Vantaggi e svantaggi di un governo Salvini secondo gli analisti finanziari

Vantaggi e svantaggi di un governo Salvini secondo gli analisti finanziari

12. 08. 2019 Off Di admin

Le prossime settimane saranno cruciali per i mercati, e l’Italia dovrà tenere d’occhio lo spread. I principali istituti di analisi finanziaria danno praticamente per ‘fatta’ una vittoria della Lega se si tornasse al voto, e se plaudono ad un Governo stabile che piace alle piazze finanziarie, lasciano implicitamente intendere che la sfida del prossimo esecutivo sarà proprio quello dello stimolo all’economia.

Pessimisti gli esperti di Oxford Economics, che a breve termine vedono ‘nero’: in un Report, sostengono che nonostante la caduta del governo fosse nell’aria, a causa delle divergenze tra Lega e i Cinquestelle e dopo la vittoria del partito di Salvini alle europee, “i rendimenti del debito italiano saranno di nuovo in aumento”. E questo non sarà un elemento positivo, che andrà ad aggiungere “ulteriori venti contrari ad un’economia già in stagnazione”.

Più articolata l’analisi di Commerzbank secondo cui, a breve giro, il Capo dello Stato farà di tutto per scongiurare un voto anticipato, compresa la strada di un rimpasto di governo. E qualora tale tentativo non andasse in porto e si tornasse alle urne, gli esperti dell’istituto finanziario prevedono la vittoria di una coalizione di centro-destra, comprendente sia la Lega che Forza Italia di Berlusconi. La coalizione, però, “non sarebbe inoltre immune da conflitti interni e perseguirebbe in primo luogo un approccio orientato alla spesa pubblica”. Il risultato è che “la crescita dell’Italia rimarrebbe debole, e il debito pubblico elevato”. Non solo, ma sarebbero “inevitabili” ulteriori conflitti con la Commissione Europea.

Nel report viene evidenziato come Mattarella, da sempre considerato l’uomo che “antepone” a tutto la stabilità del paese, non dovrebbe licenziare alla leggera il governo di coalizione. E probabilmente tenterà un rimpasto. Ma il ritorno al voto appare la strada più plausibile e a quel punto, secondo Commerzbank, il partito di Salvini vincerebbe con ben il 40% dei voti. In un altro scenario, Forza Italia di Berlusconi porterebbe a Salvini la maggioranza necessaria, con addirittura il 50%. 

Forza Italia alleato più difficile di M5s?

Lo scenario di Commerzbank si spinge ancora più in là nel tempo: una tale coalizione di Governo, cioè Lega e Forza Italia, non sarebbe tutta rose e fiori. Al contrario dei Cinque Stelle, Forza Italia di Berlusconi è un partito “emancipato con una lunga esperienza di Governo”. “Anche all’interno di un tale governo Salvini dovrà scendere a compromessi”. Tutto sommato, però, il nuovo esecutivo “seguirebbe in gran parte la linea di Salvini e si concentrerebbe su programmi di ridistribuzione fiscale e di infrastrutture. Più lento il processo di riforme strutturali, che saranno attuate solo per un limitato periodo di tempo e ciò non aiuterà la crescita dell’economia”. 

Gli esperti di Bank of America Merrill Lynch non vedono molte alternative, per sbloccare l’impasse politica, del ritorno al voto. Questo perché “i governi tecnici in Italia sono politicamente problematici” e nemmeno “una maggioranza alternativa sembra essere una soluzione praticabile”. Meglio, cioè, il ritorno al voto e un governo forte: il report non è così esplicito ma sottolinea che un rimpasto di governo farebbe nascere un esecutivo solo più conflittuale e “negli ultimi mesi, il mercato sembrava vedere qualsiasi alternativa all’attuale coalizione come un evento positivo”.

A loro giudizio, un governo di destra potrebbe sì varare le misure necessarie a sostenere la crescita ma potrebbero esercitare una pressione “sempre più forte” sui mercati. Per questo motivo, gli analisti auspicano due cose: la prima, è che il nuovo governo faccia le riforme “giuste”; la seconda, che si mantenga la “credibilità” sul mercato, e ciò dipende, last but not least, dallo stile di comunicazione del governo stesso.

Ricette trumpiane?

Un nuovo governo di centrodestra in Italia porterebbe a politiche fiscali di marca trumpiana più favorevoli alla crescita economica. Su questo concordano due analisi di JP Morgan e Societé Generale. “Un governo di sola destra, formato da una coalizione tra Lega e Fratelli d’Italia, con molta probabilità, chiederà una maggiore flessibilità fiscale e metterà in agenda una diminuzione della pressione fiscale, in stile Trump”, prevede la banca d’affari americana JP Morgan, secondo cui “la posizione anti-Euro di Lega e Fratelli d’Italia verrà attenuata, in modo significativo, nella prossima campagna elettorale rispetto a quella precedente, in quanto cercheranno di stabilire una base di consensi piu’ ampia”.

L’analisi di JP Morgan prende anche in considerazione una possibile alleanza del partito di Matteo Salvini con Forza Italia, scenario il cui “potenziale non è chiaro”, sostiene la società di New York. “Un governo che includa Forza Italia”, si legge nel report, “potrebbe essere meno aggressivo della coalizione attuale, rispetto al desiderio di conflitto fiscale”.

Anche secondo il gruppo finanziario francese Societé Generale, Matteo Salvini premier, “senza elezioni in vista e con un’ampia maggioranza in Parlamento”, potrebbe attuare una strategia “diversa” da quella di totale scontro con la Ue. SG ritiene che”mentre è improbabile che plachi la sua retorica anti-Ue, Salvini potrebbe decidere di giocare sulle lunghe distanze e attuare solo gradualmente la flat tax (sperando che l’effetto si manifesti a fine legislatura)”.

Inoltre, osserva SG, è “da notare che, a differenza dell’attuale coalizione, Salvini potrebbe essere in grado di compensare qualsiasi taglio alle tasse con tagli alla spesa, facilitando il negoziato con la Ue”, anche perché “le radici pro-business della Lega favoriscono chiaramente questa strategia”. “A ogni modo”, avverte Societé Generale, “le tensioni con la Ue e i dubbi sulla sostenibilità del debito italiano non svaniranno del tutto nemmeno in questo caso”.

Che succederà allo spread?

Più incentrata sull’andamento dello spread, l’analisti degli analisti di Capital Economics: il differenziale Btp/Bund, ricordano, è stato influenzato nell’ultimo anno dal timore che l’Italia possa cercare di lasciare l’area dell’euro, e dalla preoccupazione per il deficit dell’Italia durante il confronto con la Commissione Europea. Questi due fattori hanno giocato al rialzo mentre l’annuncio della Bce di un nuovo programma di quantitative easing (QE), ha funzionato al contrario.

“Guardando al futuro, dubitiamo che qualsiasi governo sarebbe disposto ad allontanare l’Italia dall’area dell’euro, dato il rischio che questo possa danneggiare gravemente l’economia italiana”. Purtuttavia, “riteniamo che un governo guidato da Salvini avrebbe maggiori probabilità di scontrarsi con l’UE rispetto a quello attuale. Dopo tutto, è stato il piu’ esplicito nell’esprimere la sua opposizione alle norme di bilancio dell’Unione europea”. Non solo, ma “si è impegnato a cancellare l’aumento dell’IVA previsto per gennaio e a ridurre le imposte sul reddito, senza specificare come tutto questo sarà finanziato”.

Nel prossimo futuro, lo spread non sarà più influenzato dal futuro programma Qe della Bce perché gli acquisti che prevedono “sembrano essere attesi anche dagli investitori, e quindi ampiamente scontati”. E quindi, concludono, lo spread “terminerà quest’anno leggermente al di sopra del livello che ha ora raggiunto”.

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