La candidatura di Roma per l’Expo 2030 tra recupero Vele e Fori green

La candidatura di Roma per l’Expo 2030 tra recupero Vele e Fori green

07. 09. 2022 Off Di admin

AGI – La corsa di Roma ad ospitare Expo 2030 fa un passo formale importante in avanti. Oggi il Comitato promotore Expo Roma 2030 ha consegnato a Parigi al segretario generale del Bureau International des Expositions, Dimitri Kerkentzes, il dossier di candidatura.

Le contendenti sono la coreana Busan, la saudita Riyadh e Odessa, che nonostante l’invasione da parte della Russia ha scelto di correre, come sottolinea il comitato ucraino, per “attirare l’attenzione del mondo sul nostro Paese e contribuirà alla sua ripresa”.

A presentare il documento al Bie, il presidente del Comitato Giampiero Massolo, il sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Manlio Di Stefano e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Ad accompagnare il corposo dossier, 618 pagine, una lettera al Bie del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sottolinea come la proposta di Roma metta in campo “nuove modalità attraverso cui vivere i territori alla luce delle sfide nel nostro tempo”.   

“Persone e territori: rigenerazione, inclusione e innovazione” il tema scelto per la rassegna. Le regole del Bie non permettono che il dossier venga ancora reso noto nella sua interezza.

Il documento è stato redatto da un team di docenti e professionisti internazionali – tra cui Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini, sotto la guida dell’architetto Matteo Gatto. 

Expo 2030 punta a rigenerare l’area di Tor Vergata, con la rinascita delle Vele della ex Città dello Sport, iniziate nel 2007 per i Mondiali di Nuoto del 2009 e mai completate. Attorno dovrebbero sorgere i padiglioni tematici. 

Non solo. La sfida di Expo 2030 Roma è quella della rigenerazione urbana in una città piena di ferite urbanistiche.

Il progetto prevede padiglioni tematici permanenti, ognuno dedicato ad ogni aspetto del tema portante persone e territori.

I padiglioni non saranno dislocati solo a Tor Vergata, ma funzioneranno anche da collegamento tra l’Expo e il resto della città.

L’idea progettuale prevede il padiglione Teaser ai Fori Imperiali, compiendo un atto di rigenerazione urbana in pieno centro, che fungerà da portale per la manifestazione.

Mentre il Padiglione All together/Alt together, presso le Vele di Calatrava, sarà composto da due grandi arene che raccoglieranno i sogni e le future aspirazioni di 8 miliardi di persone, mettendole a confronto su possibili scenari e soluzioni.

Mentre il padiglione Roomscape – 100 stanze per 10.000 anni di storia – racconterà la storia dell’umanità e dell’interazione fra persone e territori.

Il sindaco Gualtieri manifesta ottimismo: “Abbiamo consegnato un progetto molto dettagliato, che non credo possa avere rivali dal punto di vista della qualità e della visione del futuro”.

Mentre Massolo sottolinea: “Il dossier di candidatura è la prima grande legacy che Expo lascia a Roma nel viaggio verso il 2030.  È stato un esercizio collettivo di tutto il sistema paese che ha contribuito a scrivere un progetto unico, per realizzare una rigenerazione inclusiva che abbia un impatto immediato e che duri nel tempo”. 

Per Expo 2030 Roma il Comitato promotore stima la partecipazione di circa 150 nazioni diverse, più una trentina tra organizzazioni locali/ internazionali e partner aziendali.

L’obiettivo è quello di ospitare più di 30 milioni di presenze all’Expo, con una media giornaliera stimata di 165,000 persone. 

Ora il Bie analizzerà i singoli dossier e poi procederà alle ispezioni nelle location indicate dalle città candidate. Nel frattempo ogni città lavorerà alla ricerca di alleanze per sostenere la sua corsa.

Poi la decisione finale sulla sede di Expo 2030 arriverà con il voto del Bureau tra novembre e dicembre 2023.

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