LVMH: la ‘fabbrica del lusso’ con fatturato da record

LVMH: la ‘fabbrica del lusso’ con fatturato da record

27. 01. 2023 Off Di admin

AGI – È l’uomo più ricco del mondo e ha scavalcato nella classifica di Forbes Elon Musk, patron di Tesla, e “mister Amazon” Jeff Bezos. Come i suoi colleghi, Bernard Arnault può vantare prodigi da re Mida, per aver trasformato, negli ultimi due anni, LVMH come la più grande società per capitalizzazione di mercato. Una potenza nel settore, grazie all’acquisizione di marchi come Tiffany, nel 2020 e la presenza in tutti gli ambiti del lusso, dallo champagne Moët agli hotel Cheval Blanc.

Ma l’exploit del 2022 viene da due brand riconosciuti, come Louis Vuitton e Dior. Pandemia e guerra non frenano gli acquisti. Lo conferma il record di profitti e vendite che il gruppo LVMH ha registrato per il secondo anno consecutivo. La società, grazie al fatturato record dei marchi Louis Vuitton e Dior, ha aumentato il suo dividendo annuale del 20%. E le incertezze che gravano sull’economia globale non preoccupano Arnauld, secondo il quale questo è un anno da affrontare con fiducia e il gruppo LVMH può continuare a crescere come ha fato nel 2022. Anche se c’è la variabile Cina da tenere in conto. Il mercato cinese è una grande fetta per il gruppo, la seconda platea dopo gli Usa, e secondo gli analisti i consumatori riprenderanno ad acquistare beni di alta gamma quando si sarà attenuata la crisi da Covid-19. I segnali di miglioramento ci sono già in questo mese, ma tutto dipende dalla rapidità con cui la Cina uscirà dal picco di contagi. 

“Lavoriamo sull’appeal dei nostri marchi in modo che possano resistere alle flessioni e noi abbiamo imparato a essere flessibili in caso di crisi” ha detto il direttore finanziario del gruppo, Jean Jacques Guiony, sottolineando come le prospettive economiche siano di difficile previsione, ma la strategia a lungo termine resta invariata. Per Guiony la fedeltà dei consumatori verso i brand di lusso e la forza dei marchi LVMH hanno resistito alla guerra in Ucraina e alla crisi della Cina. Lo confermano “i solidi risultati dello scorso anno”. 

Il peso dell’inflazione e le prospettive disegnate da UBS, che vede un aumento del 9% delle vendite di beni di lusso per quest’anno, a fronte di un’espansione del 16% nel 2022, portano gli analisti a intravedere una rallentamento della domanda. Nel quarto trimestre di LVMH, proprio l’andamento del Covid in Cina ha intaccato il fatturato del gruppo, aumentato del 9%, rispetto al 20% dei precedenti nove mesi. Su base annuale però le vendite sono aumentate del 23%, portando a 79,2 miliardi di euro il fatturato, con una crescita dell’utile del 17%, pari a 14 miliardi di euro. 

Trainante la divisione moda e pelletteria di Dior e Louis Vuitton, che ha visto crescere le vendite fino a 38,6 miliardi di euro, con il 20% di crescita organica. In particolare il brand Louis Vuitton ha superato la soglia dei 20 miliardi di euro in termini di fatturato lo scorso anno e ha raddoppiato le sue dimensioni in quattro anni. Il gruppo ha così annunciato che proporrà un dividendo per il 2022 di 12 euro per azione, rispetto ai 10 euro dell’anno precedente e ai 4,80 euro per azione del 2019, in epoca pre pandemica. 

La famiglia Arnault possiede il 48% del capitale azionario. I figli del magnate lavorano nel gruppo e di recente è stato annunciato un rimpasto di gestione, con la promozione dell’amministratore delegato di Dior Pietro Beccari alla guida di Louis Vuitton. Arnault ha nominato la figlia Delphine Arnault nuovo amministratore delegato di Dior, il secondo marchio del gruppo.

 

 

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