Firmati i contratti per la costruzione del gasdotto Kirchner in Argentina

Firmati i contratti per la costruzione del gasdotto Kirchner in Argentina

11. 08. 2022 Off Di admin

AGI – Passi avanti per lo sfruttamento di Vaca Muerta, nel sud est dell’Argentina, il secondo più grande giacimento di gas da scisto al mondo che però soffre tuttora della mancanza di infrastrutture e di terminali GNL. Il presidente argentino Alberto Fernàndez ha firmato i contratti per la costruzione del gasdotto Nèstor Kirchner, un progetto chiave per lo sviluppo della colossale fonte di idrocarburi non convenzionali che punta a realizzare una rete di trasporto e di liquefazione del gas.

Una volta attuato, il gasdotto potrebbe imprimere una spinta notevole alla disastrata economia argentina. Il gasdotto – la cui prima fase potrà partire a stretto giro – è stato intitolato in onore del defunto ex presidente Nèstor Kirchner (2003-2007), e si estenderà per 583 chilometri tra Tratayèn (Neuquèn) e Salliqueò (Buenos Aires), attraversando le province di Rio Negro e La Pampa.

Il progetto comprende anche opere complementari, come il gasdotto Mercedes-Cardales di 73 chilometri (30 pollici), l’estensione di una sezione di 29 chilometri (30 pollici) del NEUBA II nella provincia di Buenos Aires e un impianto di compressione da 15.000 cavalli a Cardales.

Nel dettaglio, alla cerimonia di Salliquelò, le società Grupo Techint e Sacde hanno firmato una joint venture per le cosiddette linee 1, 2 e 4 del gasdotto; la società BTU ha firmato per la costruzione della linea 3 e la società Esuco, che si è impegnata a costruire un impianto di compressione nella città di Mercedes, nella provincia di Buenos Aires.

“Stiamo facendo un passo molto importante qui a Salliquelo'”, ha sottolineato il presidente, che è quello di iniziare “la costruzione di quest’opera fondamentale”. “Il gas che si trova a Vaca Muerta non ha senso se non possiamo trasportarlo. Stiamo generando una maggiore capacità di trasporto”, ha spiegato il presidente.

Questa mancanza di capacità di trasporto ha fatto sì che l’Argentina, nonostante abbia le seconde riserve di gas non convenzionale più grandi al mondo nella Vaca Muerta, abbia dovuto importare combustibili con il conseguente dispendio di valuta estera, nel quadro di forti squilibri macroeconomici, che consumano le riserve monetarie del paese sudamericano.

Il ministro dell’Economia Sergio Massa ha dichiarato che se il gasdotto fosse stato costruito quest’anno, l’Argentina avrebbe probabilmente risparmiato gran parte delle valute estere spese per le importazioni di energia.

Secondo Massa, una volta completata, questa prima fase del progetto aumenterà le forniture di gas di 11 milioni di metri cubi al giorno. E, secondo i dati ufficiali, genererà un risparmio in valuta estera di 2,2 miliardi di dollari all’anno grazie anche alla diminuzione delle importazioni di carburante.

“Spero che tra non più di 30 giorni andremo a fare la gara d’appalto per l’ingegneria della seconda sezione, in modo da pensare non solo a rifornire l’Argentina ma anche a vendere gas al resto del mondo”, ha detto Massa.

Secondo i dati ufficiali, la seconda fase del gasdotto da Salliquelò a San Jerònimo (Santa Fe) aumenterà del 25% la capacità di trasporto dei gasdotti argentini, aprendo la possibilità di rifornire i grandi centri urbani e le industrie del centro e del nord del Paese, nonché l’opportunità di esportare verso altri Paesi della regione.

L’intero progetto del gasdotto prevede la possibilità di vendere gas al Brasile e di costruire impianti di liquefazione per esportarlo in tutto il mondo. Fernandez ha spiegato che tale progetto “per la quantità che abbiamo, puo’ trasformarci in fornitori di gas per tutto il mondo, in un momento in cui i prezzi dell’energia sono aumentati in modo esorbitante a causa della guerra in Ucraina”.

Vaca Muerta che in spagnolo significa “vacca morta” (scoperta nel 1931 dal geologo americano Charles Edwin Weaver) deve questa curiosa denominazione perché su uno dei suoi lati, vicino a Zapala, c’à una catena montuosa che ha lo stesso nome, ma secondo altri, è perché se la si guarda da una mappa, proietta la sagoma di una mucca sdraiata.

Occupa una superficie di 36.000 km quadrati, ossia l’equivalente del territorio della Svizzera o dei Paesi Bassi e ha proprietà geologiche tali da esser paragonate all’Eagle Ford statunitense contenendo risorse estraibili pari a 16 miliardi di barili di petrolio e 308 mila miliardi di piedi cubi di gas naturale.

La sua produzione di petrolio non convenzionale ha raggiunto il suo livello record a settembre scorso con 180.000 barili al giorno, il che ha comportato un aumento annuo del 53%, su un totale di 532.000 bpd a livello nazionale in Argentina.

Numeri incredibili se si pensa che il paese utilizza solo il 50% della capacità del giacimento e solo il 10% è sfruttato per la commercializzazione e che quest’anno l’Argentina importerà gas per circa 7 miliardi di dollari sebbene le riserve di Vaca Muerta siano equivalenti a sei volte tutto il gas di cui ha bisogno nei prossimi 20 anni.

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