Vertice Ue, Conte preme per un accordo a luglio. Rutte: “Nessun problema se non si chiude”

Vertice Ue, Conte preme per un accordo a luglio. Rutte: “Nessun problema se non si chiude”

19. 06. 2020 Off Di admin

AGI – La proposta della Commissione per il piano di ripresa dell’economia europea colpita dalla crisi del coronavirus “è equa e ben bilanciata. Sarebbe un grave errore scendere al disotto delle risorse finanziarie già indicate”. Giuseppe Conte difende il piano presentato da Ursula von der Leyen a fine maggio e si rivolge ai leader europei riuniti in videoconferenza sul Recovery Fund e il Bilancio pluriennale Ue per ribadire la posizione dell’Italia: “la combinazione tra prestiti e sussidi è ben costruita e ci aiuterà a realizzare investimenti e riforme in modo da rafforzare la convergenza e la resilienza dell’intera Unione”.

Secondo il premier inoltre, è necessario stringere i tempi dell’intesa e un accordo a 27 va trovato entro luglio. Dobbiamo mantenere distinti i criteri di allocazione del Quadro Finanziario Pluriennale e quelli del “Next Generation EU” – aggiunge il presidente del Consiglio – e, in ogni caso, considerare queste due proposte come componenti un unico pacchetto indivisibile. Questo consentirà all’Italia di avere un atteggiamento più flessibile su alcuni aspetti del QFP, ad esempio quelli che appaiono piu’ anacronistici (come i “rebates”).

I paletti dei ‘frugali’ 

L’olandese Mark Rutte però gela il premier italiano:  “Non c’è nessun motivo per avere fretta. Nessun danno grave se non raggiungiamo un accordo a metà luglio. Va bene che altri paesi esercitino pressioni, ma ci concentriamo sul contenuto”. 

 L’Austria, a nome dei ‘frugali’ torna a chiedere che lo strumento di aiuto messo in campo dalla Commissione ai paesi più colpiti dal virus non si trasformi in una ‘condivisione del debito’ che sarebbe difficilmente sopportabile dai paesi piu’ ‘virtuosi.

Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, spera in un avvicinamento delle posizioni al vertice dei capi di Stato e di governo della Ue sul Recovery Plan, ma ha insistito sul fatto che gli aiuti, soprattutto se a fondo perduto, debbano essere condizionati e soggetti a controllo.

Gli aiuti devono essere limitati nel tempo per evitare qualsiasi tipo di mutualizzazione, ha ribadito Kurz, che preferisce i prestiti ai sussidi non rimborsabili e, nel caso di finanziamenti a fondo perduto, ha detto che devono essere soggetti a controllo esterno e condizionato.

Il monito di Lagarde

Intanto Christine Lagarde chiede ai 27 di accelerare sull’approvazione del pacchetto e fa capire che un fallimento nei negoziati porterebbe a una reazione negativa dei mercati. Secondo Lagarde, l’azione decisa e efficace che c’è stata finora da parte dei governi nazionali e degli attori europei ha portato i suoi frutti, aprendo la strada a un rimbalzo dell’economia verso la fine dell’anno. Questo – ha detto Lagarde – ha contribuito a guadagnare tempo, con riflessi sul sentimento dei mercati. Ma un fallimento nel produrre risultati potrebbe portare a un cambiamento di questo sentimento.

La Banca centrale europea inoltre, avverte la numero uno di Francoforte, si aspetta una contrazione del 13% nel secondo trimestre dell’anno e una caduta del Pil del 8,7% nel corso del 2020, dice Lagarde ai leader. Secondo la presidente della Bce, il tasso di disoccupazione potrebbe salire fino al 10% e colpire particolarmente i giovani europei.

“Negoziato difficile”

Il negoziato sul Recovery Fund “sarà difficile e complesso. Non sottovaluto il compito”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in una conferenza stampa al termine del Vertice Ue in video-conferenza.

Michel ha sottolineato che restano diverse questioni aperte, come l’ammontare complessivo, la ratio tra prestiti e sussidi e la chiave di ripartizione de fondi. Anche “la condizionalità è una questione difficile. Non è una sorpresa”.

Il presidente del Consiglio europeo non ha voluto rispondere ai giornalisti che gli chiedevano se sarà possibile mantenere il Recovery Fund a 750 miliardi con l’attuale ratio prestiti-sussidi. “Non è mia intenzione negoziare a mezzo stampa. Ho spiegato quali sono le questioni difficili. Dobbiamo essere innovativi e creativi per avere il sostegno di 27 Stati membri e prendere una decisione”.

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