Stop a Nord Stream 2, l’Europa è col fiato sospeso

Stop a Nord Stream 2, l’Europa è col fiato sospeso

16. 11. 2021 Off Di admin

AGI – Una battuta d’arresto per Nord Stream 2 rischia di tenere tutta l’Europa col fiato sospeso proprio mentre si avvicina il freddo, e il fabbisogno di gas aumenta. Il regolatore tedesco ha di fatto sospeso il processo di approvazione del controverso gasdotto tra Russia e Germania, chiamando in causa un ostacolo legale. La decisione della Bundesnetzagentur potrebbe ritardare la tanto attesa luce verde, poichè la certificazione è uno degli ultimi passi indispensabili prima che il gasdotto possa essere messo in servizio per permettere al gas russo di fluire nella rete europea.

Dopo l’annuncio, il prezzo del gas sul mercato è aumentato del 12%, in un momento in cui l’Europa sta già vivendo un’impennata dei prezzi dell’energia. Parlando al Financial Times, Jeremy Weir, l’amministratore delegato di Trafigura, una delle società pià grandi al mondo che commercia materie prime, ha paventato per l’Europa il rischio di blackout energetico il prossimo inverno, qualora dovessero persistere basse temperature. Questo perchè il gas naturale nella regione è ancora insufficiente. “Non abbiamo abbastanza gas al momento e non stiamo nemmeno immagazzinando per il periodo invernale”, ha detto. “Quindi c’è una reale preoccupazione che se abbiamo un inverno freddo, potremmo avere dei blackout in Europa”.

Tornando al Nord Stream 2, il processo di certificazione rimane sospeso fino a quando l’operatore di Nord Stream 2, con sede a Zug, in Svizzera, non avrà completato il trasferimento di “beni chiave e risorse umane” a una filiale creata in Germania per la parte tedesca del gasdotto. In pratica, l’approvazione di Nord Stream 2 sarà possibile “solo qualora l’operatore si organizzerà in una forma legale secondo quanto prevede il diritto tedesco”, ha scritto l’autorità tedesca.

Quest’ultimo avrà poi quattro mesi per dare il via libera al progetto, la cui costruzione è stata completata e il riempimento è già iniziato sul lato russo.

Dovrà poi presentare questa autorizzazione alla Commissione europea per il suo parere. In altri termini, l’inizio del funzionamento del gasdotto potrebbe essere a questo punto ritardato. Una decisione che suona come una risposta al Cremlino che aveva già chiesto a settembre che Nord Stream 2 venisse messo in funzione “il più presto possibile” per iniziare a rifornirlo di gas.

I numeri del gasdotto

Nord Stream 2 ha una capacità di 55 miliardi di metri cubi all’anno e ha iniziato a riempirsi ad ottobre: serve a trasportare gas naturale – cioè il metano, quello che si usa tutti i giorni in cucina – dalla Russia alla Germania sotto il mar Baltico, per poi essere allacciato alla rete di distribuzione dell’Unione Europea.

Nord Stream 2 è attualmente il gasdotto pià lungo del mondo (1.230 chilometri) e viene affiancato al gasdotto Nord Stream 1, lungo 1.224 chilometri, che segue lo stesso percorso ed è stato inaugurato nel 2012. Prima della costruzione dei due gasdotti Nord Stream, il gas russo passava via terra, attraverso i territori di Ucraina e Bielorussia. Con il completamento di Nord Stream 2, il gas potrà di fatto bypassare i paesi dell’Europa orientale e secondo i critici, in questo modo, il Cremlino potrebbe attuare pressioni politiche specifiche con la mninaccia di interrompere le forniture di gas ai singoli paesi dell’est, ma allo stesso tempo mantenendo il flusso verso l’Europa occidentale.

Dopo mesi di lunghe trattative, si era arrivati ad un accordo – avallato anche dall’amministrazione Biden – in base al quale nel caso in cui la Russia usasse le forniture di gas come leva politica per mettere pressione ai paesi dell’Europa orientale, Berlino avrebbe allora il potere di imporre sanzioni a Mosca. Ma Putin ha sempre smentito tale volontà, anche se cio’ non è bastato per placare le preoccupazioni.

La stessa compagnia ucraina Naftogaz, all’annuncio del regolatore tedesco, si è detta soddisfatta perchè da sempre contraria al gasdotto e d’accordo invece con la posizione secondo cui la certificazione non puo’ essere applicata solo all’oleodotto in Germania, ma all’intero oleodotto dal territorio della Federazione Russa al territorio della Germania. In realtà, Kiev teme di perdere centralità e anche la fonte di reddito proveniente dalle tasse applicate al passaggio del gas russo.

Intanto, nonostante il mese scorso il presidente Vladimir Putin abbia ordinato al gigante russo del gas Gazprom di iniziare a riempire gli impianti di stoccaggio, alimentando le speranze che le esportazioni verso l’Europa aumentino, finora è stato registrato un limitato aumento delle forniture dalla Russia nell’ultima settimana. Ad esempio è di ieri la notizia che Gazprom ha prenotato una minore capacità dei gasdotti per dicembre. Mosca nega di aver limitato le esportazioni verso l’Europa, ma viene accusata di aver cercato di fare pressione sulla Germania per accelerare l’autorizzazione del controverso gasdotto Nord Stream 2. Con questo stop, ora, tutti gli scenari sono aperti. 

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