Pressing della Lega su Draghi per riaperture e sottosegretari

Pressing della Lega su Draghi per riaperture e sottosegretari

24. 02. 2021 Off Di admin

AGI – Mario Draghi ha ricevuto nella giornata di martedì la visita di Matteo Salvini per un incontro durato circa 30 minuti. Il segretario leghista aveva chiesto un colloquio sul tema delle riaperture ed è stato convocato a stretto giro dal presidente del Consiglio.

Accompagnato solo dal suo capo segreteria, Andrea Paganella, Salvini ha ribadito al premier le richieste del suo partito: basta allarmismi e chiusure generalizzate, serve riaprire laddove la situazione sanitaria lo consente, mentre non vi è contrarietà alle chiusure mirate con ‘zone rosse’ limitate a province e comuni dove i dati sono preoccupanti, come la provincia lombarda di Brescia.

Da Palazzo Chigi ci si limita a confermare che l’incontro ha avuto come tema la gestione dell’emergenza Covid. Con Draghi, ha poi sostenuto Salvini in una conferenza stampa convocata subito dopo, siamo “sulla stessa linea” nel chiedere che si arrivi presto a un “ritorno alla vita”.  “Non metto in bocca al presidente del Consiglio parole non sue. Però, chiusure, paure e allarmi generalizzati lasciamoli al 2020. Siamo nel 2021”.

Durante l’incontro i due avrebbero accennato all’altro tema ‘caldo’ di governo, il completamento della squadra di sottosegretari. “Abbiamo parlato di riaperture. Sarebbe banale parlare di sottosegretari, è un compito che lascio a voi giornalisti, anche perché qualcuno non ha fatto i compiti”, ha scherzato Salvini, parlando coi cronisti, all’uscita di Palazzo Chigi.

“Noi siamo a posto. Saremmo pronti a partire anche adesso, fra un minuto, altri hanno difficoltà”, ha aggiunto in pressing sugli altri partiti. “Spero che si chiuda oggi. Per quanto mi riguarda la squadra di governo può e deve essere assolutamente completa. La Lega è pronta”.

Salvini ha ribadito quali sono le caselle che alla Lega interessa occupare nella definizione dei posti di ‘sotto governo’ e ha chiesto un “cambio di passo su sbarchi e immigrazione e sui ristori”.

Top secret i nomi contenuti sulla lista – consegnata nei giorni scorsi – da cui il premier e i ministri dovrebbero scegliere i leghisti (Salvini ambisce a dieci posti, potrebbe ottenerne da sette a nove, secondo i calcoli del partito).

Quelli che circolano sono: Lucia Borgonzoni alla Cultura, Vannia Gava alla Transizione Ambientale, Rossano Sasso o Mario Pittoni alla Scuola, ma anche Massimo Bitonci al Mef, Edoardo Rixi alle Infrastrutture, Nicola Molteni alla Giustizia, Stefano Candiani all’Interno, Claudio Durigon al Lavoro, Guglielmo Picchi agli Esteri.

 “Noi siamo per la tutela della salute, ma con interventi mirati e in questo c’è sintonia con il presidente Draghi e son contento. Se c’è un problema in quella zona, in quella provincia, come ad esempio a Brescia, intervieni in provincia di Brescia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania”, ha affermato.

“Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita: se si puo’ pranzare tranquilli, allora si puo’ cenare tranquilli”. Quindi, non è vero che il governo Draghi è ‘rigorista’ sulle aperture? “Chiedetelo a lui. Io non mi permetto di mettere in bocca ad altri dichiarazioni – ha risposto -. Ma penso che ci sia voglia di cambiamento anche da questo punto di vista”.

“Certo attenzione, cautela, se ci sono terapie intensive occupate non si scherza con la salute della gente. Pero’, alcune norme di buon senso, quelle sui ristoranti ad esempio mi sembrano palesi: se sono sicuri a pranzo, allora lo sono anche a cena. E poi alcune realtà iper controllate come le palestre piuttosto che i teatri, allora perchè no?”. “Sul piano vaccinale – ne ho parlato con Draghi – bisogna accelerare”, ha continuato.

“Questa settimana al ministero dello Sviluppo economico ci sarà un incontro con le industrie farmaceutiche per ragionare di una produzione italiana, di una sovranità vaccinale per non essere dipendenti da quello che arriva dall’estero e dai contratti dell’Unione europea. Quindi produrre in casa per aiutare gli italiani“.

“Meno voci diverse ci sono in televisione a dire cose diverse ad allarmare e impaurire gli italiani meglio è. Pero’ su questo ci sarà un cambiamento evidente”, ha concluso, rispondendo a chi gli chiedeva se avesse parlato con Draghi di commissari e della possibilità che vi sia un portavoce unico del Cts.

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