Di Maio: “Rimpasto di governo? Ora pensiamo al referendum”

Di Maio: “Rimpasto di governo? Ora pensiamo al referendum”

13. 09. 2020 Off Di admin

AGI – Prima il referendum – che secondo Beppe Grillo porterà all’estinzione dei “dinosauri del Giurassico” – e poi semmai eventuali discussioni su un rimpasto, considerato anche che fra le priorità c’è prima occuparsi del Recovery Fund. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo la richiesta di un ‘tagliando’ al governo, arrivata dal vicesegretario Pd Andrea Orlando, prova a fare ordine sulle priorità del Movimento 5 Stelle.

La partita del ‘tagliando’ di governo

“Di rimpasto parleremo dopo le elezioni, adesso siamo concentrati su due cose: il referendum per tagliare 345 parlamentari, e questo è un fatto storico, e il Recovery fund”, ha spiegato.  “Abbiamo 200 miliardi di euro da spendere in poco tempo e in pochi anni per risollevare l’economia italiana. Abbiamo vinto il negoziato europeo, ma adesso quei soldi debbono andare alle imprese  per creare lavoro e questo è  il nostro obiettivo”, ribadisce. 

Proprio a partire dalle risorse europee era nata la considerazione di Orlando. “Credo che per il governo sia necessario fare un tagliando per affrontare una fase nuova. La capacità progettuale del Paese è diminuita e ci troviamo nella situazione di dover spendere 209 miliardi di euro in un Paese che da molto tempo fa tagli. Non escludo che possa esserci un effetto sull’assetto del governo ma non mi pare questo la cosa più fondamentale”, aveva spiegato. 

Referendum e legge elettorale

Gli occhi sono intanto puntati sugli appuntamenti elettorali del prossimo week end e su passi da seguire dopo il voto. “Tra due settimane il popolo italiano potrà riappropriarsi del proprio potere ricacciando nella foresta i dinosauri del Giurassico, destinati alla estinzione dalla cometa della riforma costituzionale”, ha scritto Beppe Grillo, su Facebook, inquadrando l’ormai prossimo appuntamento con le urne. “È ora di svecchiamento, modernizzazione e di maggiore consapevolezza sociale!”, aggiunge il garante M5s. 

A cui fa eco, da parte sua, Di Maio. Tagliando i parlamentari non ci sarà alcun “deficit di democrazia perché abbiamo così tanti rappresentanti sul territorio. Ne abbiamo tanti ovunque. Poi se non vi soddisfano, allora ragioniamo di un’altra cosa perché se noi abbiamo 945 parlamentari ed un terzo è assenteista o improduttivo, il taglio dei parlamentari già c’è, solo che gli pagate lo stipendio. E allora con il si, smettete pure di pagargli lo stipendio a chi fa il 95 per cento di assenze in Parlamento”, ha detto nel tarantino.

Dopo il voto al referendum “la legge elettorale sicuramente si farà ed io spero che si possano cambiare anche delle distorsioni assurde”, ha aggiunto. Fra i punti critici il ministro ha indicato quello per cui “alcuni parlamentari si vanno a candidare, ad esempio, fuori dal proprio Comune o dal proprio collegio perché dove li conoscono, non li votano”

Il Recovery Fund è l’unica speranza’

Di Maio è tornato a parlare anche delle risorse in arrivo dall’Europa tramite il piano Next Generation UE. Le risorse del recovery fund, ha chiosato, “sono l’unica speranza che abbiamo”. “Stiamo andando incontro comunque a una crisi economica senza precedenti che viene da questa pandemia. L’aggravante è che una crisi che attraverserà tutti i Paesi del mondo”.

“Se noi i 200 miliardi li spendiamo bene, usciamo anche meglio di come eravamo prima di questa crisi. Ma se la mettiamo in mano alla solita politica territoriale, ai soliti modi di fare politica sul territorio, noi siamo finiti”, ha aggiunto. “Noi abbiamo calcolato che i miliardi stanziati valgono più del piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale – conclude Di Maio – stiamo parlando di una cifra inimmaginabile. Noi abbiamo ottenuto il risultato grazie al lavoro che abbiamo fatto col corpo diplomatico e il presidente del Consiglio a Bruxelles. Stiamo scrivendo i progetti per spendere questi soldi velocemente e bene, perché ce li erogheranno se dimostriamo che quei soldi ci servono per le cose serie, non per far fare i corsi di formazione a qualche amico o i soliti giochi che abbiamo visto in questi anni nelle nostre regioni”.

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