Grillo media in M5s, tensione con Draghi

Grillo media in M5s, tensione con Draghi

11. 02. 2022 Off Di admin

AGI – Nel Pd c’è la preoccupazione per il caos nel Movimento 5 stelle, in tanti temono che i pentastellati si infilino in un pantano che li porti ad andare sotto il 10 per cento. E diversi ‘big’ interpretano l’incontro che il segretario dem Letta ha avuto con Renzi anche un ‘segnale’ dei dubbi sulla tenuta dell’alleato dell’ex fronte rosso-giallo. Non c’è alcuna intenzione di ‘mollare’ il Movimento, ma il faccia a faccia tra il segretario del Pd e il leader di Iv è comunque considerato da molti tra i dem come un’apertura al centro. Letta il 20 sarà anche al congresso di Azione di Calenda, sta costruendo un campo largo, nei giorni scorsi ha visto il co-portavoce di Europa Verde, Bonelli, e il segretario di Sinistra Italiana, Fratoianni.

La riunione con Renzi ha avuto al centro il tema delle amministrative ma lo sguardo è rivolto anche alle Politiche. E’ vero che Renzi sta tessendo un rapporto con i moderati del centrodestra e in particolare con Toti ma la partita delle alleanze è tutta da costruire. “Sulle comunali – spiega un esponente di Iv – ci si confronterà, siamo aperti al dialogo”.

Fari puntati sulle città più importanti dove si andrà al voto, con Renzi che potrebbe – osserva un esponente dem – essere utile per attrarre consensi dei moderati”. E sullo sfondo resta la prospettiva del proporzionale con un premio di coalizione che potrebbe permettere alle forze politiche di correre con il proprio simbolo. Letta che ad alcuni ‘big’ ha confermato che non è in vista alcun congresso punta dunque a tessere la ‘tela’, anche sull’onda delle interlocuzioni strette sulla partita del Quirinale. I partiti cominciano a guardare al 2023 anche se dovesse restare il Rosatellum, considerato che non sarà facile modificare il sistema elettorale in Parlamento. Alla fine della legislatura non è previsto un impegno politico del premier Draghi. Quella frase “lo escludo, è chiaro?” è risuonata in conferenza stampa per due volte.

Pronunciata ovviamente in un contesto completamente diverso, ad un ‘big’ della maggioranza ha ricordato quel “non ci sto” che il 3 novembre del 1993 grido’ l’allora presidente della Repubblica Scalfaro. Insomma, una presa di posizione netta quella del presidente del Consiglio accompagnata da un’altra affermazione ancora più netta: “Tanti politici mi candidano in tanti posti, mostrando una sollecitudine straordinaria. Vorrei rassicurare che se decidessi di trovare un lavoro dopo questa esperienza, un lavoro lo troverei da solo…”.

Ma l’incontro di Draghi con i giornalisti al termine di un dibattito in Cdm “lungo” più che “faticoso” sulla riforma del Csm (è stata soprattutto Forza Italia a pressare per chiedere cambiamenti sulla questione delle ‘porte girevoli’) ha avuto soprattutto ricadute sul già difficile equilibrio del Movimento 5 stelle. “Alcuni di quelli che più tuonano sul superbonus sono quelli che hanno scritto una legge senza prevedere sufficienti controlli”, la sottolineatura del premier. “Legare le frodi al superbonus è una falsità”, la replica del Movimento 5 stelle. Il botta e risposta ha di fatto alimentato i mal di pancia dell’ala dei pentastellati che intende scavare un solco con il governo. Ma al momento M5s deve risolvere prima le proprie grane interne.

E’ sceso in campo Grillo per cercare di riportare la pace tra Conte e Di Maio, ma soprattutto per cercare di sciogliere il nodo sulla decisione del Tribunale di Napoli di sospendere le delibere riguardo la modifica dello statuto che ha permesso l’elezione dell’avvocato di Volturara Appula a presidente. L’operazione di chiedere la revoca del provvedimento viene considerata all’interno del Movimento come un arduo tentativo portato avanti prima di esplorare eventualmente altre strade. I legali ai quali si sono affidati Conte e Grillo, risalendo ad un documento del 2018, hanno concluso che un ricorso è possibile.

Ma il timore all’interno di M5s è che la soluzione non sblocchi l’impasse e che alla fine comunque si dovrà ripartire dalla costituzione di un comitato di garanzia per poi arrivare a modificare lo statuto. L’ex comico intanto fa da scudo: “Va tutto bene, mi usano un po’ come condom per la protezione del Movimento, capisci?”, ha detto prima di lasciare Roma. Un ‘big’ del Movimento riferisce che il garante è tornato a vestire i panni del ‘visionario’, che è concentrato non solo sulle beghe giudiziarie ma anche su un piano di rilancio che possa passare dalle “5 stelle polari” e comprendere un nuovo programma.

Ma intanto il Movimento 5 stelle è costretto a difendere il superbonus, annuncia che presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia Franco. “Su un dèpliant delle Poste del 2020 è scritto – le esatte parole del premier – che non è necessario fornire alcuna documentazione a supporto della richiesta, è sufficiente verificare preliminarmente di essere titolare del credito da cedere. Va bene. Allora se ci troviamo in questa situazione qui è per il fatto che si è voluto costruire un sistema che prevedeva pochissimi controlli. Questo è il punto”.

Un’analisi che poi ha portato l’ex numero uno della Bce ad inquadrare i motivi del rallentamento del superbonus: “Si è fermato non tanto per il divieto di cessione” del credito – ma ha argomentato – “per i sequestri deliberati dalla magistratura a fronte di situazioni fraudolente che hanno raggiunto importi di 2,3 miliardi di sequestri. Naturalmente le somme oggetto di indagine della magistratura sono molto più alte di 2,3 miliardi”. Da qui l’irritazione del Movimento. 

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