Manovra, verso la conferma delle pensioni a quota 103

Manovra, verso la conferma delle pensioni a quota 103

28. 10. 2023 Off Di admin

AGI – Si profila la conferma anche nel 2024 di quota 103 per andare in pensione anticipatamente, con un assegno massimo attorno ai 2.200 euro. Le ultime bozze del testo della manovra sembrano accantonare l’ipotesi, paventata dai primi testi, di quota 104. Dovrebbe essere confermata invece la crescita al 26% dell’aliquota sugli affitti brevi. Il Mef ha inviato a Palazzo Chigi il testo della legge di bilancio, che secondo fonti parlamentari potrebbe essere trasmessa in Senato lunedì.

Come il Tesoro, anche la premier Giorgia Meloni ha sconsigliato di rincorrere le tante bozze in circolazione e invitato ad attendere il testo definitivo che approderà in Parlamento. Restano alcuni nodi aperti all’interno della maggioranza, tra pensioni e fisco, fonti fanno sapere che Forza Italia non avrebbe rinunciato a chiedere la modifica della norma sugli affitti brevi. Potrebbe cambiare qualcosa anche sulle pensioni.

Di questi temi, viene riferito, si dovrebbe discutere anche nel corso del vertice di maggioranza sulle riforme convocato lunedì a Palazzo Chigi. Mentre le opposizioni ‘offrono’ alla maggioranza la possibilità di ospitare i propri emendamenti, dato che si fa strada l’ipotesi di un testo senza troppe modifiche nel percorso parlamentare. L’ultima bozza. Si va verso la conferma di quota 103 per il pensionamento anticipato, ovvero almeno 62 anni di età e 41 di contributi, con il regime contributivo.

Il testo specifica che: “Il trattamento di pensione anticipata è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico”. Al momento la pensione minima è fissata in 563 euro mensili, su questa base il tetto massimo dell’importo aderendo a quota 103 sarebbe attorno ai 2.250 euro. Resta confermato invece l’innalzamento al 26%, rispetto all’attuale 21%, dell’aliquota della cedolare secca sulle locazioni brevi.

Cambia, stando al testo in circolazione, il paragrafo che ha acceso la contesa politica sulla possibilità di accesso da parte del fisco ai conti correnti dei cittadini morosi rispetto ai tributi. Ora si parla di “cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie al predetto fine, da chiunque detenute” da parte dell’agente di riscossione per “assicurare la massima efficienza dell’attività di riscossione, semplificando e velocizzando”. Potrebbe variare anche la norma sull’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’Isee, nella determinazione dell’indicatore sarebbero espunti “fino al valore complessivo di 50.000 euro”. Tra i provvedimenti contenuti nei testi di un centinaio di pagine circolati in settimana: il taglio del cuneo fiscale confermato per il 2024 per i redditi medio bassi, con due fasce di applicazione. Presenti anche sgravi fiscali fino a 3 mila euro per le madri con almeno 3 figli.

E poi la riduzione da 90 a 70 euro del canone Rai. Il prezzo delle sigarette in salita di 10-12 centesimi a pacchetto. Tra i temi che hanno acceso il confronto con le opposizioni anche il possibile innalzamento dell’Iva dal 5 al 10% sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile. I sindacati sono pronti alla mobilitazione. “È una manovra sbagliata che va cambiata. Anziché cambiare la legge sulle pensioni Fornero la peggiorano, l’evasione fiscale non la combattono, continuano a tagliare la sanità, i salari non vengono aumentati, la precarietà a cui sono costretti tanti giovani, donne e persone viene alimentata”, dice il segretario della Cgil Maurizio Landini. Mentre il segretario della Cisl Luigi Sbarra sottolinea: “Il governo sulle pensioni è ancora in tempo di migliorare le misure annunciate in queste ore con le ultime bozze. In caso contrario incasserà su queste materie la netta contrarietà della Cisl”. 

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