La battaglia per il controllo di Tim

La battaglia per il controllo di Tim

22. 11. 2021 Off Di admin

AGI – L’offerta di Kkr per Tim è “insufficiente”. Vivendi, primo azionista con quasi il 24% del gruppo italiano, boccia senza mezzi la proposta “amichevole” da 0,505 euro per azione presentata dal fondo americano, che, sottolineano dal quartier generale del gruppo guidato da Vicent Bollore’, “non valorizza adeguatamente la società”.

La battaglia per il controllo dell’azienda di tlc tricolore è insomma appena iniziata. E un ulteriore scontro è atteso nel cda straordinario confermato in agenda per venerdì prossimo. Intanto, un vortice di scambi ha spinto in alto il titolo Tim a Piazza Affari nella giornata di luned’ 22 novembre. 

Le azioni ordinarie hanno chiuso con un balzo del 30,25% a 0,451 euro e sullo stesso livello si sono mosse le risparmio. I pezzi scambiati, a fine giornata, sono stati 1,5 miliardi, oltre 10 volte la media degli ultimi 90 giorni, con oltre l’8% del capitale passato di mano.

In netto rialzo ha terminato la sessione anche Inwit, la società delle torri controllata congiuntamente da Tim e Vodafone, che ha guadagnato il 4,61%, mentre Vivendi, alla Borsa di Parigi, è salita del’1,95%. Ma la proposta di Kkr ha messo le ali al comparto tlc un po’ in tutta Europa.

Sempre nella giornata del 22 novembre, France Telecom è cresciuta del 2,03%, Deutsche Telekom del 2,60%, Telefonica del 6,39%, Vodafone del 3,13% e Tele2 del 2,38%. In settimana dovrebbe anche il comitato governativo incaricato di a seguire la vicenda.

Della task force fanno parte, tra gli altri, i ministri dell’Economia, Daniele Franco, quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e quello dell’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao. “L’obiettivo del Governo – ha fatto sapere il Mef – è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell’occupazione”.

Ma il timore per il futuro della società e dei suoi dipendenti accende la preoccupazione dei sindacati. Un incontro tra l’azienda e le organizzazioni dei lavoratori è stato messo in calendario per la prossima settimana. Ma Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil non nascondono la loro urgenza. “La difesa degli attuali livelli occupazionali e il loro sviluppo non possono passare dal rimanere in attesa di cosa farà il mercato o da un gruppo di lavoro, la politica nella sua più alta rappresentazione, ovvero i ministri e il presidente del Consiglio, prenda una posizione urgente e chiara che preservi le infrastrutture del Paese e gli occupati del settore”, sottolineano in una nota congiunta.

Sul fronte politico, il leader della Lega, Matteo Salvini, dice no a ogni ipotesi di “spezzatino” di Tim e definisce “non rinviabile” un cambio ai suoi vertici. M5s chiede al governo di riferire in Parlamento e sottolinea che “difendere l’interesse nazionale in questa partita è una priorità, così come è necessario garantire i livelli occupazionali con il massimo sforzo”

Le reti tlc, fa notare Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze della segreteria Pd, “sono un asset strategico del Paese e un punto chiave del Pnrr”. Per questo, conclude, “il futuro di Tim va seguito dal governo con la massima attenzione, rapportandosi con il Parlamento e mettendo al centro l’occupazione e la sicurezza nazionale”.

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