I tavoli ancora aperti delle aziende in crisi

I tavoli ancora aperti delle aziende in crisi

03. 02. 2020 Off Di admin

Ex Ilva, Whirlpool, Safilo. Restano circa 150 le vertenze ‘calde’ al ministero dello Sviluppo economico. Il Mise  ancora alla ricerca di una soluzione per Taranto, è riuscito a ottenere un rinvio per la sede campana dell’azienda di elettrodomestici e conta di trovare investitori per lo stabilimento di Martignacco.

Il ministero ha inoltre ottenuto la sospensione dei licenziamenti alla Mahale e nuovi investimenti per LFoundry, mentre ancora è avvolto nelle nebbie il futuro di Embraco, per cui proprio oggi si tiene una riunione al Mise. E sempre oggi parte il primo gruppo di lavoro del tavolo automotive, insediato a fine anno: al centro dell’incontro la domanda del settore (a metà mese si parlerà di infrastrutture e all’inizio di marzo dell’offerta).

In questo caso non si parla di crisi ma dei rischi occupazionali per il passaggio a produzioni sostenibili, tenuto conto dell’enorme indotto della componentistica di motori a benzina e diesel: per realizzare un motore elettrico serve il 25% della forza lavoro di un motore razionale.

Ancora appesa anche la vicenda Alitalia, che pur con nuove risorse pubbliche è sempre alla ricerca di un partner. Queste le principali vertenze.

Arcelormittal – Questa settimana continuerà le trattative tra azienda, Ilva in amministrazione straordinaria, consulenti e avvocati, sotto la visione del Governo, per giungere ad una intesa più avanzata e concreta – sul rilancio e riassetto del gruppo – poco prima dell’udienza del 7 febbraio a Milano sui ricorsi presentati dalle parti. Allo stato le distanze sono importanti e significative su esuberi e risorse da mettere in campo.

Whirlpool – Al tavolo del 29 gennaio l’azienda ha confermato la decisione di lasciare Napoli ma il ministro Patuanelli e i sindacati hanno poi convinto la multinazionale a mantenere le attività produttive del sito partenopeo fino al 31 ottobre. Intanto, Invitalia ha avviato una analisi dettagliata dei dati certificati forniti da Whirlpool, al fine di identificare soluzioni industriali con nuovi acquirenti. L’obiettivo è avere nei prossimi mesi un nuovo piano industriale che sia sostenibile nel lungo periodo. A febbraio ci saranno incontri tra le parti in sede aziendale per il monitoraggio dell’andamento dei singoli stabilimenti Whirlpool e sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Safilo – all’incontro del 16 gennaio, l’azienda ha confermato 700 esuberi e la chiusura dello stabilimento di Martignacco. La società ha dato mandato ad un advisor di verificare la presenza di possibili nuovi investitori interessati al sito friulano. Patuanelli ha chiesto all’azienda di non procedere ad azioni unilaterali nei confronti dei lavoratori e di avviare un confronto con le parti sociali per discutere i dettagli del piano industriale. Dopodiché sarà possibile individuare tutti gli strumenti a disposizione sia del ministero che delle Regioni per supportare il rilancio produttivo dell’azienda, puntando anche sugli investimenti in campo tecnologico e digitale.

Embrac – riunione al Mise per capire il futuro dello stabilimento ceduto a luglio 2018 da Whirlpool a Ventures. I 409 lavoratori sono in cassa integrazione fino a luglio 2020. I sindacati ritengono che il processo di reindustrializzazione abbia fallito e chiedono un piano alternativo. Per questo hanno hanno spinto affinché venisse coinvolta Invitalia nella ricerca di nuovi investitori.

Mahale – nell’incontro del 31 gennaio l’azienda ha accolto la richiesta del ministero di ritirare la procedura di licenziamento collettivo per 453 lavoratori dei due stabilimenti piemontesi di La Loggia, vicino a Torino, e Saluzzo in provincia di Cuneo. La società si è impegnata a non avviare azioni unilaterali, a proseguire il confronto tra le parti sia in sede locale che aziendale e a dare mandato ad un advisor per verificare la presenza di potenziali investitori interessati. Inoltre, verrà valutata la possibilità di ricollocare i lavoratori all’interno dell’azienda e di mettere a disposizione incentivi all’esodo, avviando al contempo la richiesta di utilizzo di ammortizzatori sociali previsti per la reindustrializzazione.

Conad/Auchan – a gennaio Margherita distribuzione ha formalizzato la procedura di licenziamento per 817 lavoratori impiegati in tutte le strutture di sede. I tagli più drastici colpiscono il quartier generale di Rozzano, nel milanese, dove lavorano 456 impiegati. Secondo il piano industriale della società creata da Conad e da Wrm, che deve essere portato a termine entro il primo semestre 2020, gli esuberi sarebbero oltre 6.100 ma 3.000 addetti rientrerebbero in Conad portando cosi il numero degli esuberi a 3.105. L’azienda ha proposto per i dipendenti considerati in esubero la mobilità su base volontaria e incentivata e l’attivazione degli strumenti di sostegno al reddito, nonché soluzioni di ricollocazione di parte del personale della rete commerciale e delle sedi presso Conad e/o terzi operatori di mercato a condizioni da definirsi in appositi accordi.

Lfoundry: al tavolo sullo stabilimento di Avezzano (Aquila), il 28 gennaio scorso, l’azienda ha presentato il piano industriale, che prevede 18 milioni di euro di investimenti a partire dal 2020, e si è impegnata a non ricorrere a licenziamenti e agli ammortizzatori sociali nonché ad anticipare la conclusione del contratto di solidarietà, che interessa tutti i suoi dipendenti, la cui scadenza è prevista a maggio 2020. Insoddisfatti i sindacati. Il tavolo verrà riconvocato dopo il confronto tra le parti in sede aziendale e locale.

Jabil – la ex Marconi di Marcianise (Caserta) occupa 700 lavoratori e l’azienda ha annunciato il licenziamento al 31 marzo di 350. Nell’ultimo incontro non si sono fatti passi avanti. Anche in questo caso e’ intervenuta Invitalia ma la soluzione appare lontana.

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