La classifica delle migliori acque minerali. Ritornano i test del gambero rosso

La classifica delle migliori acque minerali. Ritornano i test del gambero rosso

29. 08. 2023 Off Di admin

AGI – Quarantasei marche di acque minerale, testate dal Gambero Rosso, la rivista dei consumatori curiosi e golosi in un inedito ritorno alle origini, quando nella seconda metà degli anni 80 dava i punteggi agli alimenti dopo averli sottoposti ad analisi tecniche e scientifiche.

Un vero e proprio confronto tra quelle non addizionate di gas, le lisce e le effervescenti naturali, acquistate nella grande distribuzione e “degustate alla cieca da un panel di esperti assaggiatori, tra i quali due water taster”.

I valori presi in considerazione riguardano “leggerezza”, “pulizia”, “complessità”, “armonia” e “piacevolezza”, con un punteggio da uno a cento. Nessuna delle 46 etichette raggiunge il massimo, tant’è che la prima classificata – l’acqua San Bernardo – si ferma a 91 punti in quanto alle cinque gocce date per ciascun valore ne mancherebbe una proprio alla voce “complessità”. Ultima della classifica, la San Benedetto Ecogreen, che ottiene appena 50 punti mancando tre gocce per la “leggerezza”, quattro in “pulizia”, “complessità”, “armonia” e anche “piacevolezza”.

Nel mezzo tutte le altre, dalla Lauretana (90 punti), alla Frasassi (85), passando per Consilia (82), Fabia (80) a pari merito con Fonte Ilaria mentre Carrefour Classic Monviso s’attesta a 77 punti sopra Esselunga Ulmeta ma anche sopra a Sant’Anna (75). La Norda sta a 72 punti, Surgiva e Vitasnella a 70, San Benedetto con Viva a 67, Lurisia 64, Rocchetta 62, Vera 59, Evian 56 con Pejo, Boario 55 punti assieme a Dolomiti e Fiuggi, Levico è a quota 53, Levissima a 51.

Fuori dal computo, dalla classifica e quindi anche dall’analisi degustativa, le acque Panna e San Pellegrino, che sono “sponsor del Gambero Rosso”, avverte en passant in una riga la rivista gourmet, secondo la quale “assaggiare acqua per valutarla non è una passeggiata” perché “richiede uno sforzo superiore rispetto a quello di degustazioni di altri prodotti nella ricerca delle più piccole sensazioni al naso e al palato”. Ovvero, richiede “tempi lunghi, attenzione, pause” e “la situazione si complica” se si aggiunge che per alcuni degustatori “l’acqua non deve sapere di nulla, per altri invece dovrà esprimere una sua complessità e pienezza, fatte salve la pulizia e l’assenza di difetti”.

Ad ogni modo, un test di sicuro dissetante.  

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