Regge l’asse Pd-M5s sulla legge elettorale e le riforme

Regge l’asse Pd-M5s sulla legge elettorale e le riforme

27. 08. 2020 Off Di admin

AGI. – Il pressing del Partito Democratico sugli alleati sembra dare i suoi frutti: prima Nicola Zingaretti e poi Graziano Delrio, avevano ribadito le condizioni per tenere insieme il fronte del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari, a cominciare dall’approvazione di una nuova legge elettorale in grado di garantire rappresentatività politica e territoriale.

Di Maio raccoglie l’appello dem

E oggi Luigi Di Maio raccoglie l’appello dei dem a dare il via libera ai correttivi su cui si basava l’accordo che ha portato alla nascita del governo Conte (e che sono la condizione per il Sì del Pd al taglio degli eletti). “Se c’è qualcuno che frena non siamo certo noi”, sottolinea il ministro degli Esteri. “Sulla legge elettorale noi siamo d’accordo”, aggiunge: “Il governo l’ho formato io insieme a Zingaretti e c’era un patto, far viaggiare le due cose parallelamente. Per noi quel patto va rispettato”. E per dare sostanza al suo impegno, Di Maio si dice pronto a votare la legge elettorale già prima della fine dell’estate. Insomma, se c’è stato un intoppo, “non è dipeso da noi”. Lo sguardo volge dunque a Italia Viva che, in Commissione Affari Costituzionali, ha evitato che la legge fosse calendarizzata alla Camera.

Pronti i correttivi

Ora, però, il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Giuseppe Brescia, annuncia: “Non ci sara’ nessun caos dopo il si’. I correttivi” per armonizzare la legge elettorale all’assetto delle Camere conseguente al taglio degli eletti “sono già in campo. Martedi’ proporro’ ai gruppi di adottare in settimana tre testi base fondamentali: la proposta di legge elettorale a mia firma, la proposte di legge costituzionale che adegua la Carta alla riforma, inclusa la base territoriale per l’elezione del Senato e infine la proposta sul conflitto d’interessi. Far partire il confronto su questi testi – sottolinea Brescia – non risponde solo a un patto di maggioranza, ma indica il piu’ ampio disegno di riforma”. 

Il leader dem esulta

Zingaretti, intanto, incassa l’apertura di Di Maio. “Si e’ riaperto finalmente il dibattito sulle riforme e sono contento che il Pd abbia contribuito a richiamare tutti gli alleati alla necessita’ di rispettare un accordo che per fortuna ci ha portato a dare vita a questo Governo, perche’ abbiamo salvato l’Italia”, dice il segretario dem durante un appuntamento del suo tour per le Feste dem in Emilia Romagna. Ora, aggiunge, c’è da portare avanti una “battaglia a testa alta perchè, come noi siamo stati leali, sia leale tutta la maggioranza, riparta il cantiere delle riforme. Possono fare tutti i talk show del mondo, ma noi non ci facciamo mettere paura”.

Lo spettro delle destre

Il tenere insieme la maggioranza su questo aspetto è fondamentale per Zingaretti, tanto più che le destre sono ben lungi dall’essere sconfitte. Il leader dem si dice certo che torneranno a “cavalcare paure e insicurezze”. Per questo, afferma, è stata una scelta particolarmente fortunata quella di fare nascere il governo in carica: “Un anno fa abbiamo preso l’Italia dal governo più anti europeista ed euroscettico di tutta l’Europa, che ci aveva messo all’angolo. E chi se non noi abbiamo ricollocato l’Italia in un ruolo di guida?”. E’ anche per dare solidità a questo govenro, che il patto sulle riforme deve essere rispettato.

Le priorità del Pd

Ed è sempre per questa ragione che il Pd avverte sulla necessità di perseguire tre obiettivi irrinunciabili: “La riapertura della scuola senza se e senza ma”, elenca Zingaretti; “Il lavoro”, con la collocazione delle risorse del Next Generation Ue, dello Sure e degli altri strumenti finanziari messi a disposizione da Bruxelles; la battaglia per una maggiore giustizia ed eguaglianza sociale. Giustizia che passa anche per la banda ultra larga, con il via libera del govenro alla nascita della società Cdp-Tim: “La banda ultra larghissima significa la differenza di cinquanta anni fa tra una casa con l’energia elettrica e quella casa che non l’aveva: chi non l’aveva viveva 10 anni indietro. Ne facciamo una battaglia di democrazia e di giustizia per dare a tutti le stesse chance”. 

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