Il botta e risposta tra Conte e Salvini su leadership, immigrazione e Gregoretti 

Il botta e risposta tra Conte e Salvini su leadership, immigrazione e Gregoretti 

28. 12. 2019 Off Di admin

La Lega non rappresenta un rischio per la democrazia. Il modo in cui Matteo Salvini interpreta la sua leadership, invece, sì. Da Villa Madama, dove Giuseppe Conte tiene la consueta conferenza di fine anno, arriva un attacco frontale all’ex ministro dell’Interno.

Il Carroccio è una minaccia per la stabilità democratica? “La Lega è una forza politica pienamente legittimata, ma mi meraviglia il modo di Salvini interpreta la sua leadership. Una leadership che non si è peritata di evitare strappi istituzionali: questo sì, lo ritengo insidioso”, sottolinea il premier che, in 160 minuti di botta e risposta con i giornalisti parlamentari, si sofferma a più riprese sui conti rimasti in sospeso con il capo della Lega.

E la campagna acquisti della Lega fra i deputati M5s non aiuta a rasserenare il clima. “Non guardavo prima da semplice cittadino e non lo faccio ora a queste campagne acquisti. Quando si riceve un mandato, per quanto si possa entrare in contrasto con altri esponenti politici, guardo con grande favore coloro che pur in difficoltà si orientano strenuamente dentro quella stessa forza politica per indirizzarla”.

Un messaggio rivolto anche ai suoi estimatori, molti dei quali – stando alle cronache parlamentari – sarebbero tentati di dare vita a gruppi ‘contiani’ a Camera e Senato. “Io non ho necessità di avere un gruppo di riferimento, non è nelle mie corde, faccio il presidente del Consiglio e cerco di farlo al meglio” avverte: “Non posso in questo momento pensare che dei parlamentari che apprezzano la nostra iniziativa, debbano usare il mio nome per alimentare un gruppo: rimanete nelle forze rispettive di governo, evitate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilità del governo”.

La querelle “Gregoretti”

Un altro terreno di scontro fra premier e capo leghista è quello della richiesta di autorizzazione a procedere a carico di Salvini che verrà esaminata il 20 gennaio dalla Giunta del Senato. Il caso è quello dei naufraghi accolti sulla motonave Gregoretti. Per Salvini si tratta di un caso analogo alla Diciotti, per il quale l’ex ministro è già stato risparmiato dal precedente governo che si assunse collegialmente la responsabilità di quanto accaduto. Ma allora salvini era parte integrante dell’esecutivo.

Oggi, Conte riafferma, contro la versione di Salvini, la sua estraneità al caso Gregoretti e, per farlo, annuncia di voler passare al setaccio il suo smartphone per verificare “i limiti del coinvolgimento”. E questo perché “il presidente del Consiglio non può parlare a vanvera, lasciatemi verificare. Riferirò, poi, quale è stato il mio ruolo, in piena trasparenza. Non dico che ero distratto e che non ricordo il caso Gregoretti. Ma visto che è stato detto che ero coinvolto, ho verificato e verificherò i limiti del mio coinvolgimento”.

Al di là del singolo caso, è sull’operato complessivo dell’ex ministro dell’Interno e sul suo modo di intendere la leadership che Conte si sofferma. Sui ricollocamenti dei migranti, il presidente del Consiglio segnala che “si è passati dagli undici mensili del precedente esecutivo a 98” anche grazie all’accordo siglato con Malta. Sui decreti sicurezza, innanzitutto, Conte annuncia che saranno al centro della riunione di gennaio con la quale il governo stabilirà il timing per portare a compimento i 29 punti del programma.

Si parte da quei decreti che portano il nome di Matteo Salvini, dunque, per ridare smalto a una azione di governo che negli ultimi tempi sembra frenata dallo scontro interno alla maggioranza. “Uno dei 29 punti programmatici riguarda l’intervento sui decreti sicurezza per recepire le preoccupazioni espresse dal Presidente Mattarella. Il decreto sicurezza Bis è stato varato dal Consiglio dei ministri in maniera diversa dall’originale, che tenevano conto dei rilievi del presidente Mattarella. Adesso potremo lavorare e sarà uno dei temi dell’incontro di gennaio”, sottolinea Conte.

Immediata la reazione di Salvini: “Conte annuncia modifiche ai Decreti sicurezza, racconta balle vergognose sull’immigrazione e cambia versione sulla Gregoretti. Nel 2019 siamo a 11.439 arrivi, di cui 6.304 da settembre a oggi ‘grazie’ al governo delle poltrone e dei porti aperti. Sulla Gregoretti ammette che Palazzo Chigi aveva avuto un ruolo per ricollocare gli immigrati. Così conferma anche che le trattative con gli altri Paesi c’erano sempre state: altro che novità degli ultimi mesi”.

Verifica, tagliando, ‘agenda setting’: qualunque sia il nome che si darà a quell’incontro, nelle intenzioni di Giuseppe Conte dovrà trattarsi di un nuovo ‘start’ per il suo esecutivo: “Davanti a noi ci aspetta una maratona di tre anni. Uno spazio temporale ci consente di programmare meglio le nostre iniziative di governo. Dobbiamo “programmare un piano ambizioso riformatore, quelle misure che il Paese attenda da anni”.

Le novità nella squadra di governo

Intanto, da oggi, il governo si arricchisce di due ministri e un ministero in più. Lorenzo Fioramonti, dopo le dimissioni a causa delle scarse risorse destinate alla scuola e all’Università, viene sostituito da Lucia Azzolina al ministero dell’Istruzione. Al nuovo dicastero andrà invece il presidente della Cri, Gaetano Manfredi.

“Mi sono convinto che la cosa migliore sia separare il comparto scuola dal comparto ricerca a Università. Mi farò latore della creazione di un nuovo ministero dell’Università e della Ricerca: ho pensato di nominare la sottosegretaria Azzolina ministra della Scuola e Gaetano Manfredi, presidente Crui, ministro dell’universita’ e della ricerca. Affiancherò il neo ministro per una ricognizione di un mese in cui sentiremo tutti gli stakeholders”. Non ci saranno, invece, nuovi sottosegretari ad affiancare i ministri.

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