L’inverno freddissimo dell’economia europea fiaccata dalla guerra

L’inverno freddissimo dell’economia europea fiaccata dalla guerra

11. 11. 2022 Off Di admin

AGI – Sarà un inverno difficile per l’eurozona. Anche sul fronte economico. La Commissione europea nelle sue stime d’autunno prevede una recessione tecnica a causa di una contrazione del Pil nel terzo trimestre di quest’anno (-0,5%) e nel primo trimestre dell’anno prossimo (-0,1%). Poi arriverà la primavera. Che sarà comunque timida: l’anno si chiuderà con un +0,3%. Nel 2024 la crescita sarà dell’1,5%. Tutto questo se lo scenario attuale non dovesse peggiorare.

La sfida resta l’invasione russa dell’Ucraina con la conseguente crisi energetica, che sull’Europa pesa. Riempire gli stoccaggi di gas l’anno prossimo sarà più complicato di quanto non lo sia stato quest’anno. E se Mosca dovesse tagliare completamente il gas fornito all’Ue, la recessione nel 2024 sarà inevitabile: tra il -0,5 e -0,7% in base a quanto l’Unione sarà preparata.

E l’Italia? “Non è più fanalino di coda”, dice il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Ma non è più nemmeno locomotiva della ripresa, il balzo post-Covid si è esaurito: nel quarto trimestre dell’anno in corso e nel primo trimestre del 2023 è previsto un -0,3%.

La ripresa tornerà, lenta, dal secondo trimestre (+0,1%) per chiudere in linea con la media dell’eurozona, +0,3% (metà di quanto previsto dalla Nadef del Governo Meloni; in estate la Commissione aveva stimato lo 0,9%).

Ma nel 2024 la crescita italiana si fermerà all’1,1% contro la media dei venti (ci sarà anche la Croazia che dal primo gennaio entra a far parte della famiglia dell’euro) dell’1,5%.

Certamente Roma va meglio di Berlino: la Germania sarà in recessione nel 2023 (-0,6%) e recupererà nel 2024 (+1,4%). La Francia passerà dal 2,6 del Pil di quest’anno allo 0,4 il prossimo anno per risalire all’1,5 nel 2024.

La Spagna riuscirà a non andare sotto il punto percentuale, scendendo dal 4,5% del 2022 all’1% del 2023 per poi attestarsi al 2% nel 2024. L’inflazione resta un punto dolente per i tecnici di Bruxelles. Finora tutte le previsioni si sono dimostrate sbagliate. Il picco tanto annunciato non arriva.

“L’inflazione ha continuato a crescere più rapidamente del previsto, ma riteniamo che il picco sia vicino, molto probabilmente alla fine di quest’anno. Prevediamo che l’inflazione complessiva raggiungerà il 9,3% nell’Ue e l’8,5% nell’area dell’euro e decelererà solo leggermente l’anno prossimo, al 7% e al 6,1%, prima di scendere con maggiore forza nel 2024”, ha ammesso Gentiloni.

L’inflazione italiana viene stimata all’8,7% per il 2022; al 6,6% per il 2023 e al 2,3% per il 2024. Non bene anche l’occupazione italiana: si passa dal 2,2% previsto per il 2022 al -0,3 per il 2023 per poi tornare a +0,6% nel 2024. Eurozona leggermente meglio: 1,8; 0,1 e 0,5.

Il debito italiano è stimato al 144,6% del Pil per il 2022; 143,6% per il prossimo anno e 142,6 per il 2024. “L’Italia ha avuto una ripresa molto forte dalla crisi del Covid, anche perché aveva avuto una caduta notevole con la crisi. Noi eravamo un po’ abituati alla narrativa del Paese fanalino di coda. L’Italia non è il fanalino di coda, conclude il 2022 con una crescita piuttosto consistente ma subirà, anche l’Italia, secondo le nostre previsioni, un rallentamento l’anno prossimo”, spiega Gentiloni.

“Più che mai è importante la capacità del sistema produttivo, del mondo delle imprese, continuare a innovare, a scommettere sul Paese. Com’è fondamentale, ma questo non vale solo per l’Italia, cautela nelle politiche di bilancio, sostegno alle famiglie più deboli per la crisi energetica e alle imprese energivore e cautela in generale nel bilancio e Pnrr”, esorta Gentiloni.

“Perché nel momento di rallentamento se ci sono decine di miliardi che possono essere investiti nell’economia reale, con tutte le difficoltà che conosco bene, è molto importante che questi investimenti arrivino a terra”, evidenzia l’ex premier.

E proprio sul Recovery, insieme alla legge di bilancio, si giocherà la prossima partita tra Roma e Bruxelles. “Non è facile che vada tutto liscio” per le scadenze di dicembre del Pnrr, confessa Gentiloni. Ma, a chi gli chiede la possiblità di posticipare la scadenza per i piani fissata al 2026, risponde molto chiaramente: “Non si può fare con uno schiocco di dita. Non è una scadenza politica, è stata fissata dai regolamenti e su questi si basa tutto il piano dei prestiti comuni”.

Sul bilancio italiano ancora non s’esprime. Ma è questione di un paio di settimane. “Credo che sia molto difficile anticipare ora decisioni di cui di non conosciamo la natura. Abbiamo avuto interlocuzioni positive con le nuove autorità di governo in Italia ma aspettiamo di vedere proposte, numeri e il piano di bilancio”, precisa Gentiloni.

Il suo appello è di fare fronte uniti contro la crisi: “Se noi europei riusciamo a restare uniti, saremo in grado di affrontare con successo anche questo periodo difficile, rendendolo breve, e uscirne più forti”. Per come sta andando tra Francia e Italia, le premesse non sembrano ottime.

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