“La crisi del coronavirus è un’occasione per l’Italia”, dice Pivetti 

“La crisi del coronavirus è un’occasione per l’Italia”, dice Pivetti 

04. 02. 2020 Off Di admin

L’Italia nella crisi del coronavirus? “In questo frangente dovrebbe cogliere l’occasione per fare un passo ulteriore, assumendo una leadership nella gestione della crisi e fornendo alla Cina tutto il know how, la propria competenza in fatto di protezione civile, di risoluzione delle emergenze sanitarie, di coordinamento degli aiuti e di assistenza”. Lo sostiene Irene Pivetti, già presidente della Camera dei Deputati e oggi presidente dell’Associazione per l’amicizia Italia-Cina e responsabile di Only Italia, piattaforma che promuove in Cina il made in Italy, per la quale quest’ultimo “non è solo cibo e moda ma è anche l’eccellenza del nostro modus operandi in scenari simili”.

In questi giorni Pivetti ha un filo diretto con Pechino e pertanto dice che però il nostro governo non sarà in grado di assumere un ruolo all’altezza della situazione perché “parliamo di un governo traballante, attento solo a tenersi in piedi, che difficilmente può proiettare il suo sguardo all’estero”. E poi, in generale”, sostiene ancora Pivetti, “è da 20 anni che la gestione delle vicende internazionali in Italia è a livello zero” mentre “un tempo il nostro Paese era altamente reputato oltreconfine”. “Non è più così da quando al potere ci sono mezze cartucce” chiosa.

Quanto all’Europa, secondo la presidente dell’Associazione per l’amicizia Italia-Cina, in questa vicenda “è la grande assente” e, visti i precedenti, non c’è da “aspettarsi che agisca coralmente”. E proprio per questo motivo, insiste Pivetti, “non cogliere questo ruolo leader in Occidente sarebbe per l’Italia un’occasione persa”. E se per la Cina l’impatto del coronasvirus “sarà di qualche punto di Pil, con danni enormi sull’indotto”, per l’Italia – prefigura Pivetti – “questa emergenza rischia di essere una mannaia sul progetto della Via della Seta, che è di natura infrastrutturale ma anche culturale”. Perché se alla diffidenza verso l’altro “ci aggiungiamo la paura del contagio”, la strada tracciata da quel memorandum “potrebbe farsi molto in salita”.

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