Il Pd va verso uno Ius Soli ‘temperato’
31. 08. 2024AGI – Puntare sullo Ius Soli per riformare la legge sulla cittadinanza. Sarebbe questo, riferiscono fonti parlamentari del Partito democratico, l’orientamento che sta emergendo fra gli eletti dem e che la segretaria Pd, Elly Schlein, ha in qualche modo presentato alla festa dell’Unità di Terni. “Nelle nostre classi non ci sono italiani e stranieri, ma bambine e bambini che hanno lo stesso diritto a una istruzione di qualità. Certo che dobbiamo cambiare la legge sulla cittadinanza, il Pd c’è, ma non per deludere le aspettative. Per noi chi nasce e cresce in Italia è italiano e non bisogna negare questo diritto”, sono state le parole della leader dem. Un passo in avanti rispetto alla proposta formulata, per ora a parole, dal leader di Forza Italia, Antonio Tajani e ‘tradotta’ in un emendamento al ddl Sicurezza dal gruppo di Azione alla Camera. Una proposta, lo Ius Scholae, che è un cavallo di battaglia storico dei Cinque Stelle, che la ripresentano a ogni legislatura, preferendola allo Ius Soli. Il Movimento, nella scorsa legislatura, aveva presentato una proposta di legge a firma Giuseppe Brescia e, dopo il voto, è stata la deputata Baldino a ripresentare una proposta analoga. Se una proposta in questo senso venisse calendarizzata, i pentastellati la accoglierebbero senza particolari problemi, anche perché lo Ius Scholae viene considerato dal partito di Conte il miglior punto di caduta per una riforma della legge sulla cittadinanza. Italia Viva punta sullo Ius Scholae/Ius Culturae nella forma approvata alla Camera e poi arenata in Senato nel 2017. Maria Elena Boschi ha ripresentato lo stesso identico testo, chiedendo che anche Forza Italia lo voti.
Alleanza Verdi e Sinistra ha già spiegato di preferire lo Ius Soli, ma non esclude la possibilità di convergere con il resto delle opposizioni sullo Ius Scholae, se questo permette di “superare le discriminazioni” dell’attuale legge, come già spiegato da Marco Grimaldi, vica capogruppo alla Camera. In ogni caso, Avs ha già presentato alla Camera una proposta di legge che prevede “il riconoscimento della cittadinanza italiana per i giovani e le giovani con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento dei dodici anni che risiedano legalmente e che abbiano frequentato regolarmente almeno cinque anni di studio nel nostro Paese, in uno o più’ cicli scolastici“.
Al momento, non ci sono state riunioni formali all’interno dei gruppi del Partito democratico o a livello di organismi statutari. Il confronto si è, però, sviluppato sulle chat interne ai gruppi e alla segreteria facendo emergere, viene spiegato da un dirigente Pd, un chiaro orientamento verso lo Ius Soli. Uno Ius Soli che, tuttavia, non prevederebbe la sola nascita su territorio italiano come requisito per l’ottenimento della cittadinanza, ma andrebbe integrato da alcuni ‘paletti’ ancora da discutere. Paletti che potrebbero rispondere ai dubbi sollevati, tra gli altri, dal leader M5s Giuseppe Conte in un recente intervento: “Non appare convincente neppure una riforma basata sullo ius soli come proposto dai partiti di sinistra. Una riforma del genere produrrebbe l’effetto di attribuire la cittadinanza a chi, anche occasionalmente, nasce su suolo italiano, senza alcuna considerazione per i necessari processi di integrazione”.
Di tempo per elaborare la proposta i dem ne hanno: la prossima settimana si ricominceranno a riunire alcune commissioni, ma la prima capigruppo della Camera e’ prevista per la settimana che inizia il 9 settembre. E Schlein ha intenzione di portare avanti la discussione coinvolgendo le forze sociali e le associazioni impegnate su questo tema. “Vogliamo confrontarci con le reti e le associazioni per cambiare la legge sulla cittadinanza. Per cui siamo, a partire dalle nostre proposte, disponibili al confronto e non disponibili a deludere le aspettative di chi aspetta questa legge da decenni”, ha sottolineato Schlein nelle scorse ore.