Come saranno le trimestrali delle big 5 della tecnologia

Come saranno le trimestrali delle big 5 della tecnologia

25. 07. 2022 Off Di admin

AGI – Alphabet e Microsoft il 26 luglio, Meta il 27, Apple e Amazon il 28: saranno tre giorni intensi per il settore tecnologico, con le società a maggiore capitalizzazione che pubblicheranno la propria trimestrale.

Anche se sotto l’ombrello della tecnologia ci sono modelli di business, prodotti e servizi anche molto diversi tra loro, si cercheranno indizi soprattutto in tre direzioni: la salute del mercato pubblicitario, la risposta dei segmenti dedicati alle imprese, la capacità di riequilibrare e diversificare i bilanci.

Alphabet

Si inizia, il 26 luglio, con Alphabet, la holding cui fa capo Google. La scorsa trimestrale non è stata brillante, a causa di una crescita inferiore alle attese per il mercato pubblicitario. È questo il dato da guardare più da vicino, accanto agli incassi di Youtube, decisamente opachi tra gennaio e marzo. Gli analisti stimano un incremento a due cifre del fatturato, ma con un risultato netto in calo.

Da leader della pubblicità online, Alphabet sarà anche il termometro dell’intero settore, con la capacità di impattare su altre compagnie che dipendono dallo stesso settore (come Meta). Alla vigilia, non è arrivato un segnale incoraggiante. Snapchat – che incassa dalle inserzioni – ha registrato un fatturato decisamente al sotto delle aspettative e affermato che ridurrà le nuove assunzioni. Una spia che ha acceso i timori: e se il trimestre della pubblicità online fosse stato peggiore del previsto? Nella seduta di venerdì Alphabet ha perso il 3,5% e Meta il 6,8%.

Se le difficoltà nella raccolta pubblicitaria dovessero essere consistenti, acquisirà ancora maggiore rilievo la crescita di Google Cloud. Oltre che verificare la tenuta nella concorrenza con Amazon Web Services e Microsoft Azure, la nuvola (reduce da una crescita del 44% nel primo trimestre) è infatti vista come un importante fattore per diversificare il business di Alphabet.

Microsoft

Il 26 luglio è anche il giorno di Microsoft. Gli analisti stimano una doppietta, per nulla scontata in questa tornata di trimestrali: fatturato con un progresso attorno al 13% e utile per azione al 5%. Oltre ai dati complessivi, il segmento che verrà valutato con più attenzione sarà quello che la società guidata da Satya Nadella definisce Intelligence Cloud (cioè soprattutto cloud per le imprese). In questo caso, come tutti i segmenti bollati come i più futuribili, non basta fare passi avanti: è necessario – se possibile – accelerare. Occhio quindi ai tassi di crescita. Quello dell’Intelligence Cloud è stato del 26% tra gennaio e marzo. Quello di Azure (che fa da traino all’intero segmento) del 46%. Microsoft si aspetta un ritmo di crescita lievemente più lento (attorno al 44%). 

Osservando gli altri prodotti e servizi (da Office a Teams, da Linkedin a Dynamics), il bilancio di Microsoft è anche uno spaccato della digitalizzazione delle imprese. Si vedrà quindi se e quanto i fattori macroeconomici (dall’incertezza internazionale al dollaro forte) possano aver condizionato gli investimenti delle aziende.

Meta

Meta si presenta alla trimestrale del 27 luglio con non poche incognite. La prima, come detto, riguarda l’esposizione alle paturnie del mercato pubblicitario. La risposta del titolo ai pessimi risultati di Snapchat racconta quanto – nonostante gli sforzi – la galassia Zuckerberg stia facendo fatica a diversificare le fonti del proprio fatturato. Sforzi che dovrebbe impattare, in questo secondo trimestre, soprattutto sugli utili.

Gli analisti si aspettano un fatturato attorno ai 29 miliardi di dollari, piatto anno su anno e in linea con quanto stimato da Meta (tra i 28 e i 30 miliardi). A scivolare dovrebbe essere il risultato netto, zavorrato dalle spese legate allo sviluppo di hardware e realtà virtuale. Cioè, in pratica, dagli investimenti nei settori che Zuckerberg vede come capaci di rendere il gruppo (un po’) meno dipendente dalla pubblicità.

Come al solito, poi, grande attenzione alla crescita della platea. Si parte dai buoni risultati della scorsa trimestrale: 1,96 miliardi di utenti quotidiani (+4%) e 2,94 miliardi mensili (+3%).

Apple

La scorsa trimestrale di Apple ha impressionato il mercato con un fatturato oltre le attese. In vista del 28 luglio, però, la Mela ha già avvertito analisti e investitori di un possibile rallentamento, dovuto soprattutto ai colli di bottiglia produttivi. Gli analisti si aspettano un leggero progresso del fatturato (attorno ai due punti percentuali), accompagnato però da un calo dell’utile a due cifre.

Apple ha un ampio ecosistema di servizi, che però trova il proprio centro di comando negli hardware. Se da un lato, quindi, non risente molto di un rallentamento del mercato pubblicitario, dall’altro ha bisogno di un’economia forte, in grado di sostenere la propensione all’acquisto dei clienti. In altre parole: si vedrà quanto il quadro economico zoppicante abbia condizionato l’acquisto di iPhone e soci. Pur non essendo un periodo cruciale per la vendita di smartphone e portatili, questo trimestre darà comunque informazioni sulla tenuta di Cupertino. Occhi puntati, quindi, sulle vendite di iPhone (+5,5% lo scorso trimestre) e Mac (reduce da un +14,7%), oltre che sul segmento dei servizi (+17,3%)

Amazon

Il 28 luglio è anche il giorno di Amazon. Il mercato si aspetta una crescita del fatturato poco inferiore al 6%, ma con una forte riduzione degli utili. Pesano diversi fattori: un rallentamento dell’e-commerce e della pubblicità online, una crescita dei costi di lavoro e logistica, le difficoltà globali legate alla filiera produttiva, il dollaro forte.

L’e-commerce dovrà dare prova di tenuta. Gli incassi dovranno essere tarati: lo spostamento del Prime Day (il periodo di sconti da sempre molto ricco) da giugno a luglio dovrebbe aver penalizzato il secondo trimestre ma favorito il terzo. 

Così come per gli altri giganti del cloud (Alphabet e Microsoft), anche Amazon dovrà confermare la salute della propria nuvola, che lo scorso trimestre è cresciuta del 37%. Anche in questo caso, il dato è doppiamente prezioso: da una parte sancirebbe la forza e l’espansione di un segmento redditizio, in cui Amazon è già leader; dall’altro offrirebbe un segnale di solidità, confermando la capacità di reggere ai passaggi a vuoto dell’e-commerce   

 

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