Il tema del salario minimo è stato messo in ‘stand-by’ per due mesi

Il tema del salario minimo è stato messo in ‘stand-by’ per due mesi

27. 07. 2023 Off Di admin

AGI – Due mesi per approfondire il tema del salario minimo. Il centrodestra ha presentato la questione di sospensiva, ad argomentare la richiesta è stato il capogruppo di Fdi, Foti, “non vogliamo buttare la palla chissà dove”.

Il voto ci sarà la prossima settimana e si prevede – dopo quello di oggi – un nuovo scontro tra maggioranza e opposizione, a meno che non ci sia l’incontro con la premier Meloni annunciato dal leader di Azione Calenda al quale – la promessa del presidente M5s Conte – “non ci sottrarremo”. La discussione sul salario minimo è andata avanti tutta la mattinata nell’emiciclo di Montecitorio.

Tra accuse reciproche. “Siamo pronti a discutere, ma sul nostro testo. Non si può aspettare, non indietreggeremo di un millimetro”, ha spiegato in un’intervista a La Stampa la segretaria del Pd Schlein. Il partito del Nazareno ha invitato le forze che sostengono l’esecutivo a un confronto vero. Resta il no alla sospensiva. “Di fatto è un affossamento a gennaio“, dice Scotto.

“La risposta non può essere la polemica, non può neanche essere semplicemente il tentativo di delegittimare gli interlocutori, perché, se anche ci riusciste, il problema è che potete anche convincere i vostri compagni di partito, ma non convincerete gli italiani che non arrivano alla fine del mese”, ha osservato l’ex ministro Orlando. “Nei due governi a cui ha partecipato il Partito democratico non si è riuscita a portare una pdl sul tema”, la reazione di Fratelli d’Italia, “eravate su Marte?”.

“Serve un confronto senza strumentalizzazioni”, si sottolinea nel testo del centrodestra che motiva le contraddizioni della proposta condivisa dalle forze dell’opposizione (tranne Iv). “Argomentazioni fantasiose”, la replica del Movimento 5 stelle. Con il deputato pentastellato Pellegrini che dopo aver attaccato governo e maggioranza e ringraziato le altre forze dell’opposizione ha ricordato anche come nella scorsa legislatura le proposte M5s non sono state accolte dall’allora ministro del Lavoro Orlando. “Il rinvio? Il governo vuole andare in vacanza“, il commento del presidente del Movimento 5 stelle Conte.

Tra maggioranza e opposizione scontro anche sul dl P.a.

Pd, Avs e M5s si sono opposte all’emendamento sulla riorganizzazione del ministero della cultura. Il governo lo ha ritirato ma fonti dell’esecutivo hanno sottolineano che si andrà avanti comunque in tempi brevi. Il provvedimento arriverà nell’Aula della Camera il venerdì, lunedì il voto di fiducia. Poi sempre a Montecitorio, oltre alla relazione sul Pnrr del ministro Fitto prevista per martedì, approderà il dl infrazione e poi la delega fiscale come ultimo atto prima della pausa estiva.

Sulla delega fiscale sono in corso le votazioni in Commissione Finanze a palazzo Madama. Tra gli emendamenti accantonati ci sono anche alcune richieste di modifiche della Lega che riguardano la completa realizzazione del federalismo fiscale e lo spazio di manovra per gli enti locali. “La Lega ha cercato – osserva un esponente di Fdi – di inserire alcune bandierine sull’autonomia”. Fibrillazione nel merito del provvedimento tra le forze politiche. “Non c’e’ alcun riferimento al prelievo forzoso delle tasse dai conti correnti dei cittadini”, chiarisce Fratelli d’Italia riferendosi alle polemiche degli ultimi giorni. 

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