Per la partita del Quirinale occhi puntati sui ‘cani sciolti’ in Parlamento

Per la partita del Quirinale occhi puntati sui ‘cani sciolti’ in Parlamento

14. 11. 2021 Off Di admin

AGI – Un ‘tesoretto’ di oltre 100 voti che centrodestra e centrosinistra devono ambire ad accaparrarsi per poter blindare il proprio nome da eleggere al Colle più alto.

I grandi elettori dei partiti che fanno riferimento all’area di centro, sommati tra Camera e Senato, sono più di un’ottantina. E si candidano a diventare l’ago della bilancia della partita per il Quirinale, che entrerà nel vivo a gennaio.

Ma non sono gli unici ‘attenzionati’ dai due schieramenti: preoccupano, infatti, i cosiddetti ‘cani sciolti’, ovvero i deputati e senatori del gruppo Misto e, in particolare, i parlamentari non iscritti ad alcuna componente. Il loro ‘peso’ si aggira attorno a un’altra ottantina di voti.

Voti definiti ‘ingovernabili’, in quanto si tratta di parlamentari, per la maggior parte fuoriusciti o espulsi dal Movimento 5 stelle nel corso della legislatura, che non rispondono a logiche partitiche o a linee dettate dai leader. Insomma, un pacchetto di voti di difficile gestione e dalle scelte imprevedibili.

Il pallottoliere parla chiaro: nelle prime tre votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica occorre la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto al voto, 1.008 grandi elettori, pari a 672 voti.

Numeri che nessuno schieramento – nè il centrodestra, nè tantomeno il centrosinistra compreso il Movimento 5 stelle – può garantire da solo.

E allora, salvo sorprese (come ad esempio la convergenza della stragrande maggioranza degli eletti su un nome condiviso, come è avvenuto finora solo nei casi di Cossiga nel 1985 e nel 1999 con Ciampi, che furono eletti al primo scrutinio) i ‘giochi’ si decideranno dalla quarta votazione in poi, quando l’asticella scende e per eleggere il successore di Mattarella basterà la maggioranza assoluta, pari a 505 voti. Ma anche in questo caso determinante sarà ‘aggiudicarsi’ il pacchetto di voti in mano al centro o al ‘gruppone’ degli ‘ingovernabili.

Esclusi i delegati regionali (che sono 58), il centrodestra (Forza Italia, FdI e Lega), sulla carta può contare su 400-450 voti.

Il centrosinistra (Pd, Leu, M5s) può invece contare su 410-420 voti. Ed ecco che entrano in gioco i voti dei centristi: Italia viva dispone di 16 senatori e 27 deputati; Coraggio Italia alla Camera conta 24 deputati; Azione-+Europa ha 2 senatori e 3 deputati: Idea-Cambiamo sono 7 senatori e, infine, Noi con l’Italia conta 5 deputati. Per un totale di 84 voti.

Più ampio il bacino di voti del gruppone dei cosiddetti ‘cani sciolti’: al Senato il Misto conta 47 componenti, di cui 23 non iscritti ad alcuna componente (per lo più si tratta di ex M5s); poi ci sono i 2 senatori del Maie, i 3 di Italexit di Paragone, 1 di Italia dei valori e 1 di Potere al popolo.

Alla Camera il gruppo Misto è composto da 66 deputati, di cui 14 di L’alternativa C’è, componente che si colloca all’opposizione del governo Draghi e formata per la maggioranza da ex M5s; Maie-Facciamo Eco conta 8 deputati, 26 i non iscritti ad alcuna componente, per un totale di circa 80 voti. 

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