oltre gli annunci. 

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