Aiuti all’Ucraina e debiti dei Paesi più deboli. In India il G20 delle finanze

 Aiuti all’Ucraina e debiti dei Paesi più deboli. In India il G20 delle finanze

17. 07. 2023 Off Di admin

AGI – Al via il vertice dei ministri delle finanze e dei banchieri centrali del G20 che si siederanno ancora una volta al tavolo per trovare un accordo sul pesante debito dei paesi più poveri e sulla tassazione internazionale delle multinazionali, mentre il sostegno all’Ucraina continua ad accentuare le spaccature nel gruppo.

L’incontro, che inizia domani nella città indiana di Gandhinagar, creata negli anni ’60 e chiamata in omaggio all’eroe nazionale dell’indipendenza Gandhi, è il terzo dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali della presidenza indiana del G20, e sarà l’ultimo incontro finanziario fino alla riunione dei leader del prossimo settembre.

I punti nodali

“Le quattro priorità su cui ci concentreremo questa settimana saranno: l’eccessivo indebitamento dei mercati emergenti e dei Paesi in via di sviluppo, l’evoluzione delle banche multilaterali di sviluppo, il sostegno all’Ucraina e l’accordo fiscale globale”, ha annunciato in una conferenza stampa la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen

Il debito globale ha superato i 300 trilioni di dollari, con diverse nazioni sull’orlo del default, e il forum finanziario dovrà cercare un quadro comune tra creditori bilaterali, istituzioni finanziarie e debitori, per la ripresa economica. Quasi 60 nazioni hanno un debito che supera il 60% del rispettivo Pil, tanto che l’Onu ha chiesto questa settimana ai ministri del G20 di operare una pausa nel pagamento del debito pubblico in modo che le nazioni in via di sviluppo possano affrontare la povertà.

La disponibilità della Cina, membro del gruppo e principale creditore globale, a ristrutturare il proprio debito è essenziale per molti Paesi con problemi di liquidità. Gli Stati Uniti cercheranno anche di aumentare l’assistenza finanziaria all’Ucraina per affrontare la guerra con la Russia. Tuttavia, l’India, che ha deciso fin dall’inizio di assumere una posizione neutrale nella guerra, continua a cercare di evitare che queste discussioni erodano le conquiste del gruppo come forum economico comune.

I responsabili finanziari del “Gruppo dei Venti” stanno anche cercando di avanzare insieme nell’attuazione di una tassa minima globale sui profitti internazionali per far pagare alle multinazionali tariffe adeguate e competere ad armi pari con le piccole imprese. I temi sono stati trattati già nel corso del G7 preparatorio.

“Con più della metà dei paesi a basso reddito in difficoltà debitoria o ad alto rischio di diventarlo, è essenziale intraprendere un’azione collettiva per aiutarli a rimettersi in piedi” ha affermato Yellen in una dichiarazione rilasciata prima dei colloqui.

La ricerca dell’unità

Ajay Banga, il nuovo presidente della Banca mondiale, questa settimana si è preoccupato per la “profonda sfiducia” che separa silenziosamente i paesi del Nord e del Sud, “in un momento in cui dobbiamo unirci” per superare le sfide “interdipendenti”. Lotta alla povertà globale, alla crisi climatica “esistenziale” e alla ripresa economica post pandemia messa a repentaglio dall’inflazione e dalla guerra in Ucraina.

“La frustrazione dei Paesi del Sud è comprensibile. Per molti aspetti, questi Paesi stanno pagando il prezzo della prosperità di altri Stati. Temono che i mezzi che sono stati loro promessi vengano reindirizzati verso la ricostruzione dell’Ucraina” ha detto. Secondo Yellen invece raddoppiare il sostegno all’Ucraina colpita dalla guerra è il “singolo miglior modo” per aiutare l’economia globale, insieme a rilanciare le economie emergenti e affrontare il disagio del debito.

“La fine di questa guerra è prima di tutto un imperativo morale – ha detto ai giornalisti – ma è anche l’unica cosa migliore che possiamo fare per l’economia globale”. Il G20 di Gandhinagar sarà anche l’occasione per confrontarsi in vista di un accordo internazionale sulla tassazione delle multinazionali, dopo la convalida questa settimana di un primo progetto in questa direzione da parte di quasi 140 paesi sotto l’egida dell’Ocse, ma su cui ci sono ancora ostacoli. 

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