Scalfarotto ha spiegato perché è andato a visitare i due americani in carcere
01. 08. 2019Nicola Zingaretti ha precisato che ha agito a titolo personale. Carlo Calenda ha parlato di “vette di stupidità” mai raggiunte in precedenza. L’iniziativa dell’esponente del Pd Ivan Scalfarotto, che è andato a visitare in carcere i due ragazzi americani indagati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, non ha suscitato solo le critiche del ministro dell’Interno Matteo Salvini ma anche quelle dei colleghi del Pd, consapevoli dell’effetto sull’elettorato, ovvero, per dirla con Emanuele Fiano, “apparire, come è successo, come coloro che invertono l’ordine delle priorità, pur in assoluta buona fede”.
Consapevole di aver fatto esplodere quello che è il caso politico del giorno, il diretto interessato ha spiegato in un post su Facebook che non si è trattato di una “visita” ma bensì di “una ispezione al carcere di Regina Coeli, per verificare il rispetto dei diritti nei confronti degli accusati”. Ovvero “un’ispezione uguale a quella che ogni parlamentare ha diritto, e secondo me dovere, di compiere in tutte le carceri italiane, anche senza preavviso, perché è previsto dalle nostre leggi che i rappresentanti del popolo verifichino le condizioni in cui lo Stato tratta anche i criminali più efferati”.
“Contro di me attacchi organizzati”
Bollando le centinaia di commenti indignati come “attacchi organizzati”, Scalfarotto afferma: “In carcere ho trovato la nostra Repubblica in condizioni molto migliori di come la dipingano o la auspichino Salvini e la sua comunicazione: posso testimoniare – non solo al nostro Paese ma al mondo intero, come ho già fatto – che la nostra polizia penitenziaria sta svolgendo il proprio lavoro con la straordinaria professionalità e dedizione che ha da sempre, nonostante la carenza di risorse, il sovraffollamento, e la vetustà delle strutture”.
“Questo significa che posso anche testimoniare direttamente al nostro Paese e al mondo che l’Italia ha tutte le risorse e le caratteristiche perché il terribile omicidio che è stato commesso sia giudicato e punito qui e non all’estero. Nonostante le destre, siamo ancora un paese i cui standard di civiltà non temono alcun confronto”, aggiunge Scalfarotto.
“Molti mi hanno chiesto se sono andato a trovare la vedova di Mario Cerciello Rega. La risposta è che no, non l’ho fatto, per discrezione e rispetto”, conclude il deputato, “perchè non penso che tutti i politici di ogni ordine e grado debbano sempre dire una parola su tutto o imporre la propria presenza in ogni caso. Ma posso assicurare che se mi sarà data l’opportunità di farlo, quella sarà l’unica ‘visita’, commossa e sentita, per la quale in questa tristissima occasione si potrà mai usare questo nome”.
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