La Bce presterà più obbligazioni per sostenere il mercato  

La Bce presterà più obbligazioni per sostenere il mercato  

10. 11. 2022 Off Di admin

AGI –  Il Consiglio direttivo della Bce ha aumentato da 150 a 250 miliardi il limite di obbligazioni che puo’ prestare in cambio di contanti. Lo annuncia in un tweet Isabel Schnabel, membro del board dell’Eurotower che spiega che “si tratta di una misura precauzionale volta ad attenuare la scarsita’ di garanzie e a sostenere il funzionamento del mercato in prossimità della fine dell’anno”.

Con la Bce che detiene migliaia di miliardi di euro di debito pubblico, gli operatori di mercato spesso faticano a trovare obbligazioni ad alto rating, come quelle tedesche, da prendere in prestito e utilizzare come garanzia nelle operazioni finanziarie.

For @ecb watchers: The Governing Council raised as of today the limit for the Eurosystem’s securities lending against cash collateral from €150 bn to €250 bn. This is a precautionary measure to ease collateral scarcity and support market functioning around the year-end. 1/2 pic.twitter.com/BmhpH9h4a3

— Isabel Schnabel (@Isabel_Schnabel) November 10, 2022

 

Il nuovo bollettino

“Nel secondo trimestre del 2022 l’attività economica mondiale ha subito una contrazione e i dati ricavati dalle indagini indicano il protrarsi di una crescita moderata nel breve periodo. Sebbene si riscontrino alcune circostanze positive per l’economia mondiale, legate all’ulteriore allentamento delle pressioni sulle catene di approvvigionamento derivante dai miglioramenti osservati nell’offerta e dalla flessione della domanda, persistono rischi al ribasso”. Questo il giudizio della Bce nel bollettino economico numero 7.

Le incertezze riguardano, prosegue l’Eurotower, il “contesto di protratta incertezza geopolitica” e “un possibile peggioramento degli andamenti del coronavirus nel corso dell’autunno e dell’inverno”. (Per questo, si specifica, “nonostante l’attenuazione delle pressioni sulla filiera produttiva, la dinamica dell’interscambio mondiale resta moderata in un contesto caratterizzato da un peggioramento delle prospettive economiche internazionali”.

“La crescita mondiale sta subendo un rallentamento in presenza di crescenti timori riguardanti la recessione – si legg ancora – il Pil mondiale (esclusa l’area dell’euro) si è contratto nel secondo trimestre, principalmente per effetto di un calo dell’attività in Cina dovuto alle restrizioni determinate dalla strategia zero-Covid, di una diminuzione del Pil russo dovuto alla guerra e di una modesta contrazione negli Stati Uniti.

In generale, tuttavia, nel terzo trimestre vi è stato un grado relativamente elevato di sincronizzazione tra paesi in termini di indebolimento degli indicatori dell’attivita’ mondiale, a segnalare un deterioramento delle prospettive per la seconda metà di quest’anno”.

Per la Bce, inoltre, “le spinte inflazionistiche a livello mondiale rimangono molto elevate. Mentre l’inflazione complessiva sui dodici mesi nei paesi dell’Ocse (esclusa la Turchia) è rimasta stabile al 7,9 per cento ad agosto – si legge nel bollettino – l’inflazione al netto delle componenti alimentare ed energetica è salita ulteriormente, raggiungendo il 5,3 per cento. Inoltre la dinamica dell’inflazione di fondo, trainata dall’elevata inflazione dei servizi, resta persistente nei diversi paesi. Ciò contrasta con la dinamica dell’inflazione complessiva, che sta diminuendo per effetto del calo dei prezzi dell’energia”. 

Nonostante gli elevati livelli di stoccaggio, il clima mite e una minore domanda di gas industriale “la situazione del mercato europeo del gas resta fragile. Qualsiasi fattore che accresca la domanda di gas, come un inverno piu’ rigido del previsto, implicherebbe il perdurare di una concorrenza serrata nell’assicurarne le forniture, acuendo le pressioni sui prezzi”. 

E ancora: “L’incertezza nel mercato europeo del gas è testimoniata anche dall’elevata curva dei future per tutto il 2023, che prevede un prezzo medio del gas superiore ai 130 euro/Mwh, significativamente superiore all’attuale prezzo”.

Le prospettive per il mondo del lavoro

“Nell’area dell’euro il mercato del lavoro si conferma solido, ma registra una lieve perdita di slancio. Ad agosto il tasso di disoccupazione si è collocato al 6,6 per cento, invariato dal mese precedente e circa 0,8 punti percentuali al di sotto del livello precedente la pandemia osservato a febbraio 2020“, ma nonostante questo “la ripresa delle ore lavorate dopo la revoca delle restrizioni connesse alla pandemia di coronavirus rimane piuttosto eterogenea nei maggiori paesi dell’area dell’euro e nei principali settori dell’economia”. Per l’Eurotower: “Gli indicatori a breve termine del mercato del lavoro continuano a segnalare la complessiva tenuta di quest’ultimo nell’area dell’euro, sebbene con alcuni indizi di rallentamento”

Famiglie e risparmi

La Bce spiega ancora come “i risparmi delle famiglie potrebbero in parte compensare l’impatto sui consumi esercitato dall’atteso calo del reddito disponibile reale. Mentre i risparmi accumulati eccedenti i livelli osservati nel quarto trimestre del 2019 ammontavano a circa 900 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2022, ad agosto la loro componente liquida, ossia i depositi eccedenti i livelli del quarto trimestre del 2019, ammontava soltanto a circa 360 miliardi di euro. Inoltre, tali risparmi si concentrano nelle fasce di reddito medie e alte, che spendono una quota inferiore del loro reddito in beni essenziali e sono pertanto meno esposte alla crisi del costo della vita”. 

“Per contro, le famiglie appartenenti alle fasce di reddito più basse hanno accumulato riserve più ridotte e, in risposta agli shock ai prezzi dell’energia e dei beni alimentari, potrebbero avere necessita’ di ridurre i consumi reali e i risparmi o di attingere alle somme accantonate in precedenza – si legge poi – le famiglie a piu’ basso reddito, in particolare, ritengono inadeguate le misure di sostegno fiscale recentemente introdotte e sono divenute piu’ pessimiste riguardo ai propri consumi, mentre un maggior numero di persone si attende di non essere in grado di pagare entro la scadenza le bollette dei servizi di pubblica utilita’”.

“Il tasso di risparmio e’ gia’ sceso dal 15,2 per cento segnato nel primo trimestre del 2022 al 13,7 per cento nel secondo e ci si attende che diminuisca ulteriormente nella seconda meta’ dell’anno, in quanto rimane ancora al di sopra della propria media del 12,9 per cento relativa al periodo 1999-2019”.

“La domanda di prestiti da parte delle imprese è salita nel terzo trimestre del 2022, con l’aumento dei costi degli input e del fabbisogno di capitale circolante, mentre la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è diminuita in un contesto caratterizzato da tassi di interesse più elevati e da un peggioramento del clima di fiducia. Per il quarto trimestre del 2022 le banche si attendono una diminuzione della domanda di prestiti da parte delle imprese e un ulteriore forte calo della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni”.

“Per limitare il rischio di alimentare l’inflazione, le misure di bilancio volte a proteggere l’economia dall’impatto degli elevati prezzi energetici dovrebbero essere temporanee e indirizzate alle categorie piu’ vulnerabili. I responsabili delle politiche economiche dovrebbero incentivare la riduzione dei consumi energetici e rafforzare l’offerta di energia”. 

“Allo stesso tempo, i governi dovrebbero perseguire politiche di bilancio che riflettono il loro impegno ad abbassare gradualmente gli elevati rapporti fra debito pubblico e Pil – si legge poi – le politiche strutturali dovrebbero essere concepite per incrementare il potenziale di crescita e la capacita’ produttiva dell’area dell’euro e per rafforzarne la tenuta, contribuendo alla riduzione delle pressioni sui prezzi a medio termine. La tempestiva attuazione dei piani di investimento e di riforma strutturale nell’ambito del programma Next Generation EU fornirà un contributo importante al conseguimento di questi obiettivi“.

Il Consiglio direttivo della Bce, infine, “prevede ulteriori incrementi (dei tassi di interesse, ndr) per assicurare che l’inflazione torni tempestivamente in linea con l’obiettivo di medio termine”. 

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