“Gravi rischi per l’economia Usa senza nuovi aiuti”, dice il presidente della Fed Powell

“Gravi rischi per l’economia Usa senza nuovi aiuti”, dice il presidente della Fed Powell

06. 10. 2020 Off Di admin

AGI – Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell lancia l’allarme sui gravi potenziali rischi che corre l’ancora “incompleta” ripresa economica Usa, nel caso in cui il Congresso e la Casa Bianca non dovessero fornire i necessari, ulteriori aiuti. La ripresa, dice Powell parlando alla National Association of Business Economics, “è ancora lontana dall’essere completa” e “in questa fase iniziale direi che i rischi dell’intervento politico sono ancora asimmetrici.

Un sostegno insufficiente porterebbe a una ripresa debole, creando disagi inutili”, mentre al contrario, i rischi di “fornire un aiuto troppo generoso sono bassi”. Per cui, ha concluso, “anche se le azioni politiche alla fine si dimostrassero superiori al necessario, non andranno sprecate”.

Il tono è perentorio, più aiuti all’economia
 
Insomma, Powell, stavolta, ha chiesto con decisione alle forze politiche Usa di approvare nuovi stimoli, paventando conseguenze molto spiacevoli per l’economia a stelle e strisce, se gli aiuti non dovessero arrivare in tempo. Il suo tono è apparso più perentorio rispetto a quello usato nelle passate settimane, quando si era limitato a caldeggiare la necessità di un maggiore sostegno fiscale. 

Per uscire dal tunnel occorrono altri stimoli

Powell, che gode di una reputazione bipartisan ha ribadito oggi, con nettezza, la sua richiesta ai parlamentari di entrambe le parti, di lavorare al fianco della Fed contro la crisi della pandemia. “La ripresa sarà più forte e si muoverà più velocemente se la politica monetaria e la politica fiscale continueranno a lavorare fianco a fianco per fornire supporto all’economia fino a quando non sarà chiaramente fuori dal tunnel”.

– “Crescita ha rallentato, c’è rischio di un’altra recessione”

Finora, ha osservato Powell, “il peggio è stato evitato”. I prestiti governativi alle piccole imprese e il miglioramento dei sussidi di disoccupazione hanno “sostenuto una ripresa forte ma incompleta della domanda e hanno, per ora, sostanzialmente attenuato le normali dinamiche che si verificano in una recessione”.

Tuttavia, ha aggiunto, nonostante una svolta al rialzo negli investimenti aziendali, il ritmo del miglioramento “si è moderato” e c’è il “rischio che i rapidi guadagni iniziali possano subire un arresto più lungo del previsto”.

In altre parole, ha precisato, un prolungato rallentamento della ripresa potrebbe innescare “tipiche dinamiche recessive, poiché la debolezza si nutre di debolezza”. E tutto ciò. ha aggiunto potrebbe esacerbare le disparità razziali e di ricchezza esistenti, il che “sarebbe tragico, soprattutto alla luce dei progressi del nostro paese su questi temi negli anni precedenti la pandemia”. 

Wall Street ha reagito tiepidamente alle parole di Powell

Wall Street ha reagito abbastanza tiepidamente alle parole di Powell. I listini di New York sono restati deboli e misti, con il Dow Jones in rialzo e il Nasdaq in calo. Il motivo? Powell si è limitato a invitare con un tono più perentorio del solito le forze politiche a intervenire a sostegno dell’economia, ma i mercati restano abbastanza scettici sulla possibilità di un accordo bipartisan prima delle presidenziali.

Inoltre il presidente della Fed non ha detto niente riguardo a nuovi possibili stimoli monetari. Finora la Fed ha tagliato il suo tasso di riferimento quasi a zero a marzo, ha acquistato somme senza precedenti di titoli di stato e si è offerta di prestare direttamente ad aziende, città e Stati per mantenere il funzionamento dei mercati.

Tuttavia da luglio i suoi interventi di sono ridotti. Il motivo Powell l’ha spiegato qualche giorno fa, quando ha paventato il rischio di un’inflazione azionaria e cioè di una bolla finanziaria. Powell teme questa inflazione da asset e, per non alimentarla, sta aspettando che arrivino gli stimoli del governo, che sono aiuti economici e non stimoli finanziari come quelli che può dare la Fed.

Insomma, in attesa che al Congresso, democratici e repubblicani la smettano di litigare e si mettano d’accordo sugli aiuti all’economia, la Fed ha deciso di fermarsi, ha congelato il suo bilancio. In altre parole non si fida ad andare avanti da sola, accollandosi la responsabilità di incrementare la bolla finanziaria. E questo, per quanto sensato, non piace ai mercati. 

 

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