Allarme rosso a Tel Aviv. Netanyahu: “Avanti finché necessario”

Allarme rosso a Tel Aviv. Netanyahu: “Avanti finché necessario”

15. 05. 2021 Off Di admin

AGI –  Allarme rosso a Tel Aviv, dove suonano le sirene al termine della tregua di due ore annunciata da Hamas prima di riprendere i lanci di razzi da Gaza, dove le operazioni delle forze armate israeliane andranno avanti “fino a che sarà necessario”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu.  Gli allarmi hanno suonato anche a Ashdod, Ashkelon e in Cisgiordania, secondo quanto riporta la stampa israeliana.

Sui social network gli utenti israeliani hanno pubblicato immagini dei razzi in arrivo. Il sistema antimissile Iron Dome è entrato in funzione. Le forze armate israeliane hanno confermato “un pesante attacco di razzi dalla Striscia di Gaza in corso” con obiettivo Tel Aviv e il centro sud di Israele. Uomini, donne, bambini e anziani sono nei rifugi per proteggersi.

“Chiunque agisca da terrorista sarà trattato come tale”, ha aggiunto Netanyahu, che ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per il sostegno ed è tornato ad assicurare che Israele sta facendo il possibile per evitare le vittime civili a Gaza. 

Sale, nel sesto giorno di fuoco incrociato, il bilancio delle vittime da entrambe le parti. In Israele i morti sono 10, mentre almeno 145 persone sono rimaste uccise nel campo palestinese, di cui circa 20 sono vittime del “fuoco amico”, ossia dei razzi caduti prima di arrivare in Israele. Dei 2.800 lanciati dalla Striscia di Gaza su Israele, il 90% è stato intercettato e gli attacchi “mirati” dell’esercito israeliano hanno colpito 672 obiettivi di Hamas uccidendo almeno 75 miliziani. Quanto ai disordini scoppiati nelle città fra palestinesi, ebrei ortodossi e forze dell’ordine israeliane, hanno provocato centinaia di feriti e 890 arresti.

L’intervento di Biden

Se da un lato Hamas ha interrotto il lancio di razzi su Tel Aviv per un paio d’ore, promettendo di riprenderlo dalla mezzanotte locale, dall’altro l’esercito israeliano non intende smettere di attaccare gli obiettivi a Gaza. Da registrare un nuovo intervento del presidente americano Joe Biden, che ha parlato sia con il premier Benjamin Netanyahu sia con il leader palestinese Abu Mazen, esprimendo “grave preoccupazione” per l’escalation della violenza. Dopo il bombardamento, a Gaza, del palazzo di 15 piani che ospitava fra l’altro le redazioni dell’agenzia Usa Associated Press e dell’emittente del Qatar, Al Jazeera, Biden ha chiesto a Netanyahu che sia garantita la sicurezza e il diritto di cronaca dei giornalisti che seguono gli eventi di questi giorni, mentre al leader palestinese ha raccomandato di fermare il lancio di razzi. 

“Inferto colpo significativo ad Hamas”

Secondo l’esercito israeliano, quello inferto alle infrastrutture di Hamas e alle sue capacità offensive nei giorni scorsi dagli attacchi mirati di Israele è “un colpo molto significativo. Abbiamo ucciso molti importanti comandanti militari”, fa sapere il portavoce delle forze armate dello Stato ebraico, Jonathan Conricus. Le forze armate di Israele hanno fatto appello alla Turchia perché eserciti la sua influenza sui Palestinesi, ma hanno smentito che da Gaza siano giunte proposte di cessate il fuoco. Intanto dal ministro degli esteri turco arrivano accuse a Israele di operare una “pulizia etnica”.

“Israele ò sotto attacco terroristico e ha il diritto e l’obbligo di difendere i suoi cittadini. Ci aspettiamo che la comunità internazionale condanni l’organizzazione terroristica Hamas e riconosca il diritto di Israele a difendersi”, ha detto il ministero degli Esteri di Tel Aviv. Alle sue parole hanno fatto eco quelle dell’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, secondo il quale “Israele ha il diritto di proteggere la sua popolazione” da attacchi “indiscriminati” di Hamas e altri gruppi contro i civili, “ma deve agire in modo proporzionale ed evitare vittime civili”. Intanto il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio ha chiesto la convocazione dei colleghi dell’Ue, mentre il consiglio di sicurezza dell’Onu si prepara a discutere della crisi nel la riunione convocata domenica.

Nonostante le rassicurazioni sull’impegno massimo per evitare le vittime civili innocenti, come nel caso del palazzo della stampa di Gaza, colpito perché sospettato di contenere armi di Hamas ma evacuato prima del bombardamento, un’intera famiglia di 10 persone di cui 8 bambini è stata uccisa dal crollo di una casa nella striscia di Gaza. 

Articoli nella stessa categoria: