“Non ripeterei le dichiarazioni su mio figlio”, afferma La Russa

“Non ripeterei le dichiarazioni su mio figlio”, afferma La Russa

26. 07. 2023 Off Di admin

AGI – Non evita di tornare sul caso di violenza che vede coinvolto suo figlio Leonardo Apache e ammette che non ripeterebbe le parole pronunciate subito dopo la divulgazione della notizia.

“La mia convinzione di padre è di credere a mio figlio” ma, dice Ignazio La Russa durante la cerimonia del Ventaglio con la Stampa parlamentare, “non rifarei” la dichiarazione in sua difesa “soprattutto perchè non sono stato bravo a far comprendere che non c’era nessun attacco alla ragazza. Il mio riferimento – dice – era alla scelta del suo difensore di aspettare 40 giorni per presentare la denuncia. Capisco che forse non l’ho detto in maniera chiara”.

“Il voto su Santanchè? Un segnale di libertà”

Durante il tradizionale appuntamento che precede la pausa estiva dei lavori di Palazzo Madama, il presidente del Senato, sollecitato dai giornalisti, commenta poi il voto di oggi dell’Aula sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 stelle nei confronti del ministro del Turismo, Daniela Santanchè: “è stato un responso democratico e molto chiaro”, “un segnale di libertà e di democrazia”.

Certamente, nota replicando a chi gli chiede fino a quando un ministro non deve dimettersi, “si tratta di valutazioni di opportunità che non possono essere codificate”.

Il nodo della giustizia

L’incontro con i giornalisti è anche l’occasione per parlare della riforma della giustizia: “Non so se il Quirinale sia preoccupato, non c’è nessuna dichiarazione”, afferma, “ma credo che il legittimo esercizio del governo possa essere valutato correttamente in Parlamento con il voto”. Di certo, sottolinea, il centrodestra “ha il dovere quanto meno di provare a realizzare” il programma che ha presentato agli elettori.

La Russa traccia poi un bilancio dei lavori parlamentari dei primi nove mesi della legislatura, la prima dopo l’entrata in vigore della riforma costituzionale che ha tagliato il numero dei parlamentari: “Siamo 200 non più 315 e questo ha dato dei vantaggi soprattutto di immagine, perchè i risparmi non sono stati quelli che si potevano immaginare, e ha dato anche un messaggio ai cittadini di buona politica”, sostiene prima di rilevare che “le materie sono sempre quelle e il numero dei provvedimenti che arrivano è sempre quello. Il rimedio – continua – è lavorare di più, non ne vedo altri”.

La Russa suggerisce però di “equilibrare le competenze delle varie commissioni”. Sollecitato dalle domande, il presidente interviene sulla questione delle fiducie poste dal governo sui decreti presentati al Parlamento. “Dico da sempre che andrebbero limitati al massimo. Si dovrebbero anche dare corsie preferenziali più ampie alla discussione di progetti di iniziativa parlamentare”, dice ancora.

“I vitalizi? Decisione trasversale”

Nessun commento, o quasi, sulla questione dei vitalizi reintrodotti da Palazzo Madama: “La decisione – è stato notato – è stata trasversale: intelligenti pauca”, dice. Nel suo intervento, la seconda carica dello Stato affronta poi il dramma migranti (“Si deve avere un sistema molto più forte con i paesi rivieraschi del Mediterraneo per cercare di regolamentare un naturale afflusso di persone che vogliono venire a lavorare nel nostro Paese”), della guerra in Ucraina (“Credo che un Paese aggredito debba essere difeso anche per la difesa futura di Paesi liberi quale è l’Italia”) e dei cambiamenti climatici.

“Il cambiamento climatico c’è – rimarca – Che si tratti di un cambiamento destinato a proseguire o di una parentesi, non sono in grado di dirlo, ma dico che è un problema molto grave su cui la scienza deve cercare di darci risposte univoche al più presto”.

L’auspicio che La Russa esprime è che il Parlamento e il governo trovino il modo per “mitigare le conseguenze che questi fenomeni hanno portato e immaginare cosa possiamo fare per mitigare eventi simili che dovessero verificarsi in futuro. Dobbiamo cominciare a guardare in maniera strutturale” al problema che ha assunto, conclude, “una frequenza sicuramente maggiore che in passato”. 

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