Si gioca tutto a Bologna

Si gioca tutto a Bologna

15. 11. 2019 Off Di admin

Matteo Salvini arriva a Bologna, per lanciare al Paladozza la campagna elettorale regionale di Lucia Borgonzoni, e migliaia di persone riempiono Piazza Maggiore per dire no alla presenza del leader leghista nella città rossa. È la manifestazione delle “sardine”, silenti e stipate. Primi atti di una partita, l’appuntamento elettorale del 26 gennaio, che è di respiro nazionale, vitale com’è per le sorti del Conte bis. In molti ritengono che una caduta della regione rossa per eccellenza possa creare uno tsunami nel Pd tale da determinare la fine dell’esecutivo. 

Salvini avverte Conte

“Se anche qui come in Umbria sceglieranno il futuro, il cambiamento, la Lega e il centrodestra qualcuno a Roma ne dovrà prendere atto”, risponde Salvini ai cronisti che gli chiedono se si aspetta che una vittoria del centrodestra in Emilia Romagna possa mettere a rischio il governo. Sul palco, invece, viene ribadito l’appello all’unità della coalizione, un’unità che non molti mesi fa sembrava messa in discussione di fronte alla tentazione di una corsa solista: “Da soli non si va da nessuna parte mentre uniti si vince”. E tra le centinaia di bandiere “Lega Salvini premier” è presente anche qualche bandiera di Forza Italia e una di ‘Cambiamo’, il Movimento di Giovanni Toti.

“Sono orgoglioso che la Lega sia protagonista di questa nuova speranza di cambiamento a livello locale ma anche nazionale”, ha detto Salvini prima dell’evento di apertura. Il nostro “obiettivo è tornare al governo”, ha scandito. 

Tensioni tra polizia e centri sociali

Si sono registrati momenti di tensione di fronte al palazzetto, quasi gremito, dove si è svolto l’evento che sancisce l’inizio della sfida leghista al governatore uscente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Un corteo dei centri sociali, almeno duemila persone, ha fronteggiato il cordone di protezione allestito dalle forze dell’ordine in via Riva Reno, poco distante dalla struttura.

Dal corteo sono partite bottiglie, petardi e fumogeni contro i mezzi blindati di polizia e carabinieri. Per disperdere i manifestanti, intenzionati a sfondare il ‘cordone’, sono stati usati a più riprese gli idranti. Non ci sono stati scontri fisici. “Se ci sono rimasti alcuni squadristi in questo Paese, sono quelli fuori che vogliono impedire l’esercizio della democrazia. Squadristi rossi”, ha commentato Salvini. 

Borgonzoni: “Sono convinta che ce la possiamo fare”

 “Sono convinta che ce la possiamo fare. Faranno di tutto per infangarci farci litigare al nostro interno”, dice Borgonzoni nel discorso di apertura della campagna, “la verità è spesso così semplice e elementare che appare incredibile”, ha aggiunto citando Giovannino Guareschi, “andiamo a liberare la nostra terra e poi l’Italia intera”. 

“Il Pd non è più il partito che sta vicino alla gente, ma alle banche. Questa regione è poco amata da chi la governa che l’ha resa come un poltronificio”, ha proseguito Borgonzoni, che ha poi difeso la scelta di aver indossato la t-shirt “Parliamo di Bibbiano’. “Si dovrà vergognare chi non è andato a controllare a Bibbiano, non io che ho messo la maglietta”, ha detto. 

Gli organizzatori della manifestazione: “Obiettivo raggiunto”

“Obiettivo raggiunto, non c’era un buco libero. Eravamo 15 mila persone. La gente era molto felice e non c’era malumore”: Mattia Santori, uno dei quattro organizzatori del flash mob delle sardine, interpellato dall’AGI, non nasconde la soddisfazione per la manifestazione andata in scena questa sera in piazza Maggiore, in contrapposizione alla convention leghista.

Sul Crescentone, la parte rialzata della piazza, sfidando la pioggia si sono radunate migliaia di persone. Con un richiamo alla sardina (di cartone o disegnata sui vestiti) i manifestanti hanno risposto alla chiamata lanciata su Facebook dai quattro trentenni amici da una vita: Mattia, ricercatore; Roberto, ingegnere; Giulia, fisioterapista e Andrea, guida turistica, al ‘debutto’ nella politica attiva. L’obiettivo dei promotori era superare numericamente la capienza di 5.570 persone del Paladozza. Alle 20.30 in punto è scattato il flash mob. Prima, tutti muti come sardine, poi è stata diffusa la musica di Lucio Dalla con il brano “Come è profondo il mare”. Spontaneamente i manifestanti hanno infine intonato, un passaggio di “Bella Ciao”. A coprire le ‘sardine’, due enormi striscioni con scritto: “Bologna non abbocca” e “L’Emilia Romagna non si lega”.

“Serviva un richiamo diverso dal solito. Abbiamo disintegrato – ha detto Santori – la retorica delle altre piazze leghiste. È stato un messaggio forte e chiaro che forse è servito più a noi che a loro”. Al termine del flash mob è stato letto alla piazza un testo scritto dagli organizzatori: “In molti avete chiesto di continuare in questa avventura – è il passaggio finale – di vincere anche le prossime battaglie. Sicuramente ripeteremo l’invasione delle sardine anche in altre città della nostra regione e avremo bisogno di voi”.

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