L’economia della “bellezza” vale il 17,2% del Pil Italiano

L’economia della “bellezza” vale il 17,2% del Pil Italiano

17. 10. 2021 Off Di admin

AGI – Il sistema economico della bellezza italiano, ovvero il patrimonio storico, artistico e culturale, quello naturalistico e paesaggistico, i servizi ad essi collegati (come trasporti e ospitalità) e la produzione dei settori del Madein Italy design-driven, complessivamente, contribuisce al Pil italiano per il 17,2% (di cui il 6% deriva dalla fruizione del patrimonio culturale e paesaggistico) e comprende 341.000 imprese per un fatturato complessivo annuo di 682 miliardi di euro.

È  quanto emerge dalla ricerca “L’economia della Bellezza”, elaborata dall’Ufficio Studi di Banca Ifis, presentata al convegno ”Ripartire dalla bellezza” a Città della Pieve. 

“La bellezza rappresenta una vera e propria risorsa strategica per progettare il futuro in modo sostenibile e collaborativo, una risorsa strategica fatta di progetti e processi, ma anche di responsabilità e di solidarietà”, ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, vicepresidente di Banca Ifis. 

“In Italia si respira la Bellezza della naturale miscela di arte, paesaggio, natura – ha sottolineato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia – Anni fa parlare di turismo lento era utopia, pensiero romantico. Oggi il turismo lento corre; e ci riporta nei borghi, anche grazie a  cammini, enoturismo, treni storici. Tanti i settori in crescita  che hanno un tratto in comune: la (ri)connessione con la natura, la Bellezza”.

“Il convegno di oggi arriva in un momento importante con il Paese impegnato a riprendere la crescita; e mette insieme diverse competenze disciplinari e politiche che discutono su come valorizzare le identità culturali e artistiche dei nostri territori quale una risorsa fondamentale per uscire dall’emergenza e per avviare un nuovo sviluppo sostenibile per l’ambiente, l’economia e per le persone”, ha sottolineato il presidente del Cnel Tiziano Treu.

Per il presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, “ad un anno e mezzo dall’inizio della pandemia con le imprese turistiche ancora in forte sofferenza, in piena fase di ricostruzione e ripartenza, la cultura, la creatività e la bellezza, che sono la chiave di volta per molti settori produttivi, possono tornare ad avere un ruolo centrale nella ripresa  economica e sociale  italiana. Abbiamo un ‘Italia che con i suoi talenti, il suo patrimonio e i suoi territori è in grado di parlare al mondo, ma per imprimere un’accelerazione nella direzione del cambiamento è indispensabile un percorso condiviso e servono i giusti investimenti per utilizzare al meglio le risorse che abbiamo e per far fare al Paese un balzo decisivo in avanti. Bisogna però farlo ora mentre sono in discussione importanti riforme, come quella fiscale”.

“Abbiamo voluto questo incontro – ha detto Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – perché è necessario guardare avanti, pensare alla ripartenza e certamente la bellezza nella sua accezione più ampia è importante per il recupero del settore. Il mondo alberghiero è ancora fortemente penalizzato dai lunghi mesi di fermo e dall’assenza del turismo internazionale, ma accanto agli aiuti ancora necessari per le aziende del comparto dobbiamo costruire il turismo di domani”. 

“L’economia italiana e le nostre esportazioni, dopo la ripresa – ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia Ice, Roberto Luongo – hanno superato le più rosee aspettative e parlare, proprio in questo momento, di bellezza aiuta ad  enfatizzarla ancora di più. L’Ice-Agenzia con la sua azione di accompagnamento promozionale e di assistenza alle imprese italiane contribuisce quotidianamente a promuovere sui mercati internazionali questo concentrato di bellezza: dalle produzioni di eccellenza di design, moda, agroalimentare, dall’artigianalità e dal saper fare all’alta tecnologia. E tutto è strettamente legato al bello che ci circonda e alla cultura e alle tradizioni che ci accompagnano da sempre. La bellezza è parte integrante della nostra storia e del nostro stile di vita, che tutto il mondo ci invidia, dobbiamo quindi cercare di legare insieme sempre più tutti questi fattori per far sì che il nostro Paese nel suo insieme sia ancora e sempre il paese più bello del mondo”.

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