Schlein tende la mano a Bonaccini, prima l’unità e poi i ruoli

Schlein tende la mano a Bonaccini, prima l’unità e poi i ruoli

03. 03. 2023 Off Di admin

AGI – Un primo contatto dopo il duello del congresso. Un primo faccia a faccia per stabilire i fondamentali: “Togliamoci le maglie delle mozioni”, dice Stefano Bonaccini, “indossiamo tutti la maglia del Pd”. La segretaria sottolinea di essersi ritrovata con il governatore “sella necessità di garantire massima unitarietà a questa fase del Pd”. Scorre via così il vertice di Bologna fra la segretaria Elly Schlein e il capofila della minoranza interna.

Un vertice che, al di là del clima di ritrovata unità, è stato nel segno del dolore e della commozione per la scomparsa tragica di Bruno Astorre, senatore dem vicino a Dario Franceschini, per oltre trent’anni colto sorridente del Pd di Roma e del Lazio. A lui Schlein e Bonaccini riservano il primo pensiero al termine dell’incontro: “Oggi è un giorno di dolore per tutta la comunità democratica a causa della notizia che ci ha sconvolti: la morte del senatore Bruno Astorre.

Un uomo che ha dato un contributo straordinario alla vita del partito, sia nei ruoli istituzionali che nei ruoli politici. Ci stringiamo davvero commossi al dolore della famiglia, degli amici e anche dei colleghi”. Per quello che riguarda l’ordine del giorno dell’incontro, nessun passaggio sui ruoli negli organi statutari del partito, a sentire i diretti interessati, nè tantomeno sulle presidenze dei gruppi parlamentari. Ci sarà tempo e modo di approfondire il dossier nei prossimi giorni quando i due torneranno a incontrarsi.

Nel frattempo c’è da preparare l’opposizione e un primo passo avanti in questa direzione è rappresentato dalla manifestazione antifascista di domani a Firenze. La segretaria del partito ci sarà, assieme a quasi tutta l’opposizione, da Conte a Bonelli, passando per Fratoianni. Non ci saranno i neocentristi Matteo Renzi e Carlo Calenda. Si tratterà del primo ritorno del Pd al fianco del Movimento 5 Stelle.

Una marcia fianco a fianco che farebbe immaginare un primo ritorno al ‘campo largo’ di lettiana memoria, se non fosse che alla base del corteo c’è una ragione più alta delle vicende dei partiti: la difesa della Costituzione antifascista dagli aggressori degli studenti del liceo Michelangiolo e da chi, anzichè difenderli, si chiude nel silenzio: “Rimarco l’assenza grave della voce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non solo su quello che è avvenuto in questi giorni a Crotone, ma anche su quello che è avvenuto a Firenze.

Quella è stata una aggressione di tipo squadrista che non può essere giustificata. Stigmatizzo le parole del ministro Valditara sulla preside che si è solo rivolta ai suoi studenti per sollecitare maggiore attenzione”, aveva detto Schlein in Commissione. Ancora più rilevante, date queste premesse, che Stefano Bonaccini si dica “pienamente rappresentato” dalla segretaria alla manifestazione. Il presidente dell’Emilia-Romagna è impossibilitato ad andare per precedenti impegni istituzionali, ma se avesse potuto sarebbe andato. In ogni caso, alla manifestazione parteciperanno esponenti che hanno sostenuto Bonaccini al congresso, prima fra tutti la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani.

Dunque, al momento, l’obiettivo che i due competitor delle primarie si danno è quello dell’unità. Il modo in cui questa andrà declinata lo si cercherà nei prossimi giorni. A domanda diretta, Schlein non esclude che Bonaccini possa fare il presidente del partito. “Forme e modi li vedremo insieme, ci ragioneremo insieme. Intanto per noi era importante ritrovarci su questo spirito unitario per avviare questa nuova fase del Pd”.

Il ruolo del presidente del Pd, per il prestigio e anche per i poteri che comporta, è un ruolo di peso che renderebbe plastica questa unità di intenti fra le due mozioni che si sono confrontate al congresso. La palla, fanno però notare esponenti vicini al presidente dell’Emilia Romagna, è nel campo di Schlein: sta alla segretaria fare una proposta. Ciò che dall’area Bonaccini si fa sapere, tuttavia, è che c’è tutta la volontà di fare un discorso che superi definitivamente le vecchie logiche di minoranza contro maggioranza in nome del cambiamento vero del partito, di cui l’ormai ex mozione Bonaccini si sente portatrice almeno quanto la mozione uscita vittoriosa dal congresso.

Il particolare della presenza della capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, al fianco di Schlein alla manifestazione di domani a Firenze lascia intravedere una possibilità di prorogatio fra i parlamentari vicini a Bonaccini. Se dovesse concretizzarsi questo schema, sarebbe spianata la strada della presidenza del gruppo del Senato per Francesco Boccia, nome di peso dell’area Schlein. “Prima il metodo e poi i ruoli”, è la formula usata in ambienti parlamentari dem. Tuttavia, nei ragionamenti che si fanno in Transatlantico il tema sembra più cogente.

Perché Schlein ha garantito a più riprese che preserverà l’unità del partito. Da questo punto di vista, “il segnale più forte potrebbe essere quello di lasciare una delle presidenze delle Camere alla minoranza”, è il ragionamento offerto. Più facile che si tratti di quella di Montecitorio, viene spiegato, dato che è li’ che siede anche la neosegretaria. Schlein, in altre parole, potrebbe controllare da vicino il gruppo pur non indicando uno dei suoi per quel ruolo.

Il nome di Serracchiani è quello che viene fatto con più insistenza ed ha, al momento, superato l’altro nome forte di area Bonaccini, quello di Simona Bonafè. Se invece Elly Schlein dovesse decidere di indicare capogruppo alla Camera chi proviene dalle fila della sua mozione, le principali candidate sarebbero Chiara Braga e Chiara Gribaudo. 

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