Gli schieramenti in campo per la legge di bilancio europea

Gli schieramenti in campo per la legge di bilancio europea

19. 02. 2020 Off Di admin

Oltre mille miliardi di euro in sette anni per continuare a finanziare la Politica Agricola Comune e la Politica di Coesione per le regioni più povere, lanciando al contempo nuovi progetti ambiziosi come l’European Green Deal, la trasformazione Digitale dell’economia, la politica di Difesa europea.

È questa la posta in gioco del negoziato tra i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea che si aprirà domani nel Vertice straordinario dedicato al “quadro finanziario pluriennale” (il bilancio 2021-2027) dell’Ue.

La trattativa più difficile di sempre 

La trattativa viene descritta come “la piu’ difficile di sempre” a causa del cosiddetto “Brexit gap”: l’uscita del Regno Unito dall’Ue ha creato un “buco” di 10-12 miliardi l’anno (75 miliardi nei sette anni) che deve essere compensato con tagli e aumento dei contributi nazionali. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha proposto un bilancio 2021-2027 pari al 1,074% del Pil. Ogni Stato membro puo’ bloccare la trattativa grazie al diritto di veto: il Quadro finanziario pluriennale deve essere approvato dal Consiglio europeo all’unanimità. 

Gli schieramenti in campo

I “Quattro Frugali”: Olanda, Austria, Danimarca e Svezia. Vogliono un tetto al bilancio Ue pari al 1% del Pil e chiedono di ridurre le risorse per Agricoltura e Coesione e aumentare i finanziamenti per Green Deal, Ricerca e Difesa. Inoltre, esigono una forma di “rebate”: uno sconto rispetto al loro contributo nazionale perché aumenta in modo sproporzionato a causa della Brexit.

Gli “Amici della Coesione”: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Malta, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria. Insistono preservare il livello attuale di fondi per l’Agricoltura e la Coesione e si oppongono a preservare il “rebate” per i paesi più ricchi. Gli “Amici della Coesione” al loro interno sono divisi in sotto-gruppi, ciascuno con proprie priorità.

La Germania. Ufficialmente vuole un tetto al bilancio Ue pari al 1% del Pil. Ma la cancelliera Angela Merkel è disponibile a andare oltre, a condizione di ridurre le spese per Agricoltura e Coesione e aumentare i finanziamenti per Green Deal, Ricerca e Difesa. La Germania inoltre insiste sulla condizionalita’ per il rispetto dello Stato di diritto. Ai paesi che non rispettano i valori fondamentali – come democrazia e stato di diritto – dovrebbero essere tagliati i fondi.

I Quattro di Visegrad: Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia. Contestano la condizionalità sullo Stato di diritto, che potrebbero privare Polonia e Ungheria di una parte dei fondi Ue.

I Tre Baltici: Estonia, Lettonia, Lituania. Chiedono garanzie sul finanziamento del progetto ferroviario Rail Baltic.

Il Parlamento Europeo. Chiede un bilancio Ue pari l’1,3% del Pil. Teoricamente ha potere di veto e minaccia di usarlo. Ma storicamente gli eurodeputati hanno sempre accettato il compromesso raggiunto al Consiglio europeo.

La Commissione Europea. Ursula von der Leyen ha detto che con un bilancio al 1% del Pil non potrà finanziare l’Agenda strategica e le priorità dei prossimi 5 anni. Tuttavia non ha potere decisionale sul bilancio 2021-2027. 

 

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