La sfida di Salvini: “A processo coi voti della Lega”

La sfida di Salvini: “A processo coi voti della Lega”

21. 01. 2020 Off Di admin

Il digiuno di protesta, l’appello ai “mille avvocati” per una sorta di ‘difesa di popolo’ al suo eventuale processo, e la promessa di trascinare nella brutta avventura anche gli ex colleghi di governo Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Matteo Salvini è un fiume in piena a San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese, quando convoca i giornalisti per commentare la decisione della giunta per l’immunità del Senato, che ha respinto la relazione del presidente Maurizio Gasparri in cui si chiedeva lo stop all’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso della nave Gregoretti.

Il paradosso è – come chiesto dallo stesso Salvini – che sono stati proprio i senatori leghisti a votare contro la relazione di Gasparri, dando nella sostanza via libera al Tribunale dei ministri di Catania che lo vuole processare per sequestro di persona ai danni dei 131 migranti bloccati per giorni al largo di Augusta, tra fine luglio e inizio agosto.

La mossa decisa dai leghisti è finalizzata – ha spiegato Erika Stefani, che sarà relatrice in Aula – a “smascherare il bluff” dei partiti di maggioranza, Pd-M5s-Leu-Iv, che vorrebbero far processare Salvini ma senza assumersi le responsabilità del loro gesto e comunque solo dopo le Regionali del 26 gennaio, perché temono l’impopolarità delle loro decisioni.

Il riferimento è alla decisione della maggioranza di non partecipare al voto di oggi, in segno di protesta contro la convocazione della Giunta, a ridosso dell’appuntamento elettorale in Emilia-romagna e Calabria. Da sottolineare, comunque, che, in alcun modo, la Lega e gli alleati del centrodestra avrebbero avuto, in Giunta e – in Aula in futuro – i numeri per fermare il processo a Salvini.

Digiuno di protesta e appello agli avvocati

“Vigliacchi” quelli del Pd, ha tuonato Salvini, attaccando i democratici per la loro assenza in Giunta. “Spero si presentino in Aula al Senato”, ha aggiunto, anticipando che la Lega voterà a favore del procedimento nei suoi confronti anche nell’Aula di Palazzo Madama, il 17 febbraio. “Penso di essere il primo politico al mondo che chiede di essere processato”, ha detto, lanciando un appello a tutti gli avvocati d’Italia.

“Apriremo un indirizzo e-mail per tutti gli avvocati che vorranno partecipare alla difesa in questo processo. Magari ci sarà una difesa collettiva con 500 o mille avvocati”, ha sostenuto, nel giorno in cui è stato aperto il sito ‘digiunopersalvini.it’, dove si puo’ aderire all’iniziativa ‘Sto con lui e per un giorno’ di digiuno in segno di protesta per il voto della giunta.

Se andrà a processo, Salvini, più battagliero che mai, ha poi assicurato che trascinerà sia Conte che Di Maio nella ‘partita’. “In quell’Aula di Tribunale, se mi manderanno, comunque, chiamerò sicuramente anche Conte e Di Maio che c’erano e non dormivano”, ha affermato, tirando nuovamente in ballo il presidente del Consiglio e il capo politico del M5s, a quel tempo alleati di governo.

“Ho già chiarito”, replica Conte

“Ho già chiarito”, ha scandito, dal canto suo, Conte. “Posso solo chiarire le circostanze specifiche e il grado del mio coinvolgimento, poi non mi posso sostituire alle decisioni di Salvini e alle decisioni della Giunta e dell’Aula – ha proseguito il premier -. Ho chiarito che il ministro Salvini aveva appena fatto approvare un decreto che aumentava le sue competenze, ha rivendicato a sè la scelta di se o quando far sbarcare le persone a bordo della Gregoretti. Circa il mio ruolo sull’indirizzo generale, io ci sono, e per quel che riguarda il mio ruolo sull’indirizzo di politica generale io ci sono e nella circostanza specifica il mio coinvolgimento” è stato “sul ricollocamento dei migranti in Europa”.

Salvini “è passato dal sovranismo al vittimismo: è la sua nuova linea politica. Ma sono tattiche, niente di più”, aveva lamentato Di Maio. Mentre per il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, “Salvini che fa la vittima è patetico”. “Sui processi il Pd non voterà mai sulla base di un giudizio politico, ma solo sulla base della valutazione delle carte processuali – ha scritto -. Si deve fare così per le persone normali e si deve fare così anche per i potenti. Senza privilegi o persecuzioni per nessuno. La gazzarra di queste ore ha un solo fine: strumentalizzare politicamente una vicenda giudiziaria e far dimenticare che il governo ha tagliato le tasse sugli stipendi ai lavoratori”.

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