A che punto è la questione della rete unica per Internet in Italia

A che punto è la questione della rete unica per Internet in Italia

24. 02. 2021 Off Di admin

AGI – I conti di Tim del 2020, l’aggiornamento del piano al 2023 e le rassicurazioni sul dossier della rete unica, da un lato sorprendo e dall’altro rassicurano il mercato, con il titolo della principale compagnia telefonica del Paese che brinda in Borsa con un balzo del 9,16% a quota 0,4148 euro per azione.

Il tutto è arrivato nel giorno in cui l’amministratore delegato, Luigi Gubitosi, ha incontrato la comunità finanziaria e ha rassicurato sulle prospettive del progetto della rete unica dopo l’insediamento del nuovo governo. Per il capoazienda, in effetti, “non ci sono ragioni per credere che ci possano essere cambiamenti” di piani con il nuovo esecutivo, e del resto “c’è un accordo con la Cdp che verrà onorato”.

Arrivare alla rete unica sprigionerebbe “enormi sinergie” che, ovviamente, sono “sensibili anche alla tempistica” con la quale l’intero progetto verrà portato a compimento.

In casa Tim è quindi necessario fare presto (“prima agiremo e meglio sarà”, dice l’Ad); una “sensazione di urgenza” condivisa, precisa Gubitosi, dalla stessa Cassa depositi e prestiti, secondo socio di Tim con quasi il 10% del capitale e proprietaria del 50% di Open Fiber. Urgenza e nessun motivo di cambiare le carte in tavola sono dunque i motivi che portano Tim a ritenere che la rete unica, un progetto che in primis “porterà vantaggi al Paese”, diventerà realtà “prima piuttosto che poi”.

L’unità d’intenti tra Tim e Cdp trova un suggello formale con l’imminente ingresso nel board della compagnia telefonica del presidente della Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorni Tempini, inserito nella lista per il rinnovo dell’organo varata all’unanimità dal cda uscente. “Siamo felici di vedere il presidente di Cdp entrare nel Consiglio”, lo saluta Gubitosi sottolineando come la “governance di Tim sia migliorata” durante il suo mandato rispetto alle battaglie degli anni scorsi tra il primo azionista, Vivendi, e l’ex socio Elliott.

Tornando ai numeri di bilancio, il mercato sembra aver apprezzato l’utile 2020 da oltre 7 miliardi di euro, la conferma del dividendo per le azioni ordinarie e per le risparmio, e la stabilizzazione dei ricavi prevista nel 2021 e contemplata nell’aggiornamento del piano al 2023. (AGI)

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