I 10 mesi della scalata di Elon Musk a Twitter

I 10 mesi della scalata di Elon Musk a Twitter

27. 10. 2022 Off Di admin

AGI – Elon Musk ha rassicurato gli inserzionisti che farà di Twitter un posto “sicuro” per i loro marchi, ma la paura generale è che il social diventi il regno senza limiti dei troll, degli insulti ai personaggi pubblici, dei sovranisti in attesa del ritorno del personaggio più famoso bannato dalla piattaforma: Donald Trump.

Secondo il Wall Street Journal, molti inserzionisti hanno dato indicazione di fermare la pubblicità nel caso torni l’ex presidente. Ma intanto manca l’ultimo passaggio chiave: la firma dell’accordo. In attesa che venga ufficializzata l’acquisizione da parte di Musk per 44 miliardi di dollari, la storia di avvicinamento al D-Day è stata caratterizzata da dieci mesi di scalate annunci, retromarce, scontri, polemiche, accuse, e continui colpi di scena.

Ripercorriamo le tappe più importanti.

31 GENNAIO

Musk comincia a rastrellare le prime azioni di Twitter, fino ad arrivare ad acquistare il 5 per cento di quote entro metà marzo. 26 marzo: il miliardario dice ai suoi 80 milioni di follower che sta “seriamente pensando” di lanciare un social alternativo a Twitter, e si chiede se il “libero pensiero” non e’ messo a rischio dalle limitazioni del “social dell’uccellino”.

27 MARZO

Dopo aver parlato privatamente con i vertici dei Twitter, tra cui il suo amico, il co-fondatore Jack Dorsey, il miliardario comunica la sua intenzione di voler entrare a far parte del board.

4 APRILE

Musk acquista il 9,2 per cento di azioni di Twitter. La piattaforma social conferma la notizia che il fondatore di SpaceX e Tesla e’ entrato come azionista, versando 2,9 miliardi di dollari.

5 APRILE

Benvenuto a board. Il Ceo di Twitter, Parag Agrawal, annuncia sul social l’ingresso di Musk nel board: “Sono felice di condividere la notizia con voi che abbiamo accolto Elon Musk nel board. Da conversazioni con Elon nelle recenti settimane, ci è diventato chiaro che porterà un grande valore”.

10 APRILE

Agrawal annuncia che Musk non farà più parte del board. La decisione arriva dopo che il miliardario ha chiesto ai suoi piu’ di 80 milioni di follower se Twitter non stia morendo, vista la bassa frequenza di interazioni dei personaggi pubblici.

14 APRILE

Otto mesi fa: era un giovedì come oggi quando Musk presenta, a sorpresa, la sua offerta d’acquisto di Twitter, disposto a pagare 54,20 dollari ad azione, per un totale di 43,4 miliardi di dollari. È lui stesso ad annunciarlo con un tweet.

15 APRILE

I vertici del social annunciano con un comunicato di aver deciso di adottare una serie di misure per evitare una scalata aggressiva. Si parla di “poison pill”, letteralmente “pillola avvelenata”, una tecnica di difesa da un’offerta pubblica di acquisto ostile. Si cercano misure interne per rendere piu’ difficile l’acquisto. Il metodo più diffuso è l’aumento di capitale e l’offerta di azioni ai vecchi azionisti a prezzo di favore, per diluire il peso dell’azionista singolo, in questo caso Musk.

25 APRILE

Altro colpo di scena, Twitter dice si’. Undici giorni dopo, il board di Twitter accetta l’offerta di Musk. Il New York Times rivela che le parti hanno avviato i negoziati. Il miliardario ha ottenuto una scadenza dei passaggi per arrivare alla chiusura. È il giorno in cui sembra tutto in discesa, invece si rivela solo una falsa partenza, o il vero inizio di un nuovo scontro.

At Twitter headquarters’ coffee bar, ⁦@elonmuskpic.twitter.com/vy5Cw7zttf

— Walter Isaacson (@WalterIsaacson) October 27, 2022

13 MAGGIO

Musk annuncia che l’offerta d’acquisto è congelata in attesa di chiarimenti sul calcolo degli effettivi account falsi, che secondo Twitter dovrebbero ammontare a meno del 5 per cento del totale. Tutti sanno che il social e’ pieno di ‘bot’, account generati da un software, ma quanti sono in realtà? Ricercatori indipendenti sostengono che rappresentino il 20 per cento del totale.

16 MAGGIO

Il Ceo Agrawal, in un lungo intervento su Twitter, mette in dubbio che Musk voglia davvero rilevare la compagnia.

26 MAGGIO

Gli azionisti del social fanno causa al miliardario, accusato di aver manipolato il prezzo delle azioni a proprio beneficio. 8 giugno: Twitter accetta di fornire a Musk i dati completi riguardo il numero di account falsi.

8 LUGLIO

Musk ritira l’offerta. Dopo le accuse del miliardario riguardo i numeri dei ‘bot’, filtrano da Wall Street notizie riguardanti le difficoltà di Musk di rastrellare i soldi. Il miliardario alimenta i sospetti annunciando di essersi tirato fuori dall’acquisto.

12 LUGLIO

Il board di Twitter decide di portarlo in tribunale e deposita l’esposto alla Chancery Court nel Delaware.

19 LUGLIO

Il tribunale stabilisce che Twitter puo’ accelerare la sua istanza nei confronti di Musk. Verrà stabilito un termine, il 28 ottobre, entro il quale le parti dovranno trovare un accordo, altrimenti si andrà a processo.

23 AGOSTO

Un ex capo della sicurezza di Twitter sostiene che la compagnia ha violato una serie di norme che avrebbero potuto proteggere il social e milioni di utenti da un attacco cyber, oltre a non aver fatto niente per fermare il proliferare di account falsi. Musk cita la ‘gola profondà come prova a favore per ritirare l’offerta.

4 OTTOBRE

Altro colpo di scena. Bloomberg riporta la notizia che Musk ha inviato a Twitter una lettera con cui conferma l’offerta al prezzo originale, 54,20 dollari ad azione. Twitter dichiara di volere chiudere l’accordo dopo aver ricevuto ufficialmente l’offerta.

26 OTTOBRE

Musk posta un video di lui che entra nel quartier generale di Twitter, a San Francisco, portando un lavandino di porcellana. Scrive “Let that sink in”, che significa generalmente “prendetene atto”, “fatevela digerire”, ‘fatevene una ragione’. L’acquisto si farà. Nel frattempo i follower del miliardario, dall’inizio delle trattative, sono cresciuti di trenta milioni, superando i 110 milioni.

27 OTTOBRE

Musk pubblica sul social una lettera aperta agli inserzionisti per rassicurarli: con lui Twitter sarà un “luogo sicuro”.

28 OTTOBRE

Alle 5 di pomeriggio scadrà il termine entro il quale le parti devono firmare l’accordo, altrimenti la corte del Delaware avvierà il processo per stabilire chi abbia ragione. 

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