Non solo Alitalia e Whirlpool. Sono 160 le crisi in attesa di soluzione

Non solo Alitalia e Whirlpool. Sono 160 le crisi in attesa di soluzione

31. 08. 2019 Off Di admin

L’attuale situazione politica ha messo in allarme migliaia di lavoratori che attendono soluzioni ai 160 tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo economico. Agosto è iniziato con una ventata di ottimismo al dicastero di via Veneto, dove il 5 è stato raggiunto l’accordo per la cessione della Honeywell di Atessa a Baomarc e il 6 è stata trovata l’intesa al tavolo Pernigotti, per la reindustrializzazione del sito di Novi Ligure.

Ma le vertenze in attesa sono decine. Le vicende più complicate sono Alitalia (che non è tra quelle al tavolo di crisi ma è seguita dal Mise) e quelle dell’ex Ilva e Whirlpool, legate al decreto Imprese, approvato dal consiglio dei Ministri nella formula ‘salvo intesè, che doveva essere pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 agosto per poi essere convertito in legge dalle Camere.

Nel decreto trovano spazio la questione dell’immunità penale, civile e amministrativa per ArcelorMittal che avrà alcune tutele legali a tempo strettamente vincolate al rispetto del piano ambientale nello stabilimento di Taranto; la proroga della cassa integrazione per la Blutec di Termini Imerese; il sostegno alla riduzione dei costi dell’energia per l’ex Alcoa di Portovesme; disposizioni per l’area di crisi di Isernia; la stabilizzazione dei precari di Anpal servizi

Tanti gli appuntamenti che sono già stati fissati per settembre: tra questi l’incontro su Cmc per verificare lo stato di avanzamento del piano concordatario dell’azienda; il tavolo Invatec, per la presentazione dell’investitore identificato per la reindustrializzazione del sito; la riunione su Bekaert di Figline Valdarno per l’individuazione dell’investitore.

In attesa di un prossimo incontro anche le vertenze Jabil Italy, dopo la decisione dell’azienda di sospendere la procedura di licenziamento collettivo per i 350 lavoratori del sito di Marcianise; La Perla, dopo la sospensione dei 126 licenziamenti in attesa del nuovo piano industriale; Mercatone Uno, dopo l’incontro di luglio con i fornitori; Azienda Ferrosud, in vista della presentazione del piano industriale; Jsw (ex Aferpi) in attesa del piano industriale, di interventi sui costi energetici e di azioni sull’area di crisi complessa; Sider Alloys (ex Alcoa) in attesa di soluzioni sui costi dell’energia; Candy Hoover per il monitoraggio del processo di rilancio del sito di Brugherio.

Queste le situazioni più critiche:

ALITALIA

Il Mise ha fissato al 15 settembre il termine per la presentazione dell’offerta vincolante avanzata da Fs assieme a Delta, Atlantia e Mef, e del piano industriale. Ma ora questa data viene messa in dubbio. Entro agosto era atteso un incontro tra Fs, Atlantia e Delta in Usa e ieri doveva tenersi la riunione tra commissari e sindacati, rinviata invece a data da destinarsi. I nodi di un eventuale accordo con la compagnia americana sono legati alle rotte transatlantiche. I sindacati temono esuberi e vogliono avere certezze sulla liquidità della compagnia e sul suo futuro. 

ARCELOR MITTAL

La deadline per l’ex Ilva di Taranto è il 6 settembre. L’azienda ha avvertito che se per quella data non si sarà risolta la questione dell’immunità penale fermerà tutto, mettendo così a rischio 8.200 posti di lavoro diretti a cui va poi aggiunto l’indotto. La nuova norma sullo scudo penale è stata inserita nel decreto legge Imprese, andando a modificare il decreto Crescita già convertito in legge. Quest’ultimo aveva disposto la soppressione dell’immunità dal prossimo 6 settembre mentre con il decreto si introduce una immunità a scadenza: solo se l’azienda rispetterà tempistiche, criteri e modalità di esecuzione del piano ambientale potrà usufruire delle tutele.

Non è invece prevista alcuna immunità sulle norme a tutela della salute e della sicurezza del lavoro. E non sarà prevista alcuna tutela straordinaria per ogni incidente che dovesse verificarsi. La norma doveva intervenire anche sulla continuità operativa dell’altoforno 2, che rischia di spegnersi dal 10 ottobre a seguito di un nuovo sequestro della Procura di Taranto. L’amministrazione straordinaria dovrebbe presentare due istanze legali il 2 settembre per superare il sequestro e quindi il rischio blocco. Il 28 agosto si è tenuto al Mise un confronto tecnico tra ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria, in cui non sono stati compiuti passi avanti.

WHIRLPOOL

L’ultimo incontro al Mise si è tenuto il 24 luglio. In quella sede, i rappresentanti dell’azienda hanno illustrato cinque opzioni per garantire la salvaguardia dello stabilimento di Napoli, che vede coinvolti circa 420 lavoratori ed era stato deciso di proseguire il confronto a livello tecnico con i sindacati. Due gli incontri tecnici tenuti ad agosto. Il ministro Luigi Di Maio ha annunciato la presentazione di uno strumento normativo che permetterebbe a Whirlpool di accedere a una decontribuzione per circa 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi, con sgravi fiscali sugli oneri relativi ai contratti di solidarietà. Il decreto non ha però ancora visto la luce.

BLUTEC

Di Maio aveva annunciato ai primi di agosto misure straordinarie per le aree di crisi complessa della Sicilia, di Blutec, della Sardegna e Isernia, in un decreto su ‘Tutela del lavoro e risoluzione di crisi aziendalì, lo stesso che interviene sulla situazione di Wirlphool. Il decreto deve anche garantire la proroga della cassa integrazione.

Attesa la presentazione da parte del Commissario straordinario del piano industriale per la reindustrializzazione dello stabilimento e per far tornare a lavoro sia i 670 lavoratori sia i 300 dell’indotto. I sindacati chiedono che sia rispettato l’impegno assunto il 21 giugno dal Mise, dal ministero del Lavoro e dalla Regione Sicilia circa l’avvio del percorso e della strumentazione prevista concernente l’Area di Crisi Complessa.

Nel frattempo, procede la vicenda giudiziaria nei confronti di Cosimo Di Cursi e Roberto Ginatta, già rispettivamente amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione della società. A fine luglio la Guardia di Finanza ha dato esecuzione a un nuovo decreto di sequestro preventivo per 16 milioni di euro.

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