Le 6 regole del selfie perfetto secondo Wiko

Le 6 regole del selfie perfetto secondo Wiko

07. 09. 2019 Off Di admin

Senza gli smartphone i social non sarebbero così centrali nelle nostre vite, senza le foto i social non sarebbero diventati per molti un lavoro, un impegno quotidiano per gestire la propria immagine pubblica. Sicuri allora di saper realizzare e pubblicare un selfie? Con lo giusto sguardo, la giusta location, il giusto posizionamento della camera? A stilare il decalogo del selfie perfetto ci ha pensato la Wiko, azienda francese produttrice di smartphone. Sei semplici regole per sapere sempre cosa fare e cosa non fare quando ci autopuntiamo una cam addosso.

1) Duck Face, addio!

La celebre posizione delle labbra a becco d’anatra stile Zoolander volge al suo ultimo capitolo e le espressioni del volto naturali saranno le vere protagoniste dell’estate. Spazio quindi a sorrisi, espressioni di stupore o tristezza invece dell’artefatta duck face. Le espressioni facciali non sono determinate dalla cultura o dalle tradizioni locali ma fanno parte di un linguaggio universale, come detto già negli anni ’50 dal famoso psicologo statunitense Paul Ekman, che aveva condotto uno studio su persone appartenenti a 21 culture differenti.

2) I #bathroomselfie virali

A quanto pare è il bagno ad aggiudicarsi il primo posto tra le location preferite per i selfie. Sono davvero tantissimi gli influencer e gli utenti che si autoritraggono con l’hashtag #bathroomselfie, soprattutto negli eleganti bagni degli hotel con specchi incastonati in cornici illuminate.

3) Non scomodiamo i grandi autori

Chissà come avrebbero reagito James Joyce o Marcel Proust se avessero visto le loro frasi più celebri a corredo di selfie provocanti. Pensiamo al buon gusto e chiediamo ai selfie-addicted di evitare di scomodare i grandi del passato.

4) Attenzione ai gesti off limits

Sui social la consapevolezza di essere sotto gli occhi di tutti è fondamentale! Sono tanti gli influencer che hanno perso follower in poco tempo a causa di un classico caso di ‘lost in translation’, cioè incomprensioni dovute all’appartenenza a culture differenti. Prima di scattare e postare bisogna stare attenti ai gesti. Ad esempio, il classico segno delle dita V con il dorso della mano a favore di camera, un must per gli appassionati della moda giapponese Kawaii, non è ben visto da inglesi e australiani che lo considerano offensivo. Anche il semplicissimo “Ok” fatto con la mano per indicare approvazione, in Brasile e Russia assume un’accezione negativa, mentre in Francia indica una persona che vale zero.

5) Selfie acchiappa-lik con gli animali

Se durante tutto l’anno il gatto si conferma il re indiscusso dei selfie su Instagram, in vacanza guadagnano like anche altri animali, come il quokka, piccolo marsupiale dall’espressione sorridente appartenente a una specie protetta che vive su un’isoletta australiana. Ci sono però animali con cui è severamente proibito farsi i selfie, sia per l’incolumità dell’animale sia dell’autore dell’autoscatto. Sembrerà assurdo, ma gli animali ancora non hanno capito cosa sia una foto e potrebbero reagire in maniera inaspettata.

6) Le grandi opere d’arte, dove selfie e foto sono banditi

La lista dei luoghi in cui, per diversi motivi, vige il divieto di scattare foto è lunga e talvolta ricca di sorprese. In molti musei l’utilizzo di smartphone e fotocamere è vietato per proteggere le opere d’arte, ma anche luoghi di culto e perfino noti parchi divertimenti hanno messo al bando l’utilizzo dei selfie-stick. Meglio prima verificare. 

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