Il conto più pagato lo pagherà la Basilicata, il Trentino sarà il primo a rialzare la testa 

Il conto più pagato lo pagherà la Basilicata, il Trentino sarà il primo a rialzare la testa 

02. 09. 2020 Off Di admin

AGI – Il conto più salato del Covid 19, in termini di caduta del Pil, lo pagherà la Basilicata. Secondo l’ultimo report dello Svimez, il Pil crollerà quest’anno del 12,6%. E questo, nonostante sia stata solo marginalmente interessata dalla pandemia. Il Veneto invece una delle regioni maggiormente colpita dal virus vedrà la sua economia contrarsi del 12,2%. La Lombardia, epicentro della crisi sanitaria, perderà 9,9 punti di Pil nel 2020. Perdite superiori al 10% si registreranno nel 2020 al Nord: Emilia Romagna (-11,2%), Piemonte (-11%) e Friuli V.G. (-10,1); al Centro: Umbria (-11,1%) e Marche (-10,6%); e nel Mezzogiorno: Molise (-10,9%). La Campania e la Puglia, che insieme concentrano circa il 47% del Pil del Mezzogiorno, perderanno rispettivamente l’8 e il 9%.

Per Sicilia e Sardegna, il calo del Pil sarà meno consistente

Piu’ contenute le perdite in Calabria (-6,4%), Sardegna (-5,7%) e Sicilia (-5,1%), “economie regionali meno coinvolte negli interscambi commerciali interni ed esteri e perciò più al riparo dalle ricadute economiche della pandemia”. Se scendiamo nel dettaglio, emerge poi che l’impatto del coronavirus e dell’eccezionale calo del Pil si farà sentire sensibilmente sui redditi delle famiglie italiane.

Il calo del reddito delle famiglie, a sorpresa, meno sensibile al Sud

Quest’anno il calo del reddito delle famiglie sarà in media meno intenso nel Mezzogiorno (- 3,2% contro il -4,4% del Centro-Nord) anche per effetto degli ingenti trasferimenti previsti dalle misure di sostegno al reddito previsti dal Governo. Secondo i dati Svimez, i consumi sono invece in picchiata in tutte le regioni, in particolare nelle Marche e in Umbria mentre la differenza si farà sentire sui tempi di recupero.

Il “colpo di reni” lo avrà il Nord, il Sud non recupererà le perdite del 2020

Nel 2021 il Centro Nord e il Centro faranno segnalare un margine di recupero, mentre la spesa resterà stagnante nelle altre Regioni. Nel dettaglio, per quanto riguarda il reddito delle famiglie, il calo riguarda l’Emilia Romagna (-6,3%), Marche (-5,7%), Umbria (-5,2%) e Piemonte (-5,2%). Per il 2021 e’ atteso un recupero in tutte le regioni del Centro e del Nord, soprattutto nel “triangolo della pandemia”. Le regioni meridionali condividono una riduzione meno intensa dei redditi nel 2020 ma, al tempo stesso, un recupero piu’ debole nel 2021. E’ questo il caso, in particolare, di Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia, che non recupereranno le perdite del 2020.

I consumi diminuiscono dappertutto, soprattutto nelle Marche e in Umbria

“La dinamica dei redditi inevitabilmente condiziona le decisioni di consumo delle famiglie”, spiega lo Svimez aggiungendo che “la spesa delle famiglie cala bruscamente in tutte le regioni italiane con una variabilità interna alle due macro-aree piuttosto correlata alla dinamica dei redditi”. Nelle Marche (-12,3%) e in Umbria (- 12.2%) i crolli piu’ evidenti; in Lombardia (-7,3%), Molise (-7,4%), Trentino (-7,7%) e Sicilia (- 7,7%) quelli meno intensi ma di entità comunque eccezionale. La forbice si allarga se si guarda alla ripresa della spesa delle famiglie nel 2021.

Nelle regioni del Centro e del Nord, in media, i consumi delle famiglie aumenteranno del 5,0% recuperando solo la metà della perdita del 2020; nelle regioni del Mezzogiorno il recupero sarà meno di un terzo: +2,7% dopo la caduta del -9,0% del 2020. Particolarmente stagnante sarà la spesa delle famiglie in Sardegna, Sicilia e Calabria.

Si accentua il divario tra Nord e Sud, rialzeranno la testa in modo diverso

In sintesi, insomma, il 2021 vedrà l‘accentuarsi del divario tra Nord e Sud per quanto riguarda la ripartenza  dopo lo tsunami economico dovuto al coronavirus. Nel rapporto Svimez, si evidenzia che l’andamento del Pil per quanto riguarda l’anno prossimo è più differenziato su base regionale rispetto all’impatto del Covid-19 nel 2020: il Mezzogiorno farà segnare il +2,3% rispetto al Centro-Nord (+5,4%).

L’anno prossimo il Trentino sarà l’unica regione a recuperare tutti i punti di Pil persi

L’unica regione italiana che recupera in un solo anno i punti di Pil persi nel 2020 e’ il Trentino. A seguire, le tre regioni settentrionali del “triangolo della pandemia” che guidano la ripartenza del Nord: +7,8% in Veneto, +7,1% in Emilia Romagna, +6,9% in Lombardia. Segno, questo, spiega il rapporto, che “le strutture produttive regionali più mature e integrate nei contesti internazionali perdono più terreno nella crisi ma riescono anche a ripartire con più slancio, anche se a ritmi insufficienti a recuperare le perdite del 2020″. 

A incontrare maggiori difficoltà soprattutto la Liguria

Maggiori le difficolta’ a ripartire di Friuli V.G., Piemonte, Valle d’Aosta e, soprattutto, Liguria. Le regioni centrali sono accomunate da una certa difficoltà di recupero, in particolare l’Umbria e le Marche. Alla questione settentrionale e a quella meridionale intorno alle quali tradizionalmente si polarizza il dibattito nelle crisi italiane, sembra aggiungersi una “questione del Centro” che mostra segnali di allontanamento dalle aree più dinamiche del paese, scivolando verso Sud.

Al Sud tra le più reattive anche la Campania

Tra le regioni meridionali, le più reattive nel 2021 sono, nell’ordine, Basilicata (+4,5%), Abruzzo (+3,5%), Campania (+2,5%) e Puglia (+2,4%), “confermando la presenza di un sistema produttivo piu’ strutturato e integrato con i mercati esterni”. A fronte del Sud che riparte, sia pure con una velocità che compensa solo in parte le perdite del 2020, nel 2021 ci sarà anche un Sud dalla ripartenza frenata: Calabria (+1,5%), Sicilia (+1,3%), Sardegna (+1%), Molise (+0,9%). “Si tratta di segnali preoccupanti di isolamento dalle dinamiche di ripresa esterne ai contesti locali, conseguenza della prevalente dipendenza dalla domanda interna e dai flussi di spesa pubblica” segnala il rapporto Svimez.

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