Il Cremlino: “Un tetto al prezzo del petrolio russo destabilizzerà il mercato”

Il Cremlino: “Un tetto al prezzo del petrolio russo destabilizzerà il mercato”

02. 09. 2022 Off Di admin

AGI – L’imposizione di un “price cap”, un tetto al prezzo del petrolio russo, destabilizzerebbe i mercati del settore: lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Una cosa si può dire con sicurezza: l’adozione di una tale decisione porterà a una significativa destabilizzazione dei mercati petroliferi”, ha dichiarato venerdì Peskov ai giornalisti. “Le misure anti-russe adottate hanno portato a una crisi molto, molto profonda, una situazione in cui gli europei acquistano gas liquefatto principalmente dagli Stati Uniti per cifre folli e del tutto ingiustificate, e le aziende statunitensi si arricchiscono mentre i contribuenti europei si impoveriscono”, ha detto Peskov.

Via libera da G7 a tetto su prezzo greggio russo

I ministri delle Finanze del G7 hanno approvato il piano per l’introduzione di un tetto al prezzo del petrolio russo. Secondo quanto scritto nella dichiarazione finale congiunta, il massimale di prezzo iniziale si baserà sulla gamma di input tecnici e il tetto se necessario sarà rivisto. “Miriamo ad allineare l’attuazione con la tempistica delle misure correlate all’interno del sesto pacchetto di sanzioni dell’Ue”, hanno scritto i ministri secondo quanto riportato da Reuters.

Il G7 attuerà “urgentemente” un tetto massimo del prezzo del petrolio russo e incoraggerà una “ampia coalizione” di Paesi a partecipare, scrivono i ministri delle Finanze nella dichiarazione finale.
“Il price cap sarà fissato a un livello basato su una serie di dati tecnici e sara’ deciso dall’intera coalizione prima della sua attuazione”, spiegano, assicurando che i prezzi futuri saranno “comunicati pubblicamente in modo chiaro e trasparente”.

Peskov ha avvertito, inoltre, che l’affidabilità del gasdotto Nord Stream, che trasporta il gas russo in Europa, è a rischio, perché non ci sono apparecchiature di riserva che possano sostituire quelle fuori servizio.

“Non ci sono riserve, funziona solo una turbina. Fate voi i calcoli”, ha detto nella sua conferenza stampa telefonica quotidiana quando gli è stato chiesto se ci saranno altre interruzioni del flusso di export tramite Nord Stream per manutenzioni e riparazioni tecniche. “Non ci sono riserve: non è colpa di Gazprom, quindi l’affidabilità del suo funzionamento è a rischio”. 

von der Leyen, Putin preferisce bruciare gas che venderlo

“Il mercato elettrico non è più funzionale perché gravemente sconvolto dalla manipolazione di Putin. Ed è per questo che dobbiamo fare un passo avanti. Prima di tutto, la massima priorità è il risparmio energetico. C’è troppa poca energia a livello globale. Putin preferisce bruciare il gas piuttosto che fornirlo contrattualmente all’Europa o ad altre regioni. Quindi risparmiare energia con saggezza, soprattutto nelle ore di punta, in modo da non aver bisogno di gas”. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a margine della riunione dei parlamentari conservatori della Csu/Cdu in Germania. 

Medvedev, stop gas russo all’Europa se impone price cap

“Se verrà stabilito un tetto massimo al prezzo del gas russo, la Russia smetterà di esportare gas in Europa”. Lo ha dichiarato su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, commentando le dichiarazioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sulla necessità di fissare un tetto alle tariffe del gas in arrivo dalla Russia.
“Quello che è successo al petrolio accadra’ al gas. Semplicemente non ci sara’ piu’ gas russo in Europa”, ha detto l’ex presidente russo.

Il prezzo del gas olandese e britannico è sceso ai minimi da quasi 4 settimane: al Ttf il contratto passa di mano a 213 euro/MWh. La Russia dovrebbe riprendere domani le forniture di gas all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream dopo gli annunciati tre giorni di manutenzione. Gli ordini di spedizione, pubblicati sul sito web di Nord Stream mostrano che i flussi dovrebbero riprendere dalle 2 del mattino (00:00 GMT) al 20% della capacità normale, lo stesso livello di prima dei lavori di manutenzione. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha però ribadito nel corso di una conferenza stampa che l’affidabilità del gasdotto e’ stata messa in pericolo, poiché non ha dotazioni tecnologiche.

I giornalisti hanno chiesto a Peskov se fossero possibili ulteriori riparazioni dopo la ripresa operativa di domani e Peskov ha risposto: “Non ci sono riserve tecnologiche; una turbina sola sta lavorando. Fate i conti“. I lavori sono iniziati mercoledì e hanno ridotto il transito a zero. Gli annunci sui volumi previsti possono ancora cambiare e devono essere confermati dai flussi effettivi. 

Gazprom aveva giustificato la sospensione dei flussi con la necessità di effettuare lavori di manutenzione su una stazione di compressione del gasdotto, situata in Russia. Le Germania ha definito l’interruzione di questa settimana “tecnicamente incomprensibile”. A luglio, l’azienda aveva già effettuato dieci giorni di lavori di manutenzione sul gasdotto, che è stato poi riavviato ma con un ulteriore calo delle consegne. Nel contesto della guerra in Ucraina, l’energia è al centro di un braccio di ferro tra Mosca e l’Occidente, che accusa regolarmente la Russia di usare il gas “come un’arma”. Negli ultimi mesi Gazprom ha ridotto costantemente le quantità consegnate da Nord Stream.

Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, il gasdotto trasportava circa un terzo dei 153 miliardi di metri cubi di gas che l’Ue acquista annualmente. La Germania esporta parte dei volumi che arrivano sul continente. La riapertura di Nord Stream sarebbe un sollievo per i Paesi dell’Ue, ma non dissiperebbe i timori di ulteriori interruzioni in inverno.

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