I reati di mafia tornano perseguibili d’ufficio

I reati di mafia tornano perseguibili d’ufficio

20. 01. 2023 Off Di admin

AGI – Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che modifica la riforma Cartabia e rende i reati di mafia nuovamente perseguibili d’ufficio. Non servirà più quindi la querela di parte per procedere.

Il testo, approvato su proposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, prevede la procedibilità d’ufficio per tutti i reati per i quali sia contestata l’aggravante del “metodo mafioso” o della finalità di terrorismo o di eversione. Inoltre, la procedibilità d’ufficio è prevista anche per il reato di lesione personale, quando è posto in essere da persona sottoposta a una misura di prevenzione personale, fino ai tre anni successivi al termine della misura stessa.

Infine, si stabilisce che l’arresto in flagranza previsto come obbligatorio debba essere eseguito anche in mancanza della querela, quando la persona offesa non è presente o prontamente rintracciabile. In tali casi, gli ufficiali o gli agenti di polizia giudiziaria dovranno effettuare tempestivamente ogni utile ricerca della persona offesa e, ove la querela non fosse presentata nel termine di quarantotto ore dall’arresto o la persona offesa decidesse di rinunciarvi, l’arrestato sarà rimesso immediatamente in libertà.

Sarà proposta la procedura d’urgenza

Il governo chiederà alla Camere di approvare il disegno di legge con una procedura d’urgenza, ha annunciato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

“In una settimana aperta dallo storico arresto del più pericoloso mafioso ancora latitante, il Governo propone al Parlamento, con procedura di urgenza, di innalzare il livello di contrasto alla criminalità più pericolosa”, scrive la premier, secondo la quale “col ddl approvato dal Cdm tutti i reati aggravati da finalità o modalità mafiose sono procedibili d’ufficio e non a querela. Inoltre, per reati che permettono l’arresto in flagranza, vi sono 48 ore di tempo per la presentazione della querela senza che l’arrestato torni in libertà”.

Nordio: “No a un Parlamento supino ai pm”

“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: non si è mai inteso toccare le intercettazioni che riguardano mafia e terrorismo e, ovviamente, quei reati satellite collegati a questi due fenomeni perniciosi”, aveva chiarito in mattinata il Guardasigilli in Aula alla Camera, per la relazione sull’amministrazione della Giustizia. 

“L’Italia non è fatta solo di pubblici ministeri. Il Parlamento non può essere supino o acquiescente alle affermazioni dei pm”, ha detto il ministro della Giustizia, “non mi stupisce che alcuni ex colleghi abbiano espresso posizioni ferocemente negative”, ma “così come questi colleghi vedono la realtà attraverso la loro lente di ingrandimento, le Camere penali e gli avvocati vedono le cose in modo diverso, opposto a quello dei pm. La politica rappresenta i cittadini, che non sono né pm né delle Camere penali”. 

 “Se non ci sarà un intervento radicale su abusi ed errori, cadremo in una democrazia dimezzata: la segretezza delle comunicazioni è l’altra faccia della nostra libertà”, ha concluso Nordio. 

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