Sileri: “Del report Oms non sapevo nulla. Quando lo lessi pensai che fosse utile”

Sileri: “Del report Oms non sapevo nulla. Quando lo lessi pensai che fosse utile”

19. 04. 2021 Off Di admin

AGI – “Del rapporto dell’Oms non sapevo nulla, l’ho scaricato dal web. Non sapevo nemmeno chi fosse Zambon, l’ho saputo da Report. Quando l’ho letto, ho pensato che non c’era nulla di drammatico e che fosse un documento utilissimo per tutti gli altri Paesi”. Lo dice all’AGI il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a proposito del documento sui punti di forza e di debolezza nella gestione italiana del Covid scritto da Francesco Zambon e altri ricercatori, poi pubblicato per poche ore prima di essere rimosso dal sito dell’Oms.

Sileri parla anche della vicenda del mancato aggiornamento del piano pandemico, collocandola in una una lunga sequela di non risposte alle sue pressanti richieste di chiarimento a quelle che definisce “mele marce” nel ministero. “Ancora oggi – sottolinea – io non so cosa sia successo nel ministero dal 2010 al 2017, ancora mi chiedo se sia stato costituito o meno un Comitato pandemico nazionale per la pandemia, come previsto dal piano. Aspetto che la Procura lo chiarisca”.

Il punto di partenza sono due mail, datate 15 e 21 aprile 2020, in cui il direttore dell’Ufficio Malattie trasmissibili, Francesco Paolo Maraglino, risponde alle richieste di precisazioni, scrivendo che il piano “è stato emanato nel 2006 ed è stato aggiornato con specifici documenti inerenti la pandemia influenzale da A/H1N1 nel 2009-2010 (la cosiddetta suina, ndr). E’ tuttora vigente”.

“Maraglino – spiega il viceministro – mi risponde dopo molte telefonate in cui chiedevo di mandarmi il piano. Io a quel punto ho un documento ufficiale della direzione generale che mi dice che il piano è stato rinnovato nel 2009. Ma ho bisogno di sapere cos’altro è stato fatto, da medico annuso che c’è qualcosa che non va proprio riflettendo sull’esistenza di quel Comitato pandemico, una sorta di ‘testa’ che avrebbe dovuto coordinare tutte le attività pre-pandemiche. Nel frattempo viene da me Claudio D’Amario (direttore della Prevenzione del ministero da febbraio 2018 a gennaio 2020, ndr) e mi dice che sono state fatte riunioni, gruppi di lavoro interministeriali, esercitazioni e gli chiedo di fornirmi delle prove documentali di queste attività. D’Amario aggiunge che il piano è stato rinnovato al 2016 e che è pronto anche il nuovo”.

A maggio 2020 Sileri chiede ancora, come risulta da altre mail agli atti dell’indagine in cui è stato sentito come testimone, ulteriori precisazioni sul tema. “Intanto vengo a scoprire dal programma ‘Report’ che il piano è del 2006, non è stato più aggiornato e integrato, come mi era stato detto da Maraglino, con i documenti del 2009. Le dico la verità: dal 2010 a oggi io non so cosa è stato fatto anche se l’ho chiesto e richiesto. So che a metà maggio mi è poi arrivata la bozza del nuovo piano attuale”.

Nella mail di metà aprile Maraglino fa riferimento anche a un “piano che mi risulta secretato e da valutare se parlarne, ma è molto importante. Le sembra possibile che si scriva una frase così a un viceministro? Scusate, ma di che piano stiamo parlando? E’ la testimonianza che nemmeno questo mi hanno detto. Io vengo a sapere quel giorno che c’è un piano di cui non sapevo nulla. Sono le proiezioni dello studio Merler o è un piano anti-Covid? Io ancora non l’ho capito”.

Sileri riferisce di avere avuto le deleghe solo il 25 agosto del 2020, dopo essere stato nominato viceministro nel settembre 2019, il che significa un potere in quella fase molto più limitato. Alla domanda se prima dello scoppio della pandemia, sia mai stata affrontata la questione del piano pandemico risponde: “Il ministero lavora a tanti dossier e protocolli, quando devono essere rinnovati viene fatto un appunto per il ministro, il vice o un sottosegretario con deleghe specifiche. Abbiamo trovato solo due appunti indirizzati agli allora ministri Lorenzin e Grillo a firma Guerra e D’Amario. Nel febbraio del 2020 ci furono almeno due riunioni della task force in cui si parlò del piano pandemico”.

Da lì in poi il suo racconto di continui tentativi di saperne di più con scarsi esiti. Spiega così la ragione per cui, una volta scoperto che era “un corpo estraneo” nel suo ministero, non si sia dimesso o abbia denunciato: “Mi sono fidato di ciò che mi hanno detto alcune ‘mele marce’, non nella parte politica ma in quella ‘tecnica’ e ho denunciato pubblicamente che il piano era del 2006 appena l’ho scoperto. Lo stesso Guerra continuava a dire che il piano era del 2016 e verbalmente questo si sentiva dire nel ministero. Ho chiesto pubblicamente anche la testa del segretario generale. I documenti che erano sul sito parlavano di piano aggiornato al 2016 e, se a me e al ministro si dice che il piano era del 2016, per noi è del 2016.

Io da medico ho annusato che qualcosa non andava ma quando ho chiesto i documenti non mi sono mai stati dati. Ranieri Guerra quando se ne andò mi disse che c’era un piano pronto. In seguito mi ha chiesto di aiutarlo a capire se ci fosse questo piano perché, una volta andato, non aveva più accesso ai documenti. Dov’era questo piano? Va chiesto ai singoli, Ruocco (segretario generale del ministero, ndr), D’Amario e lo stesso Guerra, io e il ministro Speranza abbiamo trovato quello che abbiamo trovato”.

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